Il Distretto Turistico del Centro Lario, con il ritorno dei visitatori ormai alle porte, si rimbocca le maniche con progetti e idee per il futuro del settore sul lago.
Pochi giorni fa vi abbiamo presentato Francesco Comotti, il “super manager” del turismo incaricato dai Comuni di Bellagio, Menaggio e Tremezzina di aiutare i paesi del Lario a ripartire al meglio per la stagione 2021.
Ma, insieme a lui, sono tante le figure che stanno lavorando per far sì che il turista possa essere accolto al meglio sfruttando al massimo le potenzialità del territorio. Non solo all’interno del Distretto Turistico del Centro Lago, ma anche coinvolgendo Anci Lombardia.
“Nel momento in cui abbiamo deciso di far fare un passo avanti ulteriore al Distretto, facendo crescere la capacità progettuale e la sua organizzazione, abbiamo dato incarico a Comotti per la parte di promozione e valutazione del mercato e le conseguenti scelte da prendere – ci spiega il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Tremezzina Mauro Guerra – Inoltre, abbiamo chiesto ad AnciLab (la parte operativa di Anci che lavora con le pubbliche amministrazioni locali, Ndr) di fare uno studio per capire quale può essere la governance del Distretto, l’organizzazione migliore per perseguire i suoi scopi”.
Dal lavoro di AnciLab emergono dunque i suggerimenti per capire come i Comuni e gli operatori privati si possono organizzare per lavorare insieme, individuando quale sistema di relazione utilizzare nel Distretto.
“Si potrebbero ad esempio creare delle reti di imprese che hanno una serie di vantaggi fiscali e organizzativi – così Guerra – inoltre, vorremmo suggerire un accordo quadro di sviluppo territoriale sul turismo che consente di mettere in campo programmi complessi di promozione e sviluppo del territorio, ragionando con Regione Lombardia per sperimentarlo nel Distretto”.
Responsabile dello studio e del successivo progetto menzionato da Guerra è Massimo Simonetta, direttore di AnciLab. Che ci parla del futuro del lago a partire dal periodo difficile vissuto lo scorso anno.
“La pandemia ha rappresentato un dramma collettivo che ha ovviamente coinvolto anche il Lario – afferma – ma il brand del lago è talmente forte che ci consente di guardare al futuro con ottimismo. Abbiamo quindi pensato a soluzioni che facessero tesoro dell’esperienza della pandemia e allo stesso tempo si concentrassero sugli aspetti di permanenza già noti nel periodo precedente. Nel momento in cui si riavvierà il sistema turistico potremo tornare a logiche e riflessioni che erano già all’ordine del giorno, come ecosostenibilità e servizi di qualità”.
Il Re è tornato: riaperto il Grand Hotel Tremezzo, simbolo del Lago di Como. Le foto da sogno
Quali sono, dunque, le idee su cui state lavorando?
“C’è bisogno di uno sforzo collettivo che metta insieme imprenditori, pubblica amministrazione e terzo settore: bisogna costruire una rete forte in grado di fare uno sforzo comune per arrivare a obiettivi comuni. Le singole aziende, pur mantenendo una logica di concorrenza, devono unirsi per creare occasioni di sviluppo e attrarre così maggiori turisti. Il terzo settore deve uscire da logiche eccessivamente locali, coordinando tutte le iniziative. La pubblica amministrazione deve poi mettere insieme le forze, attraverso le gestioni associate, per rispondere alle esigenze dei cittadini”.
Quali strumenti possono portare ai risultati che vi state ponendo?
“Pensiamo ad esempio allo sviluppo di sistemi di acquisizione delle informazioni, per capire meglio le logiche turistiche e le esigenze dei visitatori del lago. Si devono creare forme di collaborazione anche per lavorare, ad esempio, sulla gestione delle code che è un problema soprattutto in Alto Lago. Si vince solo se l’ambiente in cui il turista arriva è armonico, con servizi coordinati e attenzione da parte di tutti anche ai singoli particolari. Ci deve sempre essere, comunque, armonia tra obiettivi e strumenti istituzionali a disposizione. Bisogna sfruttare le possibilità di sviluppo per creare un forte coordinamento tra politiche regionali e locali”.
Un commento
Con le strade e la viabilità che abbiamo siamo sempre più marginali. Da un lato è una fortuna perché fisicamente e morfologicamente il territorio NON PUÒ REGGERE UN TURISMO DI MASSA, DI SELFIMANIACI.
BISOGNA PUNTARE SULLA QUALITÀ ANZICHÉ QUANTITÀ.