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Ambiente, Attualità

Impianti sciistici sul monte San Primo? La Comunità Montana replica ai contestatori: “Ambiente tutelato e siamo pronti al confronto”

Se quest’anno di neve ne è caduta poca nel comasco, nei prossimi anni rischia di sciogliersi anzitempo sul monte San Primo a causa del dibattito molto rovente che si sta consumando in questi mesi. Il progetto dell’impianto sciistico, promosso da Comunità Montana Triangolo Lariano, Comune di Bellagio, Regione Lombardia e Ministero dell’Interno, è un tema ormai caldissimo, che sta vedendo un forte scontro, puramente verbale sia chiaro, tra istituzioni e 29 associazioni ambientaliste.

Analizziamo alcuni dettagli tecnici. Il progetto sul monte San Primo è molto ampio e prevede diversi tipi di interventi tra cui la sistemazione di alcuni sentieri e relativa cartellonistica, l’ampliamento delle aree parcheggio, la ristrutturazione di una struttura ricettiva, il miglioramento dei servizi per l’antincendio boschivo con relativo invaso idrico, l’installazione di quattro tapis roulant, la realizzazione di un laghetto e delle opere di contenimento, la costruzione dell’impianto di innevamento del Pianone e il necessario e adeguato supporto per la promozione delle nuove opere. L’opera è finanziata per un totale di circa cinque milioni di euro da Regione Lombardia, Ministero dell’Interno (con la legge finanziaria del 2022) e dalla Comunità Montana Triangolo Lariano.

Contrari a questo progetto ci sono 29 associazioni che hanno istituito, lo scorso novembre, il coordinamento “Salviamo il monte San Primo”, divenuto celebre per la manifestazione sul luogo per bloccare il progetto, organizzata a dicembre.

“A quella quota la neve non c’è quasi mai (il San Primo è a 1600 m., Ndr) – dice Roberto Fumagalli, promotore del coordinamento e presidente del Circolo Ambientale Ilaria Alpi – è un dispendio inutile di energia e di acqua per sparare la neve artificiale in un periodo in cui queste risorse sono preziose. Una parte del progetto è dedicata alla sentieristica, a cui noi siamo favorevoli, per la quale sono stati destinati solo 30mila euro. Faremo una serie di iniziative fino a quando il progetto verrà ritirato. È un’attività turistica che non porta nulla all’economia e ha un forte impianto ambientale”.

Tra i temi trattati ci sono anche le strutture sciistiche utilizzate negli scorsi decenni, quando il monte San Primo era un’ambita meta per gli sport invernali: “I vecchi impianti prendono la ruggine e sono abbandonati. Nel progetto non si parla della loro rimozione. Questa è una nostra richiesta. Essi hanno un forte impatto su flora e fauna. Una parte di quei 5 milioni di euro dovrebbe essere usata per la bonifica da questi vecchi impianti”, sottolinea. Il tema del dialogo con le istituzioni è fondamentale e le associazioni di ambientalisti lo ritengono “nullo”, e parlano di “appelli pubblici e privati, via mail, a cui non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.

Di questi argomenti abbiamo parlato anche con la Comunità Montana Triangolo Lariano, da cui abbiamo ricevuto delle risposte scritte firmate dal presidente Patrizia Mazza e dall’assessore al Turismo Danilo Bianchi: “Non siamo assolutamente contrari al confronto – spiegano – purché ci sia rispetto tra le parti, infatti ci siamo sempre estraniati dalla polemica anche se abbiamo spesso letto sui social commenti fuori luogo con insulti e questo sinceramente ci dispiace. Comunque la risposta al dialogo è del tutto affermativa quando si avrà un progetto globale su cui discutere, sicuramente ci sarà modo di incontrarsi, confrontarsi e fare le opportune sintesi”.

