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Ambiente, Attualità

Terza linea del forno, ecco il dossier del Comune di Como: “4mila mezzi in più, odori, impatto. Servono chiarimenti”

La realizzazione della terza linea del termovalorizzatore si è ormai trasformata in uno dei temi forti di questa fine legislatura. Dopo la creazione della commissione ad hoc ( qui i dettagli) e le relative polemiche ( il racconto ) , sono poi arrivate le osservazioni al progetto di alcuni consiglieri e associazioni del territorio inviate in Regione (qui il resoconto).

E venerdì anche il Comune di Como ha spedito a Palazzo Lombardia un dossier, composto da diverse pagine, dove si analizza la situazione alla luce della volontà di Acsm Agam di creare questa nuova linea. E l’avvio del corposo fascicolo redatto dal dirigente Giuseppe Ruffo pone subito degli interrogativi. Ecco cosa si legge in avvio quando si commenta quanto presentato dall’azienda. “Oltre alla descrizione del sito, si rileva solo un cenno all’obiettivo del progetto ed alla scelta localizzativa – si legge – nessun paragrafo sulle opzioni e alternative progettuali che costituiscono la base per una corretta valutazione della scelta operata”.

E ancora: “Nella descrizione dell’obiettivo generale del progetto non si rileva alcun riferimento all’analisi del quadro delle esigenze del territorio. Tale analisi è fondamentale per far ben comprendere gli obiettivi generali da perseguire attraverso la realizzazione dell’intervento, i fabbisogni territoriali e collettivi posti a base dell’intervento proposto”.

Sono queste – va precisato – solo alcune delle indicazioni scritte, tutte comunque volte ad avere un quadro molto più dettagliato dell’intera operazione. Scendendo, ad esempio, nel dettaglio di alcuni elementi – il documento è molto tecnico – vengono esaminate le ricadute sulla mobilità.

“Si ipotizza un incremento di traffico di circa 3.996 automezzi all’anno derivanti dall’attivazione della terza linea, oltre ai già 15.400 automezzi derivanti dall’impianto di selezione rifiuti da raccolta differenziata preesistente. Non risultano invece documentati i volumi di traffico generati dalle linee attuali 1 e 2”, si legge nella relazione.

“Necessario anche descrivere e approfondire la valutazione d’impatto sulla viabilità esistente ipotizzando i punti di origine e arrivo, considerato che si rappresenta uno scenario di riferimento allargato a 4 province del territorio regionale, analizzando anche gli eventuali effetti sugli assi viabilistici all’interno del territorio comunale”. Così come diventa utile “descrivere meglio i flussi e le direttrici principali di transito ipotizzate ed i punti d’ingresso e di uscita degli automezzi dall’impianto al fine di avere una miglior rappresentazione della logistica complessiva dell’impianto, anche in relazione alla diretta adiacenza del raccordo della pedemontana e degli altri assi viabilistici urbani”.

Altro tema le emissioni. “Necessario analizzare e descrivere anche le eventuali emissioni di odori derivanti dai fanghi trasportati dagli automezzi”.

Lungo il capitolo dedicato all’impatto ambientale a partire dalla richiesta di un approfondimento sulle modalità di smaltimento dei rifiuti “prodotti dalla valorizzazione termica dei fanghi di depurazione ed i relativi effetti ambientali”.

Come detto, questi solo alcuni degli elementi che il Comune di Como ha sottolineato nel documento inviato in Regione. Ora si attendono i chiarimenti.

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6 Commenti

  1. Nel suo intervento il dirigente Giuseppe Ruffo scrive che “nella descrizione dell’obiettivo generale del progetto non si rileva alcun riferimento all’analisi del quadro delle esigenze del territorio. Tale analisi è fondamentale per far ben comprendere gli obiettivi generali da perseguire attraverso la realizzazione dell’intervento, i fabbisogni territoriali e collettivi posti a base dell’intervento proposto”.
    E te credo. Se alla Guzza vogliono trattare i fanghi di 4 capoluoghi di provincia di quali esigenze di territorio si sta parlando?!
    Quello che acsm-agam vorrebbe realizzare non è una struttura per il rerritorio.
    È un piano di investimento che su un territorio solo concentrerebbe le criticità di una macro-area molto più vasta. Per ottimizzare gli investimenti e massimizzare gli utili.

  2. Da non addetti ai lavori posso anche capirlo.
    Ma se quello è riportato è quello che ha scritto il Comune andiamo male.

    ACSM non ha ancora presentato nessun progetto e nessuna richiesta di autorizzazione.

    Ha solo detto che vorrebbe fare la terza linea e ha chiesto alle autorità competenti e alle amministrazioni coinvolte quali approfondimenti ritengono debbano essere inserite nel progetto definitivo, attualmente c’è solo un progetto preliminare tutto da sviluppare (anche sulla base delle osservazioni ricevute)

    Capisco che è una procedura nuova (introdotta a luglio 2021) ma prima bisognerebbe informarsi, e magari spiegarlo per bene onde evitare fraintendimenti e strumentalizzazioni.

  3. Inaccettabile per il nostro territorio! Ma come mai il comune, pur avendo consiglieri in acsm , non ne sapeva nulla??? Qualcuno di questi dovrà rispondere di mancata comunicazione

    1. Il VicePresidente di AGSM-AGAM, Dottoressa Nicoletta Molinari, è stata nominata dal Sindaco Landriscina su indicazione del Segretario suo omonimo di Fratelli d’Italia (articolo CZ del 22.3.2021). Sicuramente ha informato. Unico dubbio, chi prima?

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