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Centrosinistra, ancora un vertice. E da Agenda Como 2030 ultimo appello a Civitas: “Basta tatticismi e rinvii. Ora le scelte”

Nuova vigilia calda dell’ennesimo tavolo teoricamente decisivo per il centrosinistra fissato per domani primo febbraio, in vista delle elezioni a Como.

A dare uno squillo, è il raggruppamento di Agenda Como 2030 che unisce Italia Viva, Azione e +Europa.

“Finito il tempo dei tatticismi, comincia quello delle proposte concrete per ridare a Como e ai comaschi una amministrazione efficiente, in grado di risolvere i problemi che si trascinano da anni e capace di affrontare le numerose sfide degli anni a venire, partendo da quella centrale della mobilità – si legge nella nota diffusa oggi – Agenda Como 2030 parteciperà al tavolo del centrosinistra convocato per il 1° Febbraio con l’obiettivo irrinunciabile di definire le linee programmatiche e ufficializzare definitivamente da parte di tutta la coalizione l’investitura di Barbara Minghetti quale candidata sindaca, già individuata come tale – oltre che da noi – anche da Partito Democratico, Svolta Civica ed Europa Verde”.

Il passaggio successivo sembra un monito a Civitas, la “gamba” della potenziale coalizione che come noto è ancora in bilico tra l’alleanza e la corsa solitaria eventualmente con Adria Bartolich candidata.

“È giunto il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, a cominciare da chi ha più peso elettorale – scrivono Azione, Italia Viva e +Europa – Il dialogo tra le componenti del centrosinistra dura da circa un anno, tempo più che sufficiente per chiarire definitivamente ogni aspetto che doveva essere trattato. Non si può rinviare oltre, la campagna elettorale è alle porte e la città ha bisogno di risposte chiare e progetti precisi. Ogni ulteriore rinvio o indecisione sarebbe una gravissima mancanza di rispetto verso i comaschi e un grave segno di debolezza della politica”.

“Agenda Como 2030 è pronta e la nostra posizione, così come i temi a noi più cari, sono stati resi pubblici da tempo – è la conclusione – Confidiamo che le altre forze che in questi mesi hanno partecipato al tavolo di coalizione avranno altrettanta chiarezza, decisione, e soprattutto responsabilità che dobbiamo dimostrare sia ora, sia quando il centrosinistra assumerà la guida della città: la credibilità di questo progetto passa innanzitutto dalla capacità di prendere decisioni, dare risposte e avere coscienza del ruolo cui si è chiamati”.

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3 Commenti

  1. Chissà se c’è veramente il bisogno politico di avere due Liste civiche nella stessa area di centrosinistra. Svolta civica nel 2017 ha raccolto quasi il doppio dei voti di Civitas, rispettivamente l’11% contro il 6%.
    Può essere comprensibile che per un pò di tempo un movimento, si dia, all’interno dell’area, ad una competizione senza sconti; ha il bisogno di ricavarsi un’identità, di raccogliere e fidelizzare una base elettorale, e senz’altro può legittimamente ambire a migliorare la quota dei consensi (e il peso contrattuale nelle coalizioni), ma, alla lunga, il frondismo tout court può risultare incomprensibile alla gente e non più pagante in termini elettorali.
    Così, se non si modifica in tempo la strategia, il rischio è che si retroceda verso dimensioni lillipuziane.

  2. Perché si da così tanto peso ai “penultimatum” e ai “ricattucci” di Civitas. Non sono in linea con la coalizione? È chiaro. Vogliono portare il PD nel loro campo e lasciare Svolta Civica, Agenda 2030 e Verdi a correre da soli? È evidente. Vogliono imporre i loro programmi e i loro candidati con i voti degli altri? È sempre stato così dal 2012 a oggi. Perché non hanno firmato il comunicato congiunto dell’ultima riunione? Mah…. Perchè continuamente invitarli? A ri-mah….
    Se vogliono correre da soli, corrano da soli e chissenefrega. Alla fine, se senza di loro la coalizione di centrosinistra dovesse perdere, se la vedranno con quelli di destra o anche peggio e saranno irrilevanti come ora. Se senza di loro la coalizione di centrosinistra dovesse vincere, saranno irrilevanti quanto ora. Alla fine, entrare o non entrare nella coalizione è un problema loro, non certo della coalizione. In sintesi, si parta guardando a chi vuole dare una svolta seria alla città per farla tornare a essere un posto dove chi ci abita, vuole anche viverci. Si lasci indietro chi non ci sta.

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