E’ costata cara l’evasione dai domiciliari ad un trentenne comasco con numerosi precedenti penali, arrestato dai Carabinieri e processato per direttissima lo scorso 4 ottobre.
Accompagnato presso il palazzo di giustizia, l’uomo, in attesa che si tenesse l’udienza di convalida, ha avuto la sfortuna di incrociare due agenti della Polizia Locale che a loro a volta avevano appena tradotto in tribunale una persona arrestata con l’accusa di aver aggredito i componenti di una pattuglia, che lo aveva sorpreso alla guida di un ciclomotore in stato di ebbrezza alcolica.
Durante la permanenza nella saletta attigua all’aula d’udienza, agli agenti di viale Innocenzo sorgeva il sospetto che l’uomo appena arrestato dall’Arma potesse essere proprio l’autore del furto di una Toyota Yaris, portata via da una carrozzeria nella zona di via Donatori di Sangue.
La Toyota dopo essere stata sottratta era stata immortalata dal sistema di videosorveglianza di un distributore di carburante in via Varesina dal quale, in due circostanze, il conducente dopo aver fatto rifornimento si era allontanato senza pagare. A seguito di denuncia da parte del titolare della pompa di benzina, gli investigatori si accorgevano che la Toyota che aveva effettuato il rifornimento senza pagare era proprio quella sottratta pochi giorni prima.
Diramate alle centrali operative le foto recuperate dalle telecamere della stazione di servizio, non sono sfuggiti agli agenti della Polizia Locale il volto ed un vistoso tatuaggio sul braccio destro dell’uomo intento a fare il pieno.
Prima che si celebrasse il processo per il reato di evasione e di fronte all’evidenza dei fatti che gli agenti della Polizia Locale hanno immediatamente contestato, l’uomo confessava di aver sottratto la Toyota all’interno dell’officina e di aver fatto rifornimento più volte senza corrispondere il pagamento.
B.A., residente a Como, messo alle strette decideva di collaborare con gli inquirenti ai quali dava indicazioni per recuperare il veicolo lasciato in sosta nelle immediate vicinanze di via Muggiò (le chiavi dell’auto erano conservate nell’abitazione dell’arrestato).
L’autovettura, ultimati gli atti di rito, veniva riconsegnata alla legittima proprietaria, una donna residente in provincia di Varese, che si era rivolta ad una carrozzeria del capoluogo lariano per eseguire una riparazione.
Grazie all’intuito investigativo degli agenti della Locale, Il responsabile del furto, attualmente rinchiuso al Bassone, dovrà rispondere davanti ai giudici dei reati di truffa e furto aggravato.
4 Commenti
Bel colpo !
Bravissimi gli Agenti della nostra Polizia locale : hanno dimostrato di avere molte delle doti che dovrebbero distinguere tutti gli Agenti !!
A loro vanno i miei complimenti per l’interessamento alla propria missione , per la memoria visiva , per il fiuto e la prontezza d’ azione .
Fortunatissima la Signora che era stata derubata e che si è vista restituire la sua Toyota ; un po’ meno il condannato che però ha avuto quello che si è meritato e un soggiorno in un posto coperto , magari anche riscaldato , con vitto e “assistenza” .
Avrà tempo per meditare su quanto ha fatto in ripetute volte , e per pensare che solo un uomo onesto merita di essere chiamato UOMO .
E il comandante prende il bonus…
Congratulazioni!
Ottimo fiuto, bravi Agenti!