Questa è una piccola storia che però, a livello simbolico, è quasi da manuale rispetto alla tanto dibattuta debolezza del territorio comasco. Parliamo della scelta del nuovo manager, o meglio, del nuovo management del Distretto Urbano del Commercio di Como, soggetto che “promuove e coordina le iniziative a sostegno del commercio in città” con l’obiettivo di “favorire la presenza del pubblico presso le sedi dei commercianti e degli artigiani attraverso: l’organizzazione di eventi e campagne promozionali; lo studio delle dinamiche commerciali della città; il dialogo con gli imprenditori e le Associazioni che li rappresentano; l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dai Partner, dagli investitori, dagli sponsor e dai Bandi a favore del tessuto commerciale della città”.
Ebbene, la scorsa primavera il Comune di Como si è attivato per l’individuazione del nuovo management del Duc, “da affidare a soggetti esterni in possesso del profilo professionale” fissato dai criteri da Regione Lombardia. La carica, peraltro, era già scaduta nel dicembre 2022 ed era importane procedere sia “al fine di mantenere vivo il servizio legato a tale progetto”, sia per “poter attivare altri progetti utili al Distretto accedendo anche a risorse regionali, nazionali e comunitarie”.
Chiarito il quadro di riferimento, torniamo ai passi concreti. Palazzo Cernezzi si è dapprima rivolto ai soggetti che fanno parte della Cabina di regia del Duc, cioè la “crème de la crème” delle forze imprenditoriali, economiche e associative della città e della provincia di Como. Ovvero, a parte lo stesso Comune di Como: Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti, Albergatori di Confcommercio, Confartigianato, CNA del Lario e della Brianza, Confindustria e Compagnia delle Opere. A questa sorta di gotha locale, il 25 maggio scorso il Comune ha chiesto l’individuazione di eventuali nominativi idonei per il servizio in questione, con termine 1° giugno successivo. L’esito? Testuale: “Entro il termine di scadenza, non è pervenuta alcuna proposta da parte della Cabina di Regia”. Insomma, otto tra le associazioni economiche più importanti e celebrate del territorio comasco non hanno saputo indicare un-nome-uno espressione del territorio. E quindi veniamo all’epilogo.
Palazzo Cernezzi ha successivamente pubblicato un bando esplorativo, che ha ricevuto una sola candidatura. Che, però, non aveva i requisiti giusti. Scartato. E dunque, cosa è rimasto da fare per il Comune? Invitare a presentare un’offerta – sul contratto di base di 99mila euro fino al 2025 – la società precedente, Ideas Srl di Lecco. Che ovviamente ha fatto il passo, con un ribasso minimo: il 2%. Affare fatto, incarico assegnato, con buona pace della forza del territorio.
6 Commenti
Il Sindaco è sempre più solo, chi mai vorrebbe essere affiancato ad un fallimento tale?
Che loro, che sono i padroni del vapore della provincia, non siano riusciti a trovare un tizio capace allo scopo, la dice lunga
Se c’è dialogo e confronto si collabora. Senza diventa più difficile anzi, in una realtà storica come l’attuale, diventa impossibile.
È evidente l’isolamento di questa amministrazione.
Prima se ne vanno a casa, meglio è.
le famose “cabine di regia”…..
Siamo infestati di formule verbali preconfezionate dietro le quali c’è il nulla….
SOTTO IL VESTITO NIENTE!
Che sia stato un messaggio? a volte un silenzio val piú di mille parole.
Con una amministrazione che é come purtroppo la conosciamo…… magari si aspettavano millemila adesioni…..