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Tutti vogliono un lavoro in Svizzera. Ma occhio: se guadagni meno di 2500 franchi al mese, sei povero

Quando si pensa alla Svizzera difficilmente si pensa alla povertà. Da sempre infatti la Confederazione è sinonimo di ricchezza e ben lo sanno le migliaia di frontalieri che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare.

Nonostante ciò però anche oltre dogana c’è chi fa fatica. Certo, le cifre di cui si parla strappano un sorriso agli italiani ma va innanzitutto ricordato come il costo della vita sia decisamente molto più alto rispetto al’Italia

Gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica hanno individuato 745mila persone in condizioni di povertà, pari all’8,7% della popolazione. Si tratta, va detto di “povertà reddituale”, che colpisce le persone che non possono permettersi alcuni beni e servizi che permettono di vivere una vita “socialmente integrata”. Non si parla quindi di “fame” ma è una condizione che si sta diffondendo.

Fate le doverose premesse – secondo un’attenta indagine di Cambiavalute.ch, lo specialista svizzero dei cambi online – però fa riflettere il fatto che la cifra di reddito mensile al di sotto della quale una persona viene considerata redditualmente povera sia di 2.500 franchi per una persona che vive sola e circa 4.000 per una famiglia composta da due adulti e due bambini.

Le statistiche della Confederazione misurano anche il livello di “deprivazione materiale e sociale” che coinvolge quanti devono rinunciare a beni, servizi e attività sociali. Una misurazioen che si basa su 13 indicatori di vita quotidiana. Se in almeno cinque non si raggiunge la soglia di sussistenza, si viene considerati poveri.

Tra questi , per le famiglie, ci sono ad esempio la capacità di fare fronte a una spesa imprevista di 2.500 franchi, il poter permettersi un viaggio di una settimana all’anno o il riscaldamento adeguato dell’abitazione.

Sul tema, di recente la consigliera nazionale del Partito socialiste genevois, Estelle Revaz, ha presentato una mozione all’attenzione del Parlamento federale di Berna per chiedere il prolungamento fino al 2030 del Programma di prevenzione e lotta alla povertà, in scadenza nel 2024 e l’adozione di una strategia nazionale contro il problema.

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