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Rivoluzione in provincia di Como: il ristorante Stella Verde Michelin si trasforma e diventa Àbitat

Rivoluzione per l’ormai ex Radici di San Fermo della Battaglia, il ristorante comasco Stella Verde Michelin (riconoscimento della celeberrima guida che premia i ristoranti particolarmente impegnati in una cucina sostenibile per metodo, filosofia, stagionalità e altro ancora) che ha trasformato materie prime selvatiche come erbe, fiori, germogli, alghe, licheni, muschi, bacche e pigne in piatti prelibati e conosciuto ben oltre il Lago di Como. Ora, con un cambiamento radicale di forma e contenuti, nasce Àbitat Restaurant sempre sotto la guida dello chef Mirko Gatti e della compagna Sara Pau, riferimento imprescindibile per la sala.

“Il ristorante Stella verde Michelin dall’ultima edizione della Rossa cambia completamente faccia, da una parte, e diventa dal 17 aprile Àbitat – spiegano dal ristorante – Un nome differente, una forma che stravolge e si stravolge, con il chiaro scopo di comunicare un’importante novità: il desiderio ormai maturo e consapevole di approfondire quella cucina primitiva, devota all’esaltazione di una natura dimenticata e selvatica, rendendola fruibile a curiosi e avanguardisti in modalità nuove, più dinamiche e interattive”.

Dalle Radici è stato creato un Àbitat, un “ecosistema” che vuole andare oltre il concetto di ristorazione, arrivando a fare vera cultura sulle tematiche che hanno contraddistinto il ristorante negli ultimi anni: “Cucina circolare, spreco zero, natura e ovviamente le 3 F: fuoco, foraging, fermentazioni. Un progetto complesso che si snoda in tre direzioni: Àbitat Restaurant, Àbitat Culture Hub e Àbitat Lab”.

Àbitat Restaurant, la cultura nel piatto

Il ristorante già Radici ha dagli albori impostato la sua offerta con tre differenti proposte: la carta, il menù Habitat e il menù degustazione Native. Rimarranno inalterati la carta e i tre differenti percorsi dedicati rispettivamente agli Habitat Foresta, Mare e Lago, delimitati in un arco di tempo ristretto, apposta per valorizzare e raccontare un determinato ecosistema nella sua stagione di massima espressione, attraverso materie prime inusuali e in eccesso, oltre che del territorio – circoscritto anche per il Mare in una manciata di centinaia di chilometri.

Cambia invece il menù degustazione Native. Oggi un mix tra piatti più comfort e portate più “spinte”, sempre connotate dall’uso di fermentazioni, cotture a fiamma viva e materie prime in esubero in natura. Domani, un vero e proprio percorso per addentrarsi nella filosofia del locale e conoscere l’incredibile mondo della cucina circolare e dello spreco zero.

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