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Paratie, il progettista svela l’arredo: “No alberi-muro, 60 panchine comode, luci emozionali e mosaici stilizzati su Plinio”

Diciamolo subito, i rendering non ci sono. Comune e progettisti su questo punto hanno idee (comunicative) chiare: nessuna fuga di notizie, nessun bozzetto. Uno Studio specializzato è stato incaricato di produrre immagini chiare e coerenti (cioè anti-polemica) che saranno diffuse tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo.

Detto questo, come noto, ieri è stato approvato dalla giunta Landriscina lo studio di fattibilità per l’arredo delle paratie. Quindi la parte che si vedrà, quella dove i comaschi e i turisti andranno a passeggiare. Qualcosa avevamo anticipato qualche tempo fa con intervista all’assessore responsabile, Pierangelo Gervasoni: “Dietrofront paratie, il progetto d’arredo c’è (o quasi). Gervasoni: “Ciclabile, triplo filare di alberi, panchine esclusive”.

Ora un’ampia immagine (mentale) del futuro lungolago ce la possiamo fare con l’architetto che, insieme con i tecnici del Cernezzi coordinati dal Rup Ciro Di Bartolo, sta arredando la promenade. E’ il novarese Massimo Semola, specializzato in giardini pensili e storici, terrazze, verde pubblico, paesaggio e parecchio altro.

“La prima cosa da dire – spiega – è che bisogna sempre ricordare che lavoriamo su soletta (cioè senza terreno sotto, ci sono le vasche di laminazione, Ndr) è bene ricordarlo, sono stato contattato perché lavoro molto su questo tema”.

Dunque niente rendering, architetto? Nemmeno uno piccino-piccino, uno schizzo?
No, quando si esce, si esce bene. Sono cose da comunicare bene, coi tempi giusti, a scanso di fraintendimenti.

Ok, qual è la sua visione? E’ partito da Plinio il Vecchio.
Sì, è il punto di origine. Nel 2023 ricorrerà il bimillenario dalla nascita. Di solito si celebrano questi eventi con una targa o un monumento. Non è questo il caso, o la banalità. Il tema e la soluzione del lungolago vanno di pari passo e l’idea è di trasformarlo in un monumento diffuso dedicato a Plinio e al suo Naturalis historia (il trattato-enciclopedico simbolo di Plinio il Vecchio, osservazioni sulla natura. Testo conservato alla Biblioteca nazionale Marciana di Venezia, Ndr).

Come?
Con disegni a terra, una pavimentazione a colori che illustri il lavoro di Plinio.

Cioè?
Disegni stilizzati con cubetti di diverso colore che diano movimento. Se lavori con quadrati, rettangoli e cerchi, va sempre tutto bene. Leghiamo il motivo alla Storia di Como. E’ un disegno per la città, una continuità da raccontare.

Poi il verde. E l’ampio dibattito sui tigli da abbattere.
Sotto quella pavimentazione ci sono vasche con soletta in cemento. La portata ha un limite. Questo per dire che i contenitori delle piante devono rispettare il carico e non possono eccedere, chiaramente non si possono mettere altri tigli che chiederebbero spazi e altezze inaccettabili per la tenuta.

Soluzione?
Piante adeguate a spazi e pesi, non dico quali. Posso dire che sono i cosiddetti ‘alberi di terza grandezza’ (5, 5.50 metri massimo, Ndr) con contenitori non più alti di 70 centimetri che permettono uno sviluppo sano alla pianta. Non prendiamo fioriere e le mettiamo li, saranno costruiti in cantiere e distanziati per preservare la vista del lago.

Sta dicendo…
Sì, certo: nessun muro. La vista del lago deve essere preservata e se si vogliono piante queste devono vivere bene.

Passiamo alle panchine.
Como ha una storia antica con le panchine, giuste o sbagliate che fossero hanno sempre aperto un dibattito spesso alimentato dall’immaginazione popolare. Saranno con schienale, molto comode e di design contemporaneo ma senza eccessi. Un disegno integrato al contesto, che duri nel tempo. Niente forme avveniristiche che invecchiano presto.

Quante?
Circa 60 distribuite tra Lungolario Trento e Trieste.

Poi l’illuminazione.
Saranno lampioni scenografici e emozionali. Niente fari a terra che accecano e hanno sempre problemi.

Quindi l’annunciata ciclabile.
E’ una questione in capo al Comune, giusto intervengano loro.

Così come per la biglietteria della Navigazione, immagino. Materia dell’amministrazione.
Esattamente.

Niente chioschi, giusto?
Giusto.

L’esito del sondaggione di Fondazione Volta ha avuto un peso?
L’ho visto, un lavoro colossale, importante e di grandissima pazienza. Ho letto un ottimo riassunto, impossibile affrontarlo tutto. I comaschi hanno risposto bene.

Ha recepito i suggerimenti?
Su molte cose eravamo già allineati. D’altronde, se ragioni con logica e piedi per terra, alla fine le risposte sono quelle. Il progetto ha una sua caratteristica, si lega a Como e non eccede. E’ misurato nelle forme, nei colori e ha una filosofia. E rispetta la vista del lago. Infine voglio dire che per quanto riguarda Plinio ci siamo incontrati con Massimo Mondelli dell’Accademia Pliniana, è stato illuminante, ci incontreremo ancora. Anche con il team del Comune guidato dal dirigente Di Bartolo c’è una straordinaria sintonia.

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