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“Autosilo, incassi al Sant’Anna”. Regione, 2013: la grande bugia votata da tutti i comaschi – Il documento

A fare i cattivi, si potrebbe titolare queste righe “Pinocchi”. Ma andiamo oltre.

E passiamo direttamente alla mozione che il consiglio regionale – epoca Roberto Maroni – approvò il 17 settembre 2013. Un documento – qui lo trovate integrale, alla memoria – che conteneva questo periodo, testuale: “[E’] Ritenuto opportuno procedere sia alla riduzione delle tariffe per gli utenti, sia all’esenzione dal pagamento per i dipendenti dell’ospedale Sant’Anna, nonché prevedere una suddivisione del gettito derivante dagli incassi in modo da garantire che gli stessi per una parte vengano riservati all’azienda ospedaliera e per la parte rimanente siano destinati agli enti locali sottoscrittori dell’Accordo di programma, anche in relazione alle spese annualmente sostenute per l’adempimento degli impegni”.

Dunque, 6 anni fa il consiglio regionale – evidentemente conscio della stortura che un milione di euro circa sia unico appannaggio del Comune di San Fermo, benché regolarmente – si impegnò unanimemente e politicamente a realizzare una nuova suddivisione.

Ma non basta. Di chi fu la proposta, di chi furono le firme in calce alla mozione sottoposta all’assemblea milanese per la successiva approvazione? Di tutto lo “stato maggiore” politico del Comasco, almeno all’epoca. E dunque ecco apparire come proponenti Alessandro Fermi (Forza Italia), Daniela Maria Maroni (Maroni Presidente), Francesco Dotti (Fratelli d’Italia), Dario Bianchi (Lega), Luca Gaffuri (Pd) e Stefano Buffagni (M5S).

Ma se poco – almeno perché al Pirellone non hanno mai governato dal 2013 a oggi – si può imputare a Gaffuri e Buffagni, suona stridente il clamoroso mancato rispetto di quell’impegno a 6 anni di distanza. Sia a sinistra (Como città era ed è stata del centrosinistra fino al 2017), sia con il centrodestra che oggi da Milano, passando inevitabilmente per le cabine di regia della Sanità lombarda a lariana, fino alla stessa San Fermo guidata da Pierluigi Mascetti, regge tutti i timoni che contano. E adesso potrebbe convocare il tavolo per cambiare l’accordo di programma del lontano 2003 anche adesso, se i suoi big lo volessero.

Il non farlo offre un destro chirurgico, dunque, al consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo, che rilancia ancora la battaglia per destinare almeno una parte degli incassi dell’autosilo del Sant’Anna all’Asst Lariana e dunque all’ospedale.

“La mozione del 2013 e il no espresso ufficialmente da Turba anche alla mia proposta bocciata ieri dal centrodestra dimostra come Lega e Forza Italia antepongano gli interessi di partito e gli equilibri interni a quelli degli ammalti, dei parenti e dell’ospedale stesso. In 6 il centrodestra ha avuto tutto il tempo necessario per tener fede all’impegno del 2013 e nessuno ha mosso un dito, anche se lo stesso Fermi e la Lega votarono in quella direzione. E’ vergognoso”.

Orsenigo, poi, replica ancora al sottosegretario comasco della Lega, Fabrizio Turba (qui le dichiarazioni del leghista con la possibilità almeno di un ribasso delle tariffe). “Cerca di sostenere l’insostenibile – afferma il consigliere regionale del Pd – La verità è che nessuno vuole scomodare il sindaco di San Fermo, che è stato candidato alle provinciali del 2018 dal centrodestra. Si vuol far passare me come quello che chiede di non rispettare l’accordo di programma: nulla di più falso, chiedo solo che chi può lo modifichi. Comunque le due strade percorribili sono aperte, la prima è la necessaria moral suasion su Mascetti. La seconda, che ho messo in una nuova interrogazione, è capire giudiricamente se quell’accordo di programma che non ha una scandenza è regolare. Mi aspetto risposte chiare”.

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