Tra le risposte anche alcune righe sull’impatto ambientale: “Sinceramente, non comprendiamo a cosa si riferiscano – scrivono – i forti impatti ambientali si verificano quando in un terreno montano si attribuiscono possibilità edificatorie scellerate, e non sarà di certo questo il caso. Il progetto prevede solamente il recupero dei fabbricati esistenti e la realizzazione di strutture relative ai servizi”.

Ecco alcuni dettagli: “È prevista la realizzazione di un parcheggio-giardino con pavimentazione drenante, senza la solita colata di asfalto, perfettamente piantumato in modo che possa integrarsi perfettamente nel contesto che lo circonda. Per quanto concerne i tappeti di risalita e i cannoni per l’innevamento, non voglio pensare che siano questi l’oggetto di forte impatto ambientale, poiché sono strutture e attrezzature del tutto removibili. Inoltre gli attuali impianti di risalita verranno rimossi, proprio per evitare ogni impatto visivo negativo. Non ultimo, per importanza, la realizzazione del laghetto che serve principalmente al nucleo antincendio boschivo, come ben sapete il versante del San Primo è stato spesso interessato da incendi di origine dolosa”.

Nonostante il progetto sia ancora in una fase embrionale, il dibattito tra le parti è ancora accesissimo e pare molto lontano dalla parola “fine”.

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6 Commenti

  1. Domande:
    “E quando finiranno i soldi pubblici quanto dureranno i privati?”
    “Come mai non sono stati imprenditori privati a proporsi?”
    “Siete proprio sicuri che non sia meglio lavorare su:
    – Sentieristica;
    – Manutenzione;
    – Servizi di trasporto pubblico
    – Strade bianche e piste ciclabili

    e per Bellagio, il comune, non sarebbe meglio pensare per l’Autunno-Inverno ad un
    “Turismo culturale”. Mostre d’Arte, Musica e concerti si possono fare senza andare ad intaccare la Montagna; il Monte San Primo è alto alla sua vetta 1682m s.l.m. e le piste da Sci sarebbero tra 1100 e 1500m s.l.m. dove adesso si fa fatica ad avere temperature sotto lo zero a 2000m di quota.

    Vogliamo parlarne?
    Parliamone, mi interessa molto.

    Segnalo tra le altre cose molti utili contributi sulla pagina Facebook
    “Per il Monte San Primo”
    ________________________________
    (per quanto riguarda le offese io rispondo personalmente per quanto scrivo e non ne ho mai fatte anche se mi sono sentito accusare insieme a coloro che si oppongono al progetto dal sig. Fermi di “disonestà intellettuale” e questo, sinceramente, non lo accetto e non è una buona base di confronto)

  2. La Comunità Montanta Triangolo Lariano di Canzo si dichiara disposta a discutere?
    Molto bene, facciamolo. Hanno in mano un lavoro denominato
    “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor”
    commissionato da loro stessi CMTL e Regione Lombardia
    all’Ing. progettista Tomaso Invernizzi
    “PROGETTO DI FATTIBILITA’ TECNICA ED ECONOMICA”
    Regione Lombardia – COMUNITA’ MONTANA TRIANGOLO LARIANO

    Quindi la base di discussione c’è già ovvero lo strumento di cui essi stessi si sono dotati.
    Parliamone. Incontriamoci con un incontro pubblico nel Salone della CMTL in via Vittorio Veneto a Canzo e discutiamo. Io vorrei esserci insieme a molte altre persone che si sono mosse perchè hanno un altro pensiero per la Montagna e che pensano che tra l’altro quest’idea che hanno dell’USO del territorio sia sbagliata anche dal punto di vista imprenditoriale. Si investono 5.060.000,00€ di soldi pubblici per la gestione imprenditoriale a cura di privati delle “Piste da sci”

    Domanda: e quando finiranno i soldi cosa faranno i privati? Nuovo abbandono.

  3. Ritengo incredibile solo che si possa pensare una idiozia come fare le piste da sci sul monte San primo.
    Altresì ritengo incredibile che il padre di tale idiozia abbia preso migliaia di voti.

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