La mostra fotografica Nothing is Real è stata una delle punte di diamante dell’ultima edizione di Bellezze Interiori lo scorso settembre.
Ne parlammo diffusamente qui:
Così l’organizzatore, l’ex assessore e notissimo avvocato comasco Lorenzo Spallino, in questi giorni ha reso pubblico e fruibile gratuitamente il catalogo dell’evento.
“Bellezze Interiori si avvicina – spiega Spallino – non promettiamo nulla ma intanto rendiamo disponibile su Issu il catalogo di “Nothing is real”, la mostra dello scorso anno. Consigliamo la visione full screen (ultima icona sulla dx)”.
Ecco il catalogo:
L’inaugurazione di settembre (di Chiara Taiana):
La vera bellezza è quella che non solo si fa ammirare, ma è anche capace di far riflettere. E tra i tanti, splendidi eventi in calendario il prossimo fine settimana nell’ambito del festival Bellezze Interiori, la mostra di fotogiornalismo “Nothing is real” ospitata dallo Studio Legale Spallino è uno di quelli che è capace di farlo.
E lo fa delicatamente e involontariamente in giorni in cui Como è scossa da una morte, quella di don Roberto Malgesini, che ha toccato tutti. E in giorni di cancellate, coperte, dibattiti, proteste per chiedere una soluzione a un “problema” (mai parola più sbagliata quando si parla di vite umane) che si trascina da anni.
E questa mostra una soluzione non ce l’ha, né per questo né per altri problemi che affliggono la nostra società. Ma ha la bellezza e il pregio di far pensare. E non è poco.
Un percorso a più voci in cui cinque autori di fama internazionale (Victor Dragonetti, Heba Khamis, Carolina Rapezzi, Diego Ibarra Sanchez, Danila Tkachenko) si alternano a cinque nomi comaschi (Gin Angri, Simone Becchetti, Carlo Pozzoni, Filippo Taddei, Mattia Vacca) affrontando tematiche quanto mai attuali come l’inquinamento, il futuro delle nuove generazioni e, appunto, le migrazioni attraverso immagini capaci di mettere a nudo quello che, talvolta, guardando distrattamente non sappiamo vedere davvero.
“Questa mostra è nata dal desiderio di mettere in luce come foto scattate in luoghi lontani da noi ritraggono situazioni che non sono molto diverse da quelle che abbiamo fuori dalla porta di casa – spiega il promotore e “padrone di casa” Lorenzo Spallino – gli scatti fatti a un profugo chissà dove ci fanno riflettere, poi però magari lo stesso profugo l’abbiamo sotto casa e improvvisamente non è più bello”.
Un pensiero che si traduce in immagini che sono un pugno allo stomaco, di quelli che fanno svegliare, come “Luna” di Gin Angri con i piedi nudi di un senzatetto che dorme: “E’ una foto scattata due anni fa sotto il portico di San Francesco e oggi diventata attualissima – spiega Spallino – racconta una realtà che spesso non solo non vediamo, ma ci rifiutiamo di guardare e che, invece, forse aiuterebbe a capire che noi viviamo in un pezzetto di mondo protetto e non serve andare lontano per trovare realtà più difficili e complesse, basta uscire di casa”.
Una realtà fatta di esseri umani, prima che di nazionalità, colore della pelle e singole storie, che sono parte integrante della città, come racconta lo scatto #Comosiamonoi di Simone Becchetti, con la silhouette in controluce di un ragazzo davanti al Duomo di cui l’unica cosa che si riconosce è il suo essere una persona.
Poi c’è Carlo Pozzoni, che ha immortalato nello scatto “Il Quarto Stato albanese” i funerali del bambino ucciso 20 anni fa da un ragazzino poco più grande di lui a Mariano Comense, una storia da cui, ieri come oggi, sarebbero potuti nascere odio e vendetta e che invece si era tradotta in un invito, fatto dal padre della stessa vittima, alla calma e alla giustizia.
E poi ci sono i ragazzi che, messa tutta la loro vita in uno zaino, scappano tra i boschi dalla Bosnia alla Slovenia in “The Game” di Filippo Taddei o lo scatto “Primary education in rural China” di Mattia Vacca che racconta, nei giorni in cui anche i nostri figli riprendono la scuola, le difficoltà che incontrano i bambini in alcune zone rurali della Cina per accedere all’istruzione.
“Il fotogiornalismo non racconta la realtà ma solo un pezzo. Queste foto coinvolgono talmente tanti sentimenti che non solo ogni osservatore ne può dare la sua lettura, ma anche il fotografo può raccontare quello che vede secondo la propria interpretazione – conclude Spallino – sicuramente però immagini come queste posso aiutare a riflettere anche su quello che siamo, o sull’immagine che diamo. In questi giorni Como vista da fuori è il dormitorio che non si fa o la coperta strappata mentre in realtà siamo una delle città più ospitali del nord Italia, abbiamo una rete di volontari che altre città si sognano. Abbiamo anche tante persone che dormono per strada, è vero, ma possiamo fare molto di più che scegliere di non gestirli”.
NOTHING IS REAL
19-20 settembre
Studio Spallino, via Volta 66
Apertura sabato ore 14.30
L’ingresso alla mostra è possibile unicamente nell’ambito del festival Bellezze Interiori. È quindi necessario munirsi di biglietto per la manifestazione.
Info: bellezzeinteriori.it
In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo, con un testo critico di Luigi Cavadini.