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Volontari della spesa sfrattati dal Comune, Pozzoni: “Negato anche il confronto, la Como solidale ci sostenga”

Continua la polemica dei volontari dopo lo sfratto di “Supporto Attivo Como” dai locali comunali di Sagnino da parte dell’amministrazione comunale.

Ne abbiamo dato conto ieri, riportando anche le ragioni dell’amministrazione (articolo qui sotto).
Oggi a intervenire è direttamente il referente di Supporto Attivo Como, Gianluca Pozzoni, che rilancia il punto di vista delle rete di solidarietà sulla vicenda.

Denuncia Arci Como: “Il Comune ha sfrattato il gruppo di solidarietà a Sagnino, vergognoso”

Di seguito, il documento di Supporto Attivo Como.

Nel marzo dell’anno scorso, con il primo lockdown nazionale, alcuni dei nostri volontari si sono adoperati spontaneamente per consegnare la spesa in tutto il territorio di Como Nord alle persone più a rischio (anziani e/o fragili). In questo modo, si è consentito alle persone a rischio di rimanere in casa e ridurre la propria esposizione al contagio, contribuendo anche a limitare diffusione e impatto della pandemia stessa.

A mano a mano che la pandemia si protraeva e il suo impatto sociale aumentava, nell’estate del 2020 si è costituito ufficialmente il gruppo Supporto Attivo Como, che ha esteso il proprio raggio di azione a tutto il territorio cittadino e ha affiancato alla consegna delle spese a domicilio una attività di “spesa solidale”: grazie all’istituzione di punti di raccolta nei supermercati della città e alle donazioni degli stessi esercizi commerciali, ogni settimana abbiamo raccolto generi di prima necessità per fornire un sostegno concreto alle famiglie che versavano in condizioni di particolare difficoltà economica.

Riconoscendo l’importanza di questa attività, che integrava le iniziative già in atto nel comune di Como laddove queste non riuscivano a intercettare tutti i bisogni sociali del territorio, la giunta comunale ci ha concesso l’utilizzo gratuito di uno dei locali inutilizzati del Centro Civico di Como Nord allo scopo di immagazzinare e smistare i prodotti da noi raccolti.

In questo modo, in circa un anno di attività ininterrotta e grazie al tempo che abbiamo messo a disposizione gratuitamente e volontariamente tre giorni a settimana, abbiamo raccolto oltre 5,5 tonnellate di prodotti e consegnato oltre 1015 pacchi alimentari a 76 famiglie. Supporto Attivo Como è ora parte integrante del tessuto sociale cittadino e centinaia di persone colpite dalla pandemia dipendono dalla sua sopravvivenza.

Purtroppo, nella mattina di venerdì 25 giugno scorso abbiamo visto inaspettatamente negata la nostra richiesta al Comune di Como affinché la concessione degli spazi adibiti a magazzino venisse prolungata oltre la scadenza originariamente prevista per il 30 giugno 2021.

Le ragioni con cui l’amministrazione comunale ha rifiutato la nostra richiesta ci appaiono francamente incomprensibili dal momento che citano un non meglio specificato “contrasto con le previsioni regolamentari”, oltre a motivazioni aggiuntive ancora più dubbie quali: il venir meno dei vincoli agli spostamenti vigenti al momento della concessione (come se questi avessero qualcosa a che vedere con i bisogni delle famiglie che fanno parte della nostra rete solidale), il cambio di denominazione del gruppo (!), e l’installazione di due frigoriferi senza alcuna preventiva autorizzazione o concessione (nonostante la nostra richiesta esplicitasse il nostro impegno al rispetto delle condizioni di un eventuale rinnovo della concessione).

Su questa base, ci viene intimato di sgomberare gli spazi da noi occupati entro e non oltre il 15 luglio 2021. Le conseguenze di questa decisione sarebbero ovviamente gravissime: decine di famiglie del territorio verrebbero private di un sostegno essenziale alla loro spesa settimanale e le istituzioni locali dimostrerebbero di preferire che gli spazi comunali rimangano vuoti e inutilizzati anziché mostrare un impegno minimo ma concreto nei confronti delle necessità primarie delle persone che più hanno subito le conseguenze sociali della pandemia nel nostro territorio.

Purtroppo, la nostra richiesta di un incontro con la dirigenza competente del Comune di Como per discutere la questione prima della scadenza prevista è caduta nel vuoto.

Chiediamo quindi pubblicamente all’amministrazione comunale di rinnovare il riconoscimento che aveva fornito alla nostra attività – che nei prossimi mesi è destinata a rendersi ancora più essenziale a seguito della prevedibile decisione da parte del governo di non prolungare la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti in diversi settori produttivi – e di rinnovare quindi la concessione gratuita di uno spazio comunale per la raccolta di generi alimentari freschi e a lunga conservazione.

Invitiamo tutta la cittadinanza che ha a cuore la solidarietà e il mutuo aiuto a sostenerci nella nostra richiesta con i mezzi di cui dispone per giungere a una soluzione che consenta di continuare a fornire solidarietà concreta a chi ha subito e continua a subire le maggiori conseguenze sociali della pandemia ancora in corso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Una farsa: questa amministrazione nega un piccolo supporto – un locale altrimenti in disuso – a volontari che danno un contributo fondamentale al benessere dei cittadini in stato di fragilità. E i frigoriferi? Velleitaria scelta per chi distribuisce anche fresco…

  2. Penso che nessuna delle motivazioni mosse dall’Amm.ne Com.le valga il peso del lavoro svolto dai volontari. Mi chiedo inoltre perché non darsi la possibilità di un confronto dove chi amministra potrà far valere i propri diritti contrattuali senza privare il territorio di una servizio così importante e già strutturato.
    Un dissidio sulle pareti di alcune stanze che resterebbe inutilizzate non ha nessun valore paragonato all’assenza di un agito per la gente che ha sostituito quell’ambito che spesso il walfare istituzionale non riesce a effettuare.Come cittadina non posso che augurare alle parti di trovare un punto di incontro senza il quale gli unici a perderei sono sempre e comunque i più fragili, i meno rappresentati e tutelati.

  3. Ulteriore vergogna per la nostra amministrazione! Vergogna! Già i volontari fanno il vostro lavoro ( per il quale paghiamo con le nostre tasse gli stipendi di800 impiegati comunali) in più si mettono di traverso! Solo vergogna!

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