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Ticosa, scossa Molteni (Ance): “Grave errore abbandonare il progetto”. Poi appello al candidato: “Le chiedo di riprenderlo”

Convegno di Fratelli d’Italia, questa mattina, allo Yacht Club, sui temi della rigenerazione urbana e della riforma del catasto. Ed è stato il presidente di Ance Como, Francesco Molteni, a dare una scossa alla sala rilanciando in grande stile il progetto portato avanti per un paio d’anni dalla Giunta Landriscina – con il supporto degli stessi edili – per l’area Ticosa.

Al tavolo, i deputati meloniani Alessio Butti e Tommaso Foti (che ha bocciato la riforma del catasto voluta dal Governo Draghi “nata sotto dettatura dell’Unione Europea e della Commissione Europea”), il candidato sindaco del centrodestra, Giordano Molteni, l’assessore all’Urbanistica Marco Butti, il presidente di Confedelizia, Claudio Bocchietti (contrarissimo a un nuovo “catasto patrimoniale, che è l’anticamera per eliminare le esenzioni Ici sulla casa e lede le famiglie”), il presidente di Ance, Francesco Molteni e l’architetto Giuseppe Tettamanti, presidente della Commissione Paesaggistica di Palazzo Cernezzi.

Dopo gli interventi a carattere nazionale, l’assessore di Palazzo Cernezzi, Marco Butti, ha fatto il punto sul lavoro svolto in Comune rivendicando la recente delibera sulle aree dismesse (in particolare puntando sui recuperi delle aree ex Mesa e Decathlon in via Cecilio, poi sull’area ex Scalo Merci dove è stato annunciato che saranno “spostati i bus turistici che oggi sostano in piazza Roma e nell’area dei giardini a lago, due aree che saranno liberate”).

Futuro Ticosa: Municipio, Santarella culturale, 1000 parcheggi. Hotel e negozi a Palazzo Cernezzi

 

L’assessore ha annunciato l’imminente arrivo in Commissione Paesaggio del progetto per il recupero dell’ex Banca d’Italia, zona dove peraltro anche il nuovo Piano del Traffico prevede l’eliminazione dell’area di sosta attuale in piazza Perretta. Nessuna indicazione specifica, invece, sul futuro dell’area Ticosa.

Il candidato sindaco del centrodestra, Giordano Molteni, non è entrato in dettagli specifici, premettendo di voler soprattutto “assorbire come una spugna” le indicazioni e le informazioni sulla città e sui temi specifici, ma puntando molto sulla crescita culturale di Como.

“Il primo punto che deve prendere in considerazione il candidato sindaco è fare una squadra, costituire un gruppo di lavoro scelto in base al volere popolare ma anche delle capacità – ha affermato – Dobbiamo far ripartire la macchina amministrativa, prendendo prima di tutto in considerazione i dirigenti del Comune. E poi, uno degli aspetti sarà coltivare rapporti culturali, essenziali per crescere. La città deve essere supportata da un livello culturale di primo livello: dall’Università al Conservatorio fino a tutti gli altri attori. L’economia cittadina – ha aggiunto – non può solo poggiare solo su turismo e settore alberghiero”.

“Non butterò niente a priori nel cestino – ha aggiunto Molteni – Valuteremo progetto per progetto, io non sono quello che arriva e cancella tutto ciò per cui si è lavorato e si sono spesi soldi pubblici. Abbiamo bisogno di attirare giovani, le teste migliori e per questo avremo bisogno di strutture sportive, ricreative, mense, dormitori. Dalla Ticosa, biglietto da visita che non va bene, dove ci sono strutture già edificate (la Santarella, ndr) che potrebbero essere rivalutate per fini culturali, al San Martino, che è un’area unica, dobbiamo recuperare ciò che abbiamo”.

“Io – ha concluso – voglio essere in sindaco capace di prendere decisioni, non accomodante. Sentiremo tutti, ma poi deciderò”.

Claudio Bocchietti (Confedilizia) è stato durissmo sulla riforma del Catasto del governo, facendo l’esempio comasco di “una casa in via XX Settembre di cento metri quadrati che se oggi paga Imu di 1.732 euro, pagherebbe 2.112 euro. E la tassa di registro, oggi di 12.181, andrebbe a 19mila euro. E non è vero che non ci sarebbe invarianza di gettito, aumenterà di sicuro”.

“Como è una delle città che ha l’85% di proprietari di casa – ha concluso Bocchietti – in un momento storico in cui le bollette aumentano, ci vorrebbe semmai una cedolare secca sulle attività commerciali, l’unica cosa buona che c’è oggi. Gli italiani versano 22 miliardi di euro di Imu, dobbiamo aggravare ancora il sistema sulla casa?”.

Il presidente di Ance, Francesco Molteni, ha poi riservato i “botti” finali parlando della Ticosa. Si ricorderà che il masterplan per la riqualificazione della zona – poi rimasto solo sulla carta ma che prevedeva il trasferimento del Comune nell’area dell’ex tintostamperia, la creazione di mille parcheggi e l’insediamento di verde e alcune funzioni commerciali – venne presentato proprio in Ance quattro anni fa.

Futuro Ticosa: Municipio, Santarella culturale, 1000 parcheggi. Hotel e negozi a Palazzo Cernezzi

“Il progetto sulla Ticosa che ai tempi il Comune presentò era ben fatto, molto più degli inutili 70 posteggi in fase di realizzazione adesso che non servono alla vita di Como e non risolvono problemi di afflusso – ha esordito il presidente di Ance – Purtroppo poi si è fermato tutto, un errore non solo della politica ma anche della città, che si è accontentata di qualche intervista alle categorie ma poi ha scelto di non scegliere ed è un peccato”.

“La proposta era valida e lo diceva anche il mondo internazionale dell’investimento immobiliare. Il Mipim di Cannes è la più importante vetrina del mondo in questo settore: vi partecipano le città e le nazioni. Il progetto per l’area Ticosa, per scelta di Cannes e non mia, c’è stato due anni al Mipim e abbandonarlo è stato un grave errore”. Infine, l’appello direttamente al candidato sindaco Giordano Molteni: “Chiedo a lei di riprenderlo in mano”.

Chiosa anche del deputato di Fdi, Alessio Butti, che ha rilanciato una sua “accusa di battaglia” alla Giunta Spallino che nel 1982 decise l’acquisto pubblico dell’area: “Noi viviamo un problema da 40 anni perché il Comune all’epoca acquistò quella struttura, facendo l’agente immobiliare”.

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2 Commenti

  1. ma non era nel Programma dell’Eterno Candidato ? Che ovviamente non sa che dire perchè sono concetti troppo difficili.

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