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Io non valgo di meno: la campagna firmata Pd per la parità dei diritti tra uomo e donna

La campagna Io non valgo meno, lanciata dal Pd per chiedere la parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro, è stata presentata oggi da Vinicio Peluffo, Segretario regionale, Federico Broggi, Segretario provinciale, e Andrèe Cesareo, vicesegretaria provinciale del Partito democratico.
Una campagna che parte da Como con l’ambizione di abbracciare tutta la Lombardia e spingersi oltre.

“Abbiamo scelto simbolicamente proprio l’8 marzo per il lancio di questa battaglia culturale che investe larga parte della società– ha spiegato Broggi –. Per noi è una campagna di buon senso che speriamo sia condivisa anche da altre forze politiche. Scriverò personalmente a ogni rappresentante politico comasco chiedendo di schierarci dalla stessa parte. Voglio incontrare e discutere con i sindacati e le realtà imprenditoriali. Non sarà solo una battaglia del Pd”.

La campagna prende le mosse da una serie di dati:la media di occupazione femminile in Europa è del 62,4%, mentre in Italia, nel 2018, solo del 49,4%, contro il 68,5% degli uomini, evidenziando un gap di 20 punti; in Italia su 100 dirigenti solo 31 sono donne; a tre anni dal diploma solo il 38% delle donne ha un lavoro, contro il 50% degli uomini. Non migliorano i dati sulla differenza reddituale: in Italia nel 2018 questo gap arriva fino al 43,7% in alcune regioni.

Con questa campagna il Pd avvia anche una raccolta firme per chiedere un intervento concreto da parte della politica affinché venga promossa un’iniziativa di legge volta a ridurre le disparità esistenti fra uomini e donne nel mondo del lavoro. Sarà possibile firmare presso i gazebo allestiti nelle prossime settimane e sul sito internet della campagna www.iononvalgomeno.it

“L’8 marzo è la Giornata internazionale della donna, ovvero, per il nostro partito, l’occasione per fare una verifica delle situazioni che vivono le donne e i loro diritti. Le conquiste non sono definitive: basta pensare al volantino della Lega di Crotone che ci riporta dritti nel Medioevo – ha detto poi Cesareo –. Il problema della differenza salariale, ad esempio, non è superato e ha portato, lo scorso anno, l’Unione europea a individuare una data simbolo, quella del 3 novembre, come giorno in cui ogni donna smette di essere pagata, rispetto al pari collega uomo, pur in presenza di uguale ruolo professionale. Da quel giorno, insomma, è come se non prendesse più lo stipendio”.

Numerose le proposte avanzate dalla vicesegretaria Pd: “Sgravi fiscali per aziende che assumono donne, politica previdenziale che non penalizzi l’interruzione di carriera, welfare aziendale, con un aumento della retribuzione per il congedo parentale, l’approvazione di voucher per il baby sitting. Una battaglia di giustizia sociale, non del Pd o delle donne e basta”.

Non sono mancate, infine le critiche al disegno di legge Pillon.

“Per noi l’8 marzo è ogni giorno – ha sottolineato Peluffo – perché ogni giorno è quello giusto per ricordare i diritti che sono stati conquistati nel corso di tanti decenni. C’è un disegno di Legge incardinato, che porta il nome Pillon, che è un formidabile attacco ai diritti acquisiti. Il nostro Paese deve investire sull’occupazione femminile”.

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Un commento

  1. “Sgravi fiscali per aziende che assumono donne”

    Se stiamo parlando di parità dei diritti, per favore niente corsie preferenziali e sgravi per categorie specifiche.

    Il problema casomai è di trattare tutti allo stesso modo, a prescindere dal genere.

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