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INTERVISTA Mantero: “Basta alle spianate di supermercati. Ecco la donna che spero diventi sindaco”

L’occasione è quella offerta da un suo commento all’articolo, pubblicato su ComoZero.it, in cui raccontavamo le perplessità dell’ex assessore Nini Binda circa il nuovo monumento dedicato alle vittime del Covid in fondo a viale Geno.

Così abbiamo deciso di chiamarlo, perché da una chiacchierata con Moritz Mantero, imprenditore serico e anima di Orticolario (uno che di bellezza se ne intende, insomma) non può che nascere qualche spunto interessante su cui riflettere.

Commentando le parole di Nini Binda, che si domandava il perché di una collocazione così defilata del monumento alle vittime del Covid, lei ha scritto “Se alle porte della città abbiamo un monumento alla birra non dobbiamo meravigliarci più di tanto di questa che, al confronto, è ascrivibile a una affrettata leggerezza”. Parole niente affatto tenere.
Il monumento alle vittime del Covid è un’iniziativa apprezzabile e doverosa, un ricordo era necessario ma in questo l’improvvisazione non aiuta. A mio parere un monumento del genere deve essere soprattutto un monito affinché non accadano più tragedie simili. Per questo avrebbe dovuto essere collocato in un punto in cui i comaschi passano ogni giorno, non messo d’impulso in fondo a un viale in cui non passa quasi nessuno.

Come per Binda, quindi, anche secondo lei a Como manca una visione d’insieme degli interventi?
Assolutamente sì. Pensiamo solo alla spianata di supermercati che è diventata la zona della Pasquale Paoli. Uno sviluppo armonico non è dato solo da un Piano Regolatore, serve una visione per dare un senso alle decisioni che si prendono. Quando si mettono le mani su una struttura complessa come una città bisogna capire le conseguenze delle proprie scelte, andare oltre l’oggi. Bisogna riscoprire una sorta di senso della polis.

Secondo lei cosa bisognerebbe fare?
Quando mi sono candidato sindaco, nel 1994, ho messo intorno a un tavolo esperti di diversi settori per provare a dare risposte ai problemi della città. E poi ho chiesto ad alcuni ragazzi di visitare le città italiane ed europee più simili a Como per “copiare” le soluzioni di successo sperimentate lì. Oggi Como ha una splendida occasione per riprogrammarsi e la sta perdendo.

Si spieghi meglio.
Negli ultimi anni la città è cambiata in maniera radicale e rapidissima. Si è svuotata dagli uffici, sono nate le case vacanza e il turismo è diventato un settore trainante. E cosa è stato fatto per governarlo? Niente. Se vogliamo che arrivi un certo tipo di turismo dobbiamo creare le attrattive giuste, dare il giusto volto alla città e decidere quello che vogliamo essere. Poi le cose vengono da sé. E bisogna cominciare a puntare in alto, a ragionare da capoluogo.

E Como non lo fa?
Lo fa molto di più un sindaco come Mauro Guerra. Ha creato la Tremezzina, ha puntato sulla Variante, pensa in grande. A Como quando i cosiddetti “11 big”, tra cui il sottoscritto, hanno espresso dubbi sulla concessione dello stadio chiedendo di pensare a un recupero dell’intera area sono stati zittiti. E anche l’idea di trasformare la Ticosa in un hub creativo proposta da Officina Como, di cui faccio parte, non è stata neppure presa in considerazione.

Secondo lei è più una scelta di non prendere decisioni “a lunga scadenza”, che poi magari verranno portate a termine da altre amministrazioni, o una reale mancanza di visione più ampia?
Sicuramente chi ha lasciato un segno in questa città sono stati sindaci che, con due mandati, hanno avuto tempo di progettare a lungo termine, come Spallino e Gelpi. Nel futuro di Como serve una persona capace di guardare lontano.

Come lei?
No no, io non ho più l’età (ride, Ndr). Dovrei avere la squadra del 1994 e 10 anni davanti per lavorare. Sicuramente, però, sia io che Officina Como daremo volentieri il nostro supporto di idee a un futuro sindaco che volesse un confronto più ampio.

Il candidato ideale?
Sogno un sindaco donna, magari una cinquantenne in grado di affrontare un doppio mandato. Una con buone idee e capacità di ascoltare e confrontarsi con tutti.

