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Noi mangiamo da soli. Il paradiso dei cuori in attesa di Cupido: tra precotti e banchi frigo

Gilberto, 60 anni, è un brizzolato professionista che lavora nel settore delle nanotecnologie. Osserva per qualche minuto il contenuto dei banchi frigo del punto vendita comasco di Single in Cucina in cui è appena entrato. Ne estrae una vaschetta bianca.

Stasera, penne ai funghi.

“Come tutti quelli che vivono da soli, quando torni a casa dall’ufficio mangi alla bell’e meglio – racconta con un sorriso l’uomo, che si dichiara single, mentre lo smartphone non smette di suonare nonostante l’orario di lavoro sia finito – onestamente trovare questa catena è stata la svolta. E poi, vuoi mettere al cenone di Natale? Ho servito del cibo preso qui e nessuno si è accorto di nulla”.

La catena nasce circa tre anni fa, a Erba, per poi espandersi a Como e Seregno. Il concetto di base è fornire pasti monoporzione di qualità a chi non ha tempo o voglia di cucinare. Certo, il nome potrebbe trarre in inganno, racconta Antonella Colombo, commessa del negozio di Como “infatti all’inizio non tutti capivano. Ma la verità è che chi viene da noi ha difficoltà a prepararsi da mangiare.

Non solo single. Anche persone anziane, coppie di professionisti, famiglie con bambini che ci ringraziano per aver semplificato loro la vita”, “Sicuramente è un posto amato da chi odia cucinare, come me” ironizza una ragazza che sulla strada di casa si è fermata a recuperare delle vaschette di cibo “anche freddo, senza bisogno di essere scaldato” come ha chiesto ad Antonella.

Se l’antico adagio ‘siamo quello che mangiamo’ è vero, allora, guardando gli scaffali del punto vendita, stiamo cambiando. Sempre meno tempo e relazioni non convenzionali, strette tra fitte giornate di lavoro. Ma contrariamente alla solitudine che potrebbero evocare il nome della catena o la dose singola dei pasti, gli affezionati del negozio si conoscono tutti per nome. I pasti mono-porzione creano delle amicizie tra le anime solitarie (o anime troppo impegnate) che passano tra i banchi frigo.

Chiara, una donna sui 50, al telefono, chiede al compagno se le penne al vino bianco vanno bene per cena. “Vengo qui ogni settimana e faccio scorta di pasti perché nessuno a casa ha tempo di cucinare” spiega, mentre paga il paio di vaschette, chiacchierando amabilmente con Antonella, con il fare di chi è legato da una pacata amicizia.

Marino, che è entrato per un saluto, di anni ne ha 60 e vivendo con la madre anziana trova nei pasti monodose un modo per semplificarsi la vita. “Mi piace la compagnia che c’è qui” spiega.

Negli ultimi dodici mesi, quindi, il negozio di Via Mentana è anche diventato un aggregatore sociale. Un paradosso, se accostato al nome della catena. “Alcuni clienti quando passano da noi raccontano anche i loro problemi, si confidano” ammette Antonella, mentre ci saluta.  Manca poco più di un’ora alla chiusura e i ritardatari della cena potrebbero arrivare da un momento all’altro.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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