L’acume non le manca affatto e la politica, in due anni e mezzo da consigliera comunale, l’ha imparata.
Oggi però ha mostrato un talento in più: capacità muscolari inattese e nessuna tolleranza per abusi e ingiustizie.
La mai-sopra-le-righe Elena Canova (Forza Italia) ha sfoderato paletta e fischietto per spiegare, con consueta eleganza, che, no, non ci sta.
Tema: la sosta selvaggia vicino a piazza Volta, innesto con via Rubini.
Denuncia Canova un abuso sistematico da parte di auto senza permesso negli stalli riservati ai residenti. E soprattutto sottolinea l’abitudine alla violazione, pare statisticamente significativa, da parte dei ticinesi.
Ecco l’intervento integrale di questa sera in Consiglio comunale, con contestuali frecciate all’Amministrazione:
Mi faccio portavoce del problema del parcheggio residenti di piazza Volta.
A qualsiasi ora del giorno i parcheggi sono occupati da macchine senza permesso, molte delle quali targate Ticino.Molti residenti hanno provato a chiamare i vigili per risolvere questo problema ma quasi sempre è stato risposto loro l’impossibilità d’intervento per limitazioni di personale o in altri casi l’intervento giungeva troppo tardi, costringendo così i cittadini a parcheggiare altrove.
Puntualizzo che questa non vuole essere una critica alla polizia locale, che probabilmente in carenza di personale si trova in difficoltà, ma una soluzione va indubbiamente trovata (Es. Vigile elettrico, rimozione dei veicoli o semplicemente una maggiore controllo predisposto per quell’area).
Forse sembrerà banale ma vi assicuro che pagare quasi 400€ all’anno per un parcheggio e trovare ogni giorno i posti occupati da veicoli senza permesso e, pertanto, non legittimate è frustrante; ancor di più non trovando il supporto necessario da parte dell’amministrazione comunale.
Visto poi quanto si è zelanti nel multare le attività commerciali per una sedia spostata di 20cm si chiede almeno altrettanto zelo nel risolvere tale situazione così da poter garantire ai cittadini di poter parcheggiare dove dovuto!
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7 Commenti
Ma adottare le ganasce alle ruote e’ davvero impossibile? Potrebbero tranquillamente metterle gli ausiliari del traffico invece che multare chi ha sforato di 5 minuti? Il vigile elettronico per gli svizzeri non serva a nulla, devono pagare subito sennò macchina rimossa e pagamento immediato!
Si parla di sosta vietata e qualcuno riesce sempre a confondere il burro con la ferrovia, ma che cacchio c’entra il sovranismo e i partito politico ( baluba ??) con la maleducazione e l’egoismo delle persone, siano svizzere o italiane. Mah
E vogliamo parlare dei posti moto occupati puntualmente dalla macchina di turno? E non solo macchine Ticinesi e non solo in Piazza Volta (vedi via Cadorna, fronte Conservatorio, o i posteggi di viale Lecco adiacenti il Municipio).
L’atteggiamento che hanno molti ticinesi nei confronti dell’Italia e delle sue leggi, non è molto differente da quello che hanno molti nostri concittadini. L’Italia è un Paese dove il 17% del PIL è evaso, dove spesso i “furbetti” usufruiscono di sanatorie fiscali, dove molti partiti, “baluba” in testa, pensano al mondo degli evasori come un potenziale bacino elettorale. Un Paese così fa fatica a essere preso sul serio da gente che è abituata nel loro (in alcuni Cantoni) a trovarsi la Polizia a casa se taglia l’erba la domenica.
Per pretendere che ci prendano sul serio, dobbiamo cominciare a prenderci sul serio noi. Il “sovranismo” serio deve concretizzarsi dal rispetto dei propri doveri di cittadini altrimenti continuerà ad essere la solita cialtroneria da “baluba”.
Certo Elena vero come e’ anvora vero che il Comune di Como non riesce a recuperare le sanzione inflitte agli Svizzeri !!!!
Quante proposte !!!
ma come sempre a Como manca la volonta’ di trovare le soluzioni o forse …..non ci si vuole tanto impegnare.
Io propendo per il secondo motiv ????
Non che targhe svizzere significhino automaticamente automobilisti svizzeri: su decine di migliaia di frontalieri, chissà quanti guidano una macchina targata Ticino.
Brava Elena, la multa allo svizzero fastidioso non solo è un dovere, ma un atto di giustizia internazionale per come trattano gli italiani nel loro ottuso e orrendo confine.