La questione dei passaggi a livello a Como, con l’annunciato e drammatico aumento dei tempi di chiusura da settembre, ha aperto il dibattito in città. Tra le molte proposte anche l’idea di portare il capolinea di Trenord a Borghi e chiudere Como Lago.
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Così in queste ore, sono intervenuti i Fridays For Future di Como, con un intervento che pubblichiamo integralmente:
Eliminare la stazione Nord di Como Lago? Un’idea pessima
Desideriamo intervenire nel dibattito sorto nei giorni scorsi, dopo l’annuncio del sindaco di Como Landriscina relativo all’allungamento dei tempi di attesa ai passaggi a livello cittadini, affermando di ritenere che l’eliminazione della stazione Nord di Como Lago prospettata nelle “visioni” dell’imprenditore Viganò, della gallerista Lietti e dell’esponente di Forza Italia Bernasconi sia una pessima idea.
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Perché, posto che nella disordinata viabilità cittadina sussista un elemento di troppo, questo a nostro avviso non è certo la fermata a lago di Trenord, ma semmai il traffico veicolare privato, che come già accade in numerose altre città europee dovrebbe essere parzialmente espulso dal centro cittadino e non incentivato a soffocarlo. Se invece dovessimo prendere seriamente la proposta di far terminare la tratta ferroviaria a Borghi, non potremmo che giudicarla una follia, per l’ampia utenza (anche turistica) che rimarrebbe esclusa da un trasporto pubblico già esistente nonché gli elevati costi delle infrastrutture proposte.
La soluzione relativa al problema delle “lunghe attese” è secondo noi antipodica. E consiste, semmai, nel chiudere al traffico veicolare almeno viale Lecco e i lungolago Trento e Trieste. Una soluzione praticamente a costo zero, che non necessita di costose infrastrutture e che libera dalla morsa velenosa dell’inquinamento almeno l’intera zona a lago della città.
Con il denaro risparmiato e un pizzico di lungimiranza si potrebbe successivamente pensare alla realizzazione di una linea metrotranviaria tra la stazione di Como Lago e quella di S. Giovanni, facilmente realizzabile grazie alla precedente chiusura al traffico del lungolago. E magari anche un raddoppio della linea ferroviaria sulla tratta liberata dai veicoli come primo passo concreto della realizzazione della mitica “metropolitana leggera”, di cui a Como si favoleggia da decenni ma che nessuno ha mai avuto la volontà politica di realizzare.
Ci auguriamo che, in futuro, chi dice di avere a cuore il futuro di questa città avanzi proposte più rispettose delle sue radici storico-culturali, la sua complessa realtà orogeografica e il suo delicato equilibrio ecologico.
2 Commenti
Posizione per lo meno coerente e innovativa
Finalmente una proposta minimamente sensata sulla viabilità cittadina.