Sembra l’identikit di qualcuno piuttosto noto in città.
Io non ho detto niente, ma ci spero.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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8 Commenti

  1. Mah…secondo me, finchè i personaggi sono questi, o la Mantovani che viene evocata nell’articolo, proprio, non ci siamo.
    Per una città come la nostra ci vuole qualcuno di più ruspante, che non provenga dall’establishment (quindi anche il caro Rapinese, zero) e che dia la scossa al mortorio (sotto tutti i punti di vista) che ci circonda.
    Finchè ci si affida agli stessi nomi che circolano da decenni, se non secoli, (Mantero, Spallino, Gelpi, ecc…ecc…) non se ne esce: continueremo ad avere una città di ruderi, con i disegnini di Musa nelle vie del centro.

  2. A proposito del degrado vorrei aggiungere che dopo la pubblicazione sul vostro giornale delle foto riguardanti le discariche in zona Garzola e Civiglio, il Sig. A. Rapinese facente parte del Consiglio Comunale come ho scoperto, di sabato pomeriggio era nelle zone interessate a fare ulteriori fotografie alla vergogna gia’ documentata, sembra uomo di fatti e non di parole ……auguro che persone cosi’ se ce ne sono prevalgano prossimamente indipendentemente dal fatto che siano uomini o donne, ognuno dovrebbe fare cio’ di cui e’ capace, e chi vuole intendere, intenda !!!

    1. Se per risolvere il degrado fosse sufficiente fotografarlo, probabilmente anche il nostro ragazzino ribelle sarebbe un buon Sindaco. È sicuramente l’unico che fa opposizione ma un conto è evidenziare i problemi un conto è risolverli. Su quello non ho ancora letto una proposta alternativa, un programma, un’idea di città diversa. Se riuscisse a vincere, farebbe la fine dell’attuale Amministrazione: cinque anni sulla graticola. ?

  3. Quando arriva il periodo le buone intenzioni si sprecano, il “sindaco” puo’ essere uomo o donna importante sia capace, la vergogna dei supermercati e’ gia’ realta’ , inutile chiudere la classica stalla dopo che i buoi sono scappati……le piccole botteghe fonte di diversita’ e ricchezza ormai inesistenti grazie alla grande distribuzione, il turismo, grande fonte di reddito, ma non per i cittadini, malgrado la tassa di soggiorno abbia permesso incassi esorbitanti le strade sono un disastro, le periferie e non solo piene di spazzatura, la strada che va a Brunate-Civiglio come il vostro giornale ha documentato, con stabili discariche attende invano da tempo, gli accattoni stabili controllano la citta’ e balordi e senzatetto non creano certo la sicurezza necessaria, e si continua a bla bla bla ……vergogna !!!!!!!

  4. Non è tanto interessante sapere se il futuro Sindaco sarà donna o uomo. È interessantissima l’intervista. In primo luogo, il Dott.Mantero ha ragione a dire che prima di iniziare è necessario definire la città che si immagina e si sogna. Una città che non può fermarsi a guardare il resto dell’universo ma deve assolutamente esserne parte integrante. Come merita il suo futuro ma soprattutto la sua storia. È molto efficace il metodo che aveva proposto nel 1994 (a Como forse allora troppo innovativo) e che adesso è sicuramente più attuabile: gruppi di lavoro di esperti coadiuvati da giovani che voglia di fare e conoscenza della tecnologia proiettano nel futuro. È anche molto acuto il ragionamento sulle periferie che sembrano ormai destinate ad esclusivo di spazio commerciale. Una città multicentrica non deve avere destinazioni d’uso e soprattutto non può prescindere da quello che è fatto nei paesi limitrofi. Vogliamo veramente che il nostro territorio diventi una distesa di supermercati, ipermercati e spazi espositivi che parta da Fino Mornasco e arrivi a Chiasso? Sulla Ticosa è saggio ripartire dalle proposte della società civile, Officina Como e Legambiente in primis; da quello che è stato proposto sullo Stadio dagli 11 coraggiosissimi e, aggiungo, dalle molteplici proposte che si sono succedute sulla viabilità. Insomma, un’intervista in cui finalmente si è sentito parlare di idee e non di tombini, senzatetto che dormono all’addiaccio e rattoppi stradali. Speriamo che si trovi qualcuno che si voglia mettere in gioco e che abbia il prezioso appoggio di suggerimenti ed esperienza del Dott.Mantero. Che sia donna? Perché no ma basta che sia qualcuno o qualcuna all’altezza.

  5. Dopo “quelli della società civile” e dei “penta scoppiati” ora è il turno del “sindaco donna” ben sapendo che neanche “Wonder Woman” riuscirebbe a sbloccare l’immobilismo cosmico degli uffici comunali terrorizzati dal firmare qualsivoglia provvedimento dopo l’affaire paratie…

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