La pioggia in arrivo forse già nelle prossime ore non potrà ovviamente scongiurare la grave crisi idrica in atto. Mentre Regione Lombardia annuncia provvedimenti e in più regioni italiane la situazione è ormai oltre la soglia di criticità, Legambiente Lombardia guarda avanti e preannuncia difficoltà sempre più grandi in arrivo. «Quello che da anni si paventava per il futuro oggi sembra già essere una realtà. Si preannuncia una battaglia dell’acqua tra i grandi utilizzatori, ma la coperta è corta per tutti: non ci sono grandi margini di contesa di una risorsa idrica che non è mai stata così scarsa – constata Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e che deve vedere i fiumi rappresentati nei tavoli istituzionali, “legittimi proprietari” dell’acqua che preleviamo a scopi produttivi. Occorre, infatti assicurare che il deflusso sia garantito lungo tutte le aste fluviali, per evitarne la morte biologica: derogare all’obbligo di deflusso vitale porterebbe pochissimi vantaggi in termini di disponibilità idrica in agricoltura, ma causerebbe danni ambientali potenzialmente irreparabili».
A fare le spese di questa situazione emergenziale sono stati in primo luogo “i laghi prealpini, che funzionano da enorme serbatoio il cui rilascio è gestito dagli enti regolatori che manovrano le dighe degli emissari modulando la portata dei grandi fiumi (Ticino, Adda, Oglio, Chiese e Mincio) per rispondere ai fabbisogni dei grandi utilizzatori idrici, e in particolare dei consorzi irrigui. Il Garda è l’unico che dispone ancora di oltre la metà del suo volume di invaso, mentre la situazione è critica per il Verbano, il cui livello è ormai sotto lo zero idrometrico e che sta riducendo i rilasci di portata, ed anche per il Lario, in cui il livello sta scendendo al ritmo di 7 centimetri al giorno: se non pioverà, per il lago di Como il limite minimo di regolazione sarà raggiunto in pochissimi giorni. Da inizio anno, secondo le misure degli Enti Regolatori dei laghi, alla contabilità idrica del Verbano sono mancati 2260 milioni di metri cubi di afflussi, mentre ne sono mancati 920 milioni al Lario”, spiegano da Legambiente.
L’associazione mette anche in guardia rispetto a quelle che appaiono come facili soluzioni, ad esempio la creazione di piccoli invasi per lo stoccaggio idrico. “I piccoli invasi possono essere interessanti per realtà che ne sono prive, ma la Lombardia ha una capacità di stoccaggio idrico imponente. Tra bacini idroelettrici e grandi laghi prealpini possiamo gestire una capacità di invaso di oltre 2,5 miliardi di metri cubi. Affrontare spese enormi per aumentare di uno o due punti percentuali il potenziale di stoccaggio idrico davvero non pare una risposta efficace, rischia di diventare un diversivo per ritardare le azioni prioritarie, che sono le politiche e gli investimenti per la riduzione dei fabbisogni idrici dell’agricoltura lombarda», concludono da Legambiente Lombardia.
Nel frattempo da Regione Lombardia “per ora non si parla di razionamenti dell’acqua per uso civile. La situazione da questo punto di vista è sotto controllo”. Lo ha detto il presidente Attilio Fontana. “Stiamo intervenendo – ha proseguito il governatore – per risolvere il problema degli usi agricoli. Ci stiamo lavorando da due mesi e abbiamo già posto in essere una serie di iniziative concordate col mondo dell’agricoltura, per esempio per rinviare alcune semine e consentire di abbassare il deflusso vitale e far alzare il livello dei laghi”. Adesso bisognerà però “capire – ha detto ancora Fontana – quelle che sono le differenti esigenze delle diverse regioni. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, mi ha anticipato che affronterà anche questo tema”. Per quanto riguarda il Lago Maggiore, il presidente Fontana ha sottolineato che sono in corso interlocuzioni con il Canton Ticino e in particolare con il suo rappresentante, Norman Gobbi. “L’assessore Massimo Sertori ha parlato con Norman Gobbi – ha affermato Fontana – affinché quest’ultimo si interfacci con i responsabili dei bacini idroelettrici per cercare di avere un rilascio maggiore di acqua. I rapporti con il Canton Ticino sono positivi dunque mi auguro possano comprendere le nostre necessità”.
2 Commenti
Fontana dice no all’acqua…
Buffo pensare di essere nelle mani di “Fontana” per l’emergenza idrica!