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Lago di Como, è Carlo Lenatti l’imprenditore ucciso dall’escavatore. La rabbia: “Lavoro, un massacro che va fermato”

Oggi pomeriggio raccontavamo della morte di un imprenditore a Laglio, schiacciato dall’escavatore con cui stava lavorando. In questo articolo:

Lago di Como, tragedia: muore schiacciato da un escavatore. Indagini in corso

Sulla vicenda è intervenuta la Uil Lombardia con una nota:

Stamane, verso le 10, Carlo Lenatti , 38 anni, titolare di una azienda agricola nel Sondriese, rimaneva schiacciato dall’escavatore con cui stava lavorando in una stradina nella frazione Torriggia del comune di Laglio in provincia di Como. Intervenute sul posto le Organizzazioni Sindacali contemplavamo sgomente lo scempio avvenuto ed aiutavano chi di competenza, per la distanza del luogo dell’infortunio dalla strada carrabile e la difficoltà logistica, a condurre la salma al carro funebre.

In questo momento di cordoglio le Organizzazioni Sindacali, costernate, pongono le più profonde condoglianze ai familiari della vittima offrendo ogni ausilio che potranno. Quanto avvenuto impone rivendicare che le scelte della politica debbano mirare alla tutela del lavoro e renderlo sicuro, dignitoso ed equo per ogni lavoratore in qualsiasi forma operi: è una emergenza che deve essere affrontata con responsabilità. In un settore, quello edile, dove un infortunio comporta con troppa frequenza conseguenze enormi si deve cambiare cultura e atteggiamento nel lavoro: i rischi non possono essere accettati, ma combattuti ogni momento.

Sono le regole che devono garantire un mercato salubre, sicuro e legittimo e rendere impossibile avviare lavorazioni potenzialmente dannose od insicure. Formazione, trasparenza, sicurezza e leale concorrenza devono essere la norma: imprese di qualità, dipendenti formati, rispetto delle regole e l’applicazione dei giusti contratti sono il migliore antidoto a questi incidenti che avvelenano il comparto edile.

Così anche il consigliere regionale Dem, il comasco Angelo Orsenigo:

Con profondo cordoglio apprendiamo della morte di un operaio di 38 anni, questa mattina, al lavoro in un cantiere a Laglio. L’ennesima tragedia sul luogo di lavoro: un massacro che va fermato.  Nel 2023, la Lombardia ha totalizzato un triste risultato: 172 morti sul lavoro, di cui 8 a Como.

La strage nella nostra regione è continuata nel 2024: tra gennaio e febbraio gli incidenti mortali sono stati 27, rispetto ai 19 dello stesso periodo del 2023. Servono più controlli, più formazione e più supporto a lavoratori e aziende. In questo, Regione Lombardia ha un ruolo determinante. La cronaca e i dati chiedono un’azione di Palazzo Lombardia urgente e netta. Morire di lavoro non può più essere la realtà quotidiana dei nostri territori.

 

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2 Commenti

  1. Purtroppo è dal 1972 che continuo a ripetere che per aprire un’attività (bar, officina di “qualunque genere”, parrucchiere, estetista ecc.) Serve un titolo abilitativo.
    Aprire un’impresa edile non serve nessun titolo, è il 99% delle imprese i titolari sono dei semplicissimi muratori, o delle persone che non hanno nulla a che fare con l’Edilizia.
    Il titolo di abilitazione, ancora oggi 2024 non c’è.
    Non è colpa delle imprese, i colpevoli sono le istituzioni, i sindacati. I collegi delle imprese, ecc. Che non hanno fatto nulla per evitare è regolarizzare che per essere titolare di un’impresa edile ci vuole un titolo abilitativo, anche per i piccoli imprenditori artigiani e lavoratori Autonomi

    1. Concordo in pieno, sennò alle morti segue sempre il cordoglio magari di facciata ma poi le morti continuano inesorabili.

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