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I 5 camioncini nei borghi, i prezzi record e i percorsi geniali tra gli scaffali: i 100 anni dei mitici supermercati svizzeri

Nel cuore della Svizzera, pochi marchi sono così radicati nell’immaginario collettivo come Migros. L’azienda, che quest’anno festeggia il suo centenario, non è solo una catena di supermercati, ma un vero e proprio pezzo di storia nazionale. La sua avventura, iniziata con cinque camioncini, ha rivoluzionato il commercio, la società e la cultura svizzera.

Le origini: dal commercio al dettaglio ai camioncini rivoluzionari

La storia di Migros ha un nome e un volto: Gottlieb Duttweiler. Nato nel 1888, questo visionario commerciante viaggiò a lungo in Europa, sviluppando una convinzione radicale: eliminare gli intermediari per portare i prodotti direttamente dal produttore al consumatore.

Il suo sogno prese vita il 15 agosto 1925, quando fondò Migros AG. Appena dieci giorni dopo, i primi cinque Ford T modificati in negozi su ruote iniziarono a circolare per le strade di Zurigo. A bordo, solo sei prodotti essenziali: caffè, riso, zucchero, pasta, olio di cocco e sapone. L’obiettivo era ambizioso e chiaro: offrire prezzi fino al 30% più bassi rispetto alla concorrenza, rendendo la spesa accessibile alle famiglie operaie.

I camioncini non erano solo veicoli commerciali, ma veri e propri manifesti ambulanti di una nuova filosofia. Sul cassone, la scritta “Migros AG, die frischen Qualitäten” (freschezza e qualità), e sulle portiere il simbolo di un ponte, a rappresentare il legame diretto tra chi produce e chi consuma.

La crescita e la sfida al sistema

Il successo fu travolgente. Con 178 fermate a Zurigo, i camioncini divennero presto un punto di riferimento. La reazione del commercio tradizionale, però, fu immediata e feroce: i fornitori boicottarono Duttweiler. Ma questa opposizione, anziché fermarlo, divenne il carburante per la sua successiva mossa audace.

Nel 1928, Duttweiler decise di avviare la produzione in proprio, acquistando una fabbrica: nacque così il primo prodotto a marchio Migros: il succo di mele. Fu in questo momento che si stabilì un principio ancora oggi fondamentale per l’azienda: l’assenza di alcol sui suoi scaffali.

Con il passare degli anni, Migros continuò a innovare:

  • 1927: Apre il primo negozio fisico, con un assortimento più vasto.
  • 1948: Introduce il self-service, rivoluzionando l’esperienza di acquisto in Svizzera anche con l’introduzione dei percorsi circolari che guidavano i clienti lungo l’intero assortimento (organizzazione che caratterizza ancora oggi, ad esempio, autogrill e supermercati in tutto il mondo).
  • 1952: Nasce a Basilea il primo “supermercato” nel senso moderno del termine.
  • 1960: Anche i camioncini diventano self-service, portando il modello del supermercato mobile anche nei villaggi più remoti.

Non solo supermercato: la missione sociale e culturale

Duttweiler credeva che “l’uomo non vive di solo pane”. Per questo, ampliò la missione di Migros ben oltre il commercio, dando vita a iniziative che avrebbero segnato profondamente la società svizzera.

  • Scuola Club (1944): Nata per offrire formazione accessibile a tutti, oggi conta oltre 50 sedi e 340.000 partecipanti l’anno.
  • Percento Culturale (1957): Un’iniziativa unica nel suo genere, che destina l’1% del fatturato Migros a progetti culturali e sociali, rendendo la cultura un bene per tutti.

Grazie a queste iniziative, finanziate con oltre 5,4 miliardi di franchi nel corso della storia, Migros è diventata un pilastro della società civile svizzera.

La cooperativa e le sfide del presente

Il gesto più rivoluzionario di Duttweiler arrivò nel 1941, in piena Seconda Guerra Mondiale. L’imprenditore cedette le quote dell’azienda a 100.000 clienti, trasformando Migros in una cooperativa popolare. Da quel momento, Migros divenne “proprietà del popolo svizzero”, con una struttura pensata per garantire fedeltà ai valori originari e rafforzare il legame con la società.

Oggi, mentre celebra i suoi 100 anni, Migros si trova ad affrontare sfide significative. Sotto la guida del CEO Mario Irminger, l’azienda ha avviato una profonda ristrutturazione, decidendo di vendere o chiudere diversi rami, tra cui SportX, Melectronics e Hotelplan, per rifocalizzarsi sul commercio al dettaglio, la salute e i servizi finanziari. Questa decisione ha sollevato polemiche a causa della perdita di oltre 2.200 posti di lavoro, un dato che ha messo in discussione la coerenza tra i valori cooperativi e le scelte economiche attuali.

Nonostante le critiche, la storia di Migros rimane un esempio unico di come un’azienda possa diventare un motore di cambiamento sociale, contribuendo a plasmare non solo il modo di fare la spesa, ma l’identità di un’intera nazione.

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