Le segreteria del settore Funzione pubblicza di Cgil, Cisl e Uil continuano a denunciare il forte ritardo delle procedure assunzionali per i Centri dell’Impiego di Regione Lombardia, con effetti pesanti destinati a toccare anche la provincia di Como.
“A oggi infatti – spiegano i sindacati – i Centri per l’impiego della Provincia di Como hanno un numero di personale a tempo indeterminato appena sufficiente ad assicurare i servizi minimi di accoglienza/presa in carico degli utenti. In caso di assenze non programmate si mettono a rischio anche le più semplici procedure da effettuare a favore dei disoccupati”.
“Il personale a tempo determinato non è sufficiente ad annullare le gravi carenze di persole. Purtroppo con i prossimi 7 pensionamenti (entro marzo 2020) rischiano di determinare la chiusura del CPI di Appiano Gentile e contestualmente si apriranno gravi difficoltà operative per Cantù e Como – aggiungono Cgil Cisl e Uil – Regione Lombardia nel lasciare i Centri per l’impiego a gestione provinciale senza un reale investimento in termini di risorse umane ed economiche vuol dire, dal nostro punto di vista, non tutelare il proprio personale depauperato di professionalità e stimoli ma soprattutto non proteggere un’utenza già soggetta a difficoltà e in condizioni di disagio dovute alla mancanza di lavoro”.
Tre le richiesta sindacali c’è soprattutto “l’attivazione immediata delle procedure di reperimento del personale, affinchè si possa dare immediata risposta al personale che offre i servizi ed ai cittadini del nostro territorio. E’ per questo necessario un piano assunzionale in cui si vadano a colmare i deficit d’organico che possa sopperire alla mancanza di figure specialistiche e orientatori specializzati”.
“Ancora una volta – è la conclusione – così come abbiamo fatto per tutto l’anno 2018, rivolgiamo un appello alle Istituzioni, ai rappresentanti politici del territorio, con l’obiettivo di inserire nell’agenda il tema dei Centri per l’impiego. La Provincia di Como non può essere abbandonata in una condizione di disagio così elevata, in primo luogo per dare risposta a cittadini fragili e ad operatori stremati”.
2 Commenti
…. stremati pare esagerato… uno lavora per le ore per cui è contrattualizzato, o non erano abituati a lavorare in tal senso. ??
Amici sindacalisti, io ci ho provato in prima persona a spiegarlo a rappresentanti degli enti locali, ma evidentemente hanno fatto orecchio da mercante. Del resto, tanti di loro lo sono.