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E Federico Broggi sbottò (contro casa sua): “Rimpasti, manovre di palazzo. Pd esci dall’ombra, batti un colpo”

Lucio Dalla parlerebbe probabilmente di sera dei miracoli.

Ma senza scomodare l’anima dell’immenso cantautore, dopo l’artiglio del sindaco di Olgiate, Simone Moretti, oggi la politica comasca regala un altro squillo inaspettato non da poco. E in tempi di pandemia e di sonno vero, profondissimo del panorama comasco, non è poco.

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Questa volta ci spostiamo a Solbiate con Cagno, geograficamente. Politicamente, invece, siamo nel cuore della segreteria provinciale del Pd. Comunque sia, sul doppio uscio del sindaco segretario comasco dem, Federico Broggi. Un tipo serio, pugnace finora soprattutto – se non soltanto – con il campo avverso, e che invece stasera regala un colpo d’ala diretto tutto in casa propria.

Il tema originario è il rimpasto della giunta regionale, con il probabilissimo addio alla poltrona della Sanità di Giulio Gallera e forse anche con il possibile ingresso a Palazzo Lombardia della comasca Alessandra Locatelli.

Giunta regionale Lombardia, in lizza anche Alessandra Locatelli per il rimpasto

Ma il punto di vista espresso da Broggi è molto più pungente se rivolto in casa Pd.

“Quindi Gallera pagherà per tutti e la sua testa sarà immolata – inizia il discorso di Broggi affidato ancora una volta a Facebook – Colui che avrebbe dovuto diventare il futuro Sindaco di Milano, lo sfidante di Sala, l’Assessore intoccabile, ora è sacrificabile. Una parabola politica durata un anno e un cambiamento deciso non da Fontana. Prendiamo tutti atto che evidenziava gli errori commessi, forse, non sbagliava come gli veniva detto”.

Un avvio classico, insomma, con seguito altrettanto classico sempre diretto verso la giunta Fontana e il centrodestra.

“A me però non importa nulla di Gallera, ma il nome di chi ci sarà – continua il segretario provinciale del Pd – E non basterà ricilare l’ex Sindaco Moratti, non basterà capatultare gente vicina al lider maximo, serve un Assessore in grado di gentire h24 il tema vaccini, su cui la Regione non può permettersi ulteriori ritardi. Ora attendiamo ‘con ansia’ di vedere le evoluzioni romane (in altri momenti sorrideremmo, oggi no) per capire quali teste salteranno e per sapere se si potrà tornare a definire un piano di rilancio del Paese post Covid”.

Ma a questo punto, a Broggi “cade” il pepe (democratico) sulla minestra.

“Mi auguro il PD esca dall’ombra e batta un colpo. Questo silenzio è assordante – affonda il segretario comasco dei dem – A Roma, così come a Milano, non ci si sta rendendo conto che la percezione della gente è che si stiano solo facendo manovre di Palazzo in tempo di emergenza. Un sussulto di orgoglio, vero, sarebbe gradito. Un rimpasto, un riposizionamento sarebbe umilante per tutti”.

Parole pesantissime, sia in assoluto sia – anzi, ancor più – per il ruolo che Broggi riveste nel Pd. Con domanda finale, sempre rivolta verso casa: “Recovery, Mes, vaccini, rilancio economico di Italia e Lombardia, scuola. Che risposte? Attendiamo”.

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