Che cosa resta della piscina di Muggiò, quattro anni dopo la chiusura del giugno 2019? In realtà è presto detto: un cassone nel totale degrado che si fa molta fatica a immaginare come recuperabile senza spendere milioni. Una valutazione che evidentemente deve essersi fatta spazio anche nel sindaco Alessandro Rapinese, il quale dapprima archiviò senza tentennamenti il progetto pubblico-privato per abbattere e ricostruire l’impianto promosso dalla Nessi&Majocchi, poi annunciò incautamente il ripristino in loco entro i famosi “tre-sei mesi” sulla scorta di una perizia degli uffici sventolata in campagna elettorale e poi gettata nel cestino e ora ha rilanciato un maxi progetto ex novo (con fondi ancora da stimare e individuare con esattezza) legato all’eventuale costruzione del centro federale del ghiaccio per cui – concorrenza di Varese permettendo – sono destinati 25 milioni targati Pnrr.
Fatto sta che, se certamente non si può imputare agli attuali amministratori lo sfacelo visibile oggi – le mancate manutenzioni chiamano in causa tutte le giunte precedenti – il quadro che appare nel quartiere è davvero desolante.
Sulla facciata principale spiccano vetri spaccati, imbrattamenti a rafica e ovviamente sporcizia ovunque.
Appena accanto, sul prato alla destra, stamattina dormiva un giovane (volutamente non immortalato) con una distesa di bottiglie di vodka poco distanti.
Sempre su quel lato, un cancelletto permette la visione di uno spaccato interno: abbandono, desolazione ed erbacce che crescono con vigore.
Tornando verso l’ex ingresso principale, le vetrate che un tempo si aprivano per far entrare nuotatori e spettatori fanno intravedere un carrello della spesa finito là dentro chissà come, oltre ai resti abbandonati del passato.
Passando alla sinistra, sul lato di via Canturina, le finestre in alto permettono di scorgere il soffitto puntellato all’interno. E gli spazi verdi rilanciano la stessa immagine degradata del resto del compendio.
E poi sul lato esattamente opposto alla facciata, nella zona del distributore di benzina, che si scorge qualcosa della zona vasche. Anche qui: soffitto imbrigliato da grandi reti probabilmente per evitare la caduta di calcinacci, lunghe zone ancora puntellate, il vuoto delle vasche illuminato dalla luce di fine estate.
Insomma, un quadro che fa da perfetto contraltare all’ex palazzetto dello sport poco lontano: ruderi e ammassi di ferraglia passati dalla gioia dello sport al degrado più assoluto. Ed entrambi in attesa di un futuro, a oggi molto nebuloso.
Como, nella foto il palazzetto dello sport di Muggiò (ma il suo ‘successore’ si vede anche meno)
11 Commenti
Propongo di fare la stessa sequenza fotografica sulle micropiscine e palestre di Via del dos per verificare in quale stato siano a distanza di un anno dalla chiusura.
Per il resto, l’eloquenza delle immagini e delle promesse (non mantenute) parlano da sole!!
Ricordo un video nella capagna elettorale dialessandro Rapinese dove faceva parlare una mamma costretta a portare i suoi bambini che si allenavano tutti i giorni in macchina lontano.
Se io fossi quella mamma lo prenderei a schiaffi.
A proposito per gli eliccotteri ai disabili,vista la chiusura di via dell Doss, posso fargli fare un buon accordo per il prezzo.
La stessa fine la faranno l’asilo nido di albate e i giardini a lago…
premio Nobel per l’incuria e il degrado. vergogna.
La colpa è del nostro sindaco…
Ricapitolando: Rapinese aveva promesso di riaprire l’attuale impianto in 3/6 mesi. Ovviamente, non è stato in grado di farlo, né di ipotizzare una possibile data per la riapertura dello stesso. Nel frattempo, seguendo il bislacco proposito di ospitare in quell’area il possibile prossimo Centro Federale degli sport del ghiaccio, ha inserito, non si sa a quale titolo e con quali investimenti e contributi, la realizzazione di un nuovo impianto natatorio nel nuovo progetto. Per far ciò, però, ha cancellato dall’area il futuro palazzetto dello sport (di cui Como ha immensamente più bisogno di due piste da curling), per il quale esistevano già finanziamenti statali e regionali acquisiti. Che dire: un genio. Un vero genio. Alla faccia della tanto sbandierata competenza.
3 – 6 mesi
Quest’area è destinata ad essere la nuova ticosa.
Portiamoci avanti, demoliamo tutto e facciamo un bel parcheggio
Sul degrado Rapinese Sindaco non ha colpe. Sull’empasse in cui ci si trova si. L’incauto proclama dei “tre-sei mesi” in campagna elettorale non è un peccato veniale. Ha confuso, forse anche volutamente, quegli elettori da sempre convinti che i problemi non sono complessi ma sono complicati ad arte da chi ne ha interesse Il rapporto tanto sbandierato da Rapinese Candidato era già stato messo in archivio da chi c’era prima come non realistico. Evidentemente, anche con Rapinese Sindaco, non si è modificato il giudizio. Oggi la situazione è quella di un anno fa e come per tante altre cose (vedi Asilo Sant’Elia, Stadio, ecc) abbiamo perso un altro anno. Questa volta non con quelli di prima ma con Rapinese Sindaco al comando ovviamente.
Ricordo che ad oggi la Delibera di Consiglio che stabiliva la pubblica utilità del PPP di Nessi &Majocchi ancora non è stata revocata. Quindi le chiacchiere sul futuro della piscina stanno a zero.
Vendere tutto ad un privato forse e la cosa migliore per avere una piscina olimpionica a COMO.