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La Lombardia dopo 195 anni dice addio a un pezzo della sua storia: chiusi i cancelli, lo stabilimento è vuoto

E’ calato definitivamente il sipario sull’eredità della grande tradizione tessile lombarda nell’Alto Milanese. Con la chiusura e l’apposizione di catene ai cancelli dello stabilimento Bassetti di via per Legnano a Rescaldina, si è chiuso nei giorni scorso un percorso industriale lungo quasi due secoli, simbolo della storia produttiva del territorio. La sede, ultimo presidio di un marchio storico, ha cessato l’attività lasciando un vuoto nel panorama economico locale.

L’epilogo, sebbene doloroso, non giunge inatteso. La chiusura definitiva è stata l’ultimo atto di un ridimensionamento progressivo avviato da tempo. I circa 70 operai che costituivano l’ultima forza lavoro dello stabilimento di Rescaldina sono stati ricollocati nei mesi scorsi presso la sede di Cuggiono, mentre gli uffici e il punto vendita erano già stati trasferiti a Legnano, anticipando la resa finale.

Bassetti: dalle origini ottocentesche al boom dell’innovazione

Le origini storiche della Bassetti affondano le radici a metà dell’Ottocento, legate all’iniziativa di Carlo Baroncini, cugino del fondatore Giovanni Bassetti. A Milano, in piazza San Stefano, fu aperto un emporio specializzato in biancheria di qualità come tele, tovaglie di fiandra e lenzuola.

Per garantire l’autonomia produttiva, l’impresa avviò a Rescaldina una tessitura a mano, un embrione produttivo che presto gestiva oltre cento telai e poneva le basi per quello che sarebbe diventato un colosso.

Negli anni del boom industriale, Bassetti si distinse come pioniera nell’innovazione nel settore tessile. L’azienda rivoluzionò il mercato con il lancio della biancheria “pronta all’uso” e fu tra le prime in Italia a investire in modo massiccio nella pubblicità di massa. L’inaugurazione del nuovo sito produttivo di Rescaldina in quel periodo fu un evento emblematico, presentato come “lo stabilimento più moderno d’Europa per l’industria più antica del mondo”, consolidando la leadership del marchio Bassetti.

Declino e Sfidanti Passaggi di Proprietà

A partire dagli anni Ottanta, il quadro industriale iniziò a cambiare. L’azienda affrontò crescenti difficoltà finanziarie e un forte indebitamento, che spinsero la famiglia Bassetti a cedere prima al gruppo Marzotto e, successivamente, al Gruppo Zucchi.

Questi passaggi di proprietà sono stati accompagnati da un progressivo e inesorabile calo dell’occupazione. La concorrenza internazionale e la radicale trasformazione del mercato tessile hanno contribuito a ridurre drasticamente il peso industriale e l’impronta produttiva del marchio sul territorio.

Il futuro incerto dell’area Bassetti a Rescaldina

Oggi, l’attenzione si sposta sul futuro dell’area Bassetti a Rescaldina. La proprietà ha manifestato l’intenzione di un radicale ridisegno dello stabilimento, puntando in particolare sull’ampliamento delle superfici da destinare alla logistica.

Tuttavia, l’amministrazione comunale ha posto paletti chiari e non negoziabili per la riqualificazione dell’area:

  • Garantire la sostenibilità viabilistica del nuovo polo logistico.
  • Preservare l’edificio storico di via Saronnese.
  • Tutelare il museo aziendale che custodisce la memoria industriale.
  • Ridefinire con trasparenza il capitolo degli oneri di urbanizzazione.

Il destino della fabbrica Bassetti, che ha segnato la storia economica di Rescaldina e dell’intero comprensorio, rimane dunque in bilico tra la memoria industriale che si vuole onorare e le nuove, stringenti logiche di mercato della logistica moderna.

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