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“Per il turismo c’è un unico Lago, il Lago di Como”. Parola del super imprenditore lecchese doc Fabio Dadati

Ma allora il suo è il Lago di Como o il Lago di Lecco? “Lago di Como, sempre”. Sorride Fabio Dadati, lecchese, presidente di Lariofiere e imprenditore nel settore alberghiero. Dopo aver inaugurato con successo la Casa sull’Albero a Malgrate ormai dieci anni fa e il ristorante Da Giovannino nel 2017 dalla scorsa primavera sempre a Malgrate (quindi ramo di Lecco) ha aperto un 4 stelle lusso, l’hotel Promessi Sposi. Struttura alberghiera all’avanguardia recensita anche da Style Magazine del “Corriere della Sera” con un ampio servizio dal titolo però inequivocabile “Storie e tradizioni su quel ramo del lago di Lecco”.

“Come ho scritto su LinkedIn sono veramente felice e sono riconoscente alla giornalista ed alla testata, certo che quel titolo mi ha fatto sorridere. Visto che sono stato proprio io il primo a sdoganare oltre quindici anni fa il concetto che il brand vincente per tutto il territorio è “Lago di Como”, ramo orientale compreso”. Allora Dadati era assessore al Turismo della Provincia di Lecco. “E qui a Lecco mi guardavano tutti un po’ male – ricorda – ma il brand è unico, esiste il Lago di Como e, se vogliamo, Bellagio, nel mondo del turismo. Se invece parliamo del settore metalmeccanico è tutta un’altra storia. Io promuovo il mio hotel come Promessi Sposi Lake Como. E il turista percepisce il lago come unico e di questo ne ha beneficio anche il nostro ramo manzoniano, dove a parte Varenna, che ha sempre brillato di luce propria, il turismo non è mai stato sviluppato a sufficienza”.

Lei crede che la fascia alta sia sempre vincente per il territorio lariano?
E non potrebbe essere altrimenti – dice Dadati – Lo dico sempre anche agli amministratori dei comuni. Si deve puntare su strutture di alto livello con anche dei servizi per il pleasure, non soltanto per il business. I negozi della città di Como vivono grazie agli acquisti dei turisti che non faticano a investire duecento, trecento euro per un capo di abbigliamento o un paio di occhiali. Nel Lecchese lo stanno capendo, è l’unico turismo che crea ricchezza. Se stai sulla fascia bassa o sull’escursionismo, che non è turismo, dai una diversa connotazione anche al tuo territorio. Non puoi fare investimenti, assumere personale formato e così via.

Certo che sul Lago di Como non è sempre stato così.
E per questo già tanti anni fa si parlava di creare il Sistema Turistico Lago di Como. Ci hanno salvato negli anni difficili del secolo scorso, penso agli anni Ottanta, le grandi famiglie di albergatori, come i Passera, i De Santis, Villa D’Este, che hanno sempre tenuto la luce accesa. Oggi sono ancora loro a fare la vera promozione del territorio e a presidiare i mercati più importanti del mondo. Io li ringrazio sempre.

Quindi c’è un unico lago anche a Lecco, il Lago di Como?
Certo, per il turismo è così. Così come da vent’anni ripeto che il Lecchese è anche “Milano”, almeno nei bassi bacini parte dell’area metropolitana. Queste sono le due leve principali di sviluppo territoriale e turistico su cui mi sono sempre impegnato. Ma è una questione di visione – come ho scritto sempre su Linkedin – di riuscire a vedere come si può essere, cosa può diventare un luogo o un’azienda, partendo da una realtà completamente diversa. Si tratta di intuire il seme e immaginarlo adulto.  Ma allo stesso tempo avere la percezione dell’insieme, del tutto immateriale, e lasciarla connettere alle singole parti cercandone l’armonia; la ricerca continua della bellezza, intesa come raggiungimento della singolarità, della propria vocazione, e della connessione reciproca. Vale per le persone come per le comunità, per gli oggetti come per gli edifici, per gli imprenditori, i lavoratori, le aziende, le associazioni ed i sindacati, le scuole e le università, il volontariato.

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