E’ in corso in questi minuti la cerimonia per l’intitolazione dello spazio antistante la chiesa di San Rocco a don Roberto Malgesini, il sacerdote brutalmente ucciso in quel punto esattamente un anno fa.
“Credo che questa intestazione mostri tutto l’affetto che i comaschi provano per questo prete che ci ha dimostrato come diventare fratelli nel segno dell’accoglienza”, ha detto il Vescovo Oscar Cantoni (sotto il discorso integrale).
“L’amministrazione comunale ha fortemente sostenuto questa iniziativa suggerita dal vescovo – ha detto il sindaco Mario Landriscina – oggi parla il cuore con tutti voi presenti, con la città e con tutta la diocesi. Ognuno deve aver la capacità di capire e cogliere l’esempio di questo sacerdote”.
IL DISCORSO DEL VESCOVO OSCAR
Oggi è giorno di memoria. Sentiamo particolarmente vivo il ricordo di don Roberto, la cui testimonianza di vita ha generato un forte interesse in tante persone, qui da noi, ma anche in tutta Italia. Esse hanno scoperto in lui, che non amava per nulla la notorietà, un autentico discepolo di Gesù, vera immagine di vita evangelica, un modello da imitare.
La fede nel Signore risorto ci induce a credere che dolore e gioia camminano insieme perché tutto è unificato dall’amore. Così che se siamo addolorati per la morte di don Roberto, siamo nello stesso tempo consolati dalla vittoria dell’amore, frutto della risurrezione di Cristo. L’amore è più forte della morte. L’amore vince e supera il male, l’odio, l’inimicizia, la stessa morte. Don Roberto vive trasfigurato nell’amore del Risorto e continua ad assisterci perché impariamo ad essere accoglienti verso tutti, riconoscendo nei poveri la presenza stessa del Signore Gesù.
Sono grato al Sindaco e all’Amministrazione comunale per aver disposto che il luogo dove don Roberto è stato ucciso fosse dedicato alla sua memoria. Credo che questa intestazione, che oggi compiamo, rispecchi veramente tutta la stima, la vicinanza e l’affetto che i Comaschi continuano ad attribuire a questo nostro prete, che ci ha insegnato con i fatti, senza clamore, come diventare fratelli e fare di questa Città un luogo di accoglienza nei confronti di tutti, così come ho auspicato nel mio messaggio alla Città, nella festa di Sant’Abbondio, perché Como sia veramente città di fratelli.
È nostro desiderio, infine, mettere in grado gli amici di don Roberto di continuare l’opera da lui iniziata e con lui condivisa nei tempi e nei luoghi a lui familiari, a cominciare dalla sua abitazione qui a San Rocco, che vorremmo adattare, confidando di poter contare sulla generosità di tutti.