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Elezioni, Landriscina: “Ricandidarmi? Non alleato a questa Forza Italia. La coalizione di cinque anni fa non c’è più”

(Questa intervista è uscita sul numero di ComoZero Settimanale del 18 febbraio e ovviamente non tiene conto di alcuni sviluppi successivi nel dibattito politico e pre-elettorale, anche se il giorno stesso ha portato la reazione durissima de coordinatore provinciale di Forza Italia, Mauro Caprani: qui tutti i dettagli)

“Finalmente sto bene, nel senso che certi fatti accaduti mi hanno dato libertà. Una libertà prima condizionata dal quotidiano lavoro per tenere insieme la coalizione. Ora una parte si è affrancata, certo resto responsabile e lavorerò fino alla fine per la città, ma un connubio si è interrotto”. Un totalmente inedito Mario Landriscina ormai vicino alla fine del mandato da sindaco di Como si slaccia la cravatta, si siede comodo e canticchia una sorta di “quello che i sindaci non dicono”.

La prima domanda è ovvia, si ricandida?
Ci arriviamo. Oggi si è, come dicevo, interrotto un connubio nato non per mia scelta cinque anni fa.

Parla dell’alleanza di centrodestra che la portò alla vittoria.
Fui contattato da Alessandro Fermi (all’epoca Forza Italia, oggi Lega, Ndr) e da Nicola Molteni (Lega), mi chiesero se fossi disponibile a mettermi a servizio della città, la mia era una storia di servizio al pubblico (medico rianimatore, capo del 118, Ndr). Ho capito solo dopo che questa cosa non era stata condivisa con tutti, mi dispiace.

Riferimento a Fratelli d’Italia che peraltro lo scorso dicembre, di fatto sfiduciandola, ha presentato l’ipotesi Stefano Molinari candidato sindaco 2022 (ora ritirato).
Mossa legittima, non ci sono impegni scritti. Avranno giudicato necessario il cambiamento, io non partecipo ai tavoli, ne ho convocati pochi che hanno portato pochi risultati, sarà un mio limite (sorride, Ndr). Le dinamiche politiche mi sono estranee, il mio metro è l’interesse della città.

Negli anni l’hanno accusata da diverse parti, e per molti versi comprensibilmente, di non essere politico.
Io non nasco politico, sono contento di essere espressione di un laicato che peraltro all’epoca era stato individuato come l’occasione per riposizionare il centrodestra. Ora mi rimproverano a diversi livelli di una mancata posizione politica. Cito sommessamente il presidente Draghi, che è un tecnico: “Io non avevo bisogno di politica e non ne avrò bisogno in futuro”. Ecco. Poi mi hanno accusato di mancare su altre due componenti oltre a quella politica, anche quella amministrativa e comunicativa. Sono sereno.

Però la domanda resta: si ricandida?
Il centrodestra cerca equilibrio, io sono molto contento della mia Civica Insieme. Bellissima esperienza con i consiglieri rimasti fedeli. Mi pare che la lista abbia deciso di restare sulla scena. Rispondo a livello personale: per quanto mi riguarda non cambiando i vertici provinciali di Forza Italia è impossibile prendere in considerazione qualsiasi ragionamento con chi ha annunciato che avrebbe dato fuoco a chiunque avesse riproposto il mio nome per le elezioni (Mauro Caprani, coordinatore azzurro, Ndr).

Quindi è un no? Quantomeno a una certa coalizione.
Sono a disposizione della Civica. Decideranno loro e condividerò qualsiasi scelta, aiutandoli sempre e comunque.

Nì, allora. Non dice: ho finito, vado.
Non l’ho detto ma non ci sono sottomessaggi tipo “portate avanti la mia candidatura”. Il mio è spirito di servizio, se vorranno candidare altri o scegliere alleanze io non batterò un ciglio.

A meno di un anno dalla sua elezione, su queste pagine disse: “Non mi ricandido”.
Fu una grande ingenuità, volevo solo far capire a tutti che non è che uno si innamora del potere e non lo sa lasciare. E’ con lo stesso spirito che ho chiesto alla Lista di fare serenamente tutte le valutazioni. E lascerei spontaneamente se me lo chiedessero. Sarebbe più comodo sfilarmi subito, non crede? Cinque anni fa ho vinto e ora vado. Ma per indole non mi arrendo, non rinuncio alle sfide. Quindi lascio all’establishment di Insieme le decisioni.

Ha un nome in tasca per un’eventuale successione?
Non mi faccia bruciare qualcuno.

Ah, allora lo ha in mente.
Se qualcuno, nei famosi tavoli, me lo chiedesse saprei cosa rispondere e quali nomi fare.

Facciamone uno: Elena negretti?
Non parlo.

Torniamo all’inizio, ha parlato di Fermi e Molteni. Hanno sacrificato il suo nome sull’altare di una vittoria necessaria a prescindere?
Non lo so. Tutto è mutevole e la politica oggi vuole ribadire la propria centralità scegliendo un candidato politico. Una visione laica non va bene, deduco.

Si è sentito o si sente usato?
Usato non mi piace. Diciamo che cinque anni fa è stato impegnato il mio nome, forte di un’esperienza decennale.

E dopo quasi cinque anni si promuove o si boccia?
Ho commesso errori per poca esperienza iniziale ma mai niente di fatale e non punto il dito su chi c’è stato prima. E’ una poltrona rovente, il governo amministrativo è una responsabilità enorme. Ho fatto volentieri questa esperienza durissima ma che ha dato anche enormi soddisfazioni, siamo diventati Città Creativa Unesco. Triste che la politica non abbia celebrato questo riconoscimento pur di non gratificare un sindaco.

Anche gli alleati non si sono sprecati.
Lega e Civica, sì.

Non ha pensato un po’ troppo in piccolo?
Sono stati anni difficili, il mondo si è fermato, due quinti del tempo sono stati bruciati dalla pandemia. Però vorrei ricordare che ho firmato un documento coi sindaci di Varese, Lecco e del Ticino perché i governi svizzero e italiano si attivassero sul fronte dell’asse ferroviario internazionale, ho lavorato e scritto volumi per un miglioramento delle Ferrovie Nord nel tratto Grandate-Como.

Ma all’atto pratico poi?
Devo dire che la città in tutte le sue articolazioni, anche parlamentari, non è in grado di incidere.

Un consiglio a chi verrà dopo di lei (salvo un suo ritorno in scena).
Ho le idee chiare su tante cose, in futuro la spesa corrente la farà da padrona e le entrate saranno minori. La richiesta di sostegno alle categorie fragili aumenterà ancora. Io consiglio di fare molta attenzione alle promesse elettorali. