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Dal ritorno del traffico nella Ztl a “Patrizia telefonami prima”: l’eterno scontro Lissi-Rapinese

Sono i due veri “arcinemici” di questo primo scorcio di nuova Amministrazione: Alessandro Rapinese e Patrizia Lissi. Due mondi lontanissimi, due forme di pensiero, azione ed espressione agli antipodi, un fossato politico a separarli. Questo è il miniracconto di una lotta appena iniziata ma che sembra destinata a segnare i cinque anni in arrivo.
Partiamo dal caso più recente. Consiglio comunale del 14 settembre scorso, discussione sulle linee programmatiche del sindaco per l’intero mandato. Lo scontro è vario e su più fronti, parte Lissi. Dapprima sul sarcastico (“Sullo spostamento a Como della maternità del Sant’Anna sa quanta gente si è sdraiata a terra dal ridere?”), poi con virata meno ridanciana, puntando sulle promesse passate di Rapinese: “Mi ricordo quando aveva detto che se fosse diventato sindaco avrebbe riportato le macchine ai Portici Plinio, in piazza Roma e in via Garibaldi, solo che adesso, siccome capisce che nessuno vorrebbe rivedere auto e bus, allora dice che vorrebbe allargare la Ztl (riferimento quest’ultimo alla volontà di liberare dal traffico le piazze Perretta e Volta, Ndr)”.

Scatta la reazione del sindaco con intervento per fatto personale: “Lei ha detto che io avrei voluto portare le auto ai Portici Plinio. Non ho mai detto ai Portici Plinio, vorrei sapere dove l’ha letto. Mi piacerebbe avere con calma il riferimento specifico, lo vorrei ricevere con tutte le prove”. Il documento a cui si riferiva, almeno in parte, Lissi è sicuramente quello del 28 maggio 2014 – l’epoca dei cortei dei lumini più o meno – in cui Rapinese garantiva che “appena sarò sindaco i cittadini potranno ritornare a transitare con i loro veicoli nelle vie recentemente inserite nella Ztl, gli autobus torneranno ai comodissimi portici Plinio e ripristinerò anche i parcheggi blu sterminati nella nuova Ztl”. Come andrà a finire in aula, si vedrà.

Poi i due contendenti hanno incrociato i metaforici guantoni anche sull’annuncio dell’Amministrazione di voler dare seguito all’Emergenza Freddo per i senza dimora, grazie al rinnovo dell’intesa con la Provincia sull’uso dell’ex caserma dei Carabinieri in via Borgovico. “Lei aveva raccolto le firme per cancellare l’Emergenza Freddo dicendo che il sito non andava bene, adesso invece sì. D’altronde lei raccolse le firme anche per dire no al monumento di Libeskind e per l’autonomia del quartiere di Albate”, ha affondato Lissi. Ma qui la difesa del sindaco, negando il dietrofront, è stata di fino: “C’era la parola clandestini nella raccolta firme? (sì, c’era, la petizione online si intitolava effettivamente “No al dormitorio per clandestini”, Ndr). Prima di citare, legga bene, il diavolo sta nei dettagli”.

Ma se questi sono i “botti” più recenti, tutta l’estate è stata segnata dalla battaglia a due.

A margine della brutale violenza ai danni di una donna da parte di uno straniero irregolare a pochi passi dal Tribunale, lo scorso agosto, Rapinese si espresse in questi termini su La Provincia: “Se io fossi il legislatore non consentirei la libera circolazione a chi non ha i documenti in regola. E mentre si attende che vengano rimpatriati, ci sono ampie zone deserte della Barbagia che potrebbero ospitarli. Abbiamo già abbastanza delinquenti autoctoni che non mi pare il caso di importarne altri. Ai clandestini non dovrebbe essere consentito l’accesso nel nostro Paese, certo poi c’è una parte della politica che li adora”.

Lissi replicò (assieme al collega di partito Stefano Fanetti): “Parla come un Salvini qualsiasi e la sua invocazione smentisce le promesse in campagna elettorale come ‘avrò pugno di ferro su chi pensa che Como sia una città allo sbando’. Invocazione che rende ancora più ridicoli gli attacchi in Consiglio comunale, quando invitava Prefetto, Questore, Comando dei Carabinieri, Finanza e Polizia Locale a ‘smettere di giocare a bridge’ e fare qualcosa per via Anzani. Invocazione che rende ancora più assurda la proposta di Rapinese di istituire un coprifuoco di 12 ore per migranti, nel 2017. Ora invece il sindaco chiede che sia il legislatore a darsi una svegliata”.

Ma non soltanto su temi così pesanti è andata in scena la siderale lontananza tra il primo cittadino e la capogruppo del Pd. Il 22 agosto scorso, infatti, divampò un botta e risposta di fuoco tra i due, sebbene a distanza, sulle condizioni della stazione di Camerlata. In una nota firmata assieme all’altro consigliere Dem Gabriele Guarisco, Lissi denunciò le condizioni dello scalo: “Tra rifiuti abbandonati e immortalati anche su Google Street View, barriere architettoniche, buche aperte e auto parcheggiate dove capita, il posteggio della stazione di Como Camerlata in via Scalabrini è da tempo un luogo di degrado e abbandono che implora pietà”.

In diretta video, Rapinese – direttamente dalla stazione – la mise sul sarcastico tendente al velenoso, dando del tu all’avversaria: “Volevo dare un suggerimento alla Lissi: il mio cellulare ce l’hai se vuoi, la prossima volta, chiamami. Capisco che bisogna dimostrare che Rapinese è un disastro, ma chiama pure gli uffici se vuoi, poi se vuoi un titolo sul giornale ci sta, ma se mi avessi chiamato avresti evitato di mettere in luce un aspetto della nostra pianificazione perché, visto che la Giunta Rapinese non è fatta di babbei ma di persone mediamente intelligenti, entro ottobre questo parcheggio sarà perfettamente asfaltato perché era già programmato. Io e te potremmo piuttosto eliminare un’enorme barriera architettonica, costata un milione di euro che hai costruito tu col Pd, dove i disabili non possono accedere: il ponte su via Badone”.

Si potrebbero aggiungere decine di altri episodi densi di scintille e affondi verbali (il caso via Del Dos da solo ne riserva infiniti), ma il sunto è già esaustivo. Un nuovo derby è iniziato a Palazzo Cernezzi. E nessuno sa quando – e forse persino come – finirà.

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4 Commenti

  1. È divertente come il Rapinese Sindaco si faccia stressare dall’opposizione. E dire che Patrizia Lissi si limita solamente a far notare ciò che potrebbe essere fatto senza atteggiamenti irriverenti e tanto meno insultanti. È divertente perché il modo con cui per tanti anni si è comportato il Rapinese d’opposizione è stato alquanto aggressivo e a volte sgradevole per i Sindaci che da allora si sono succeduti. Riuscì perfino a far perdere le staffe al “buon” Sindaco Landriscina che lo trattò come un Preside di scuola tratta lo studente ineducato. Peccato! Ho sempre pensato che il suo modo fanciullesco di fare opposizione fosse l’espressione della sua assoluta dedizione alla città, invece, questa sua malcelata irritazione nei confronti dell’opposizione altrui, dà la dimostrazione che l’unica dedizione che conosce è a sé stesso e alle sue personali ambizioni. Un’altra occasione mancata per la città.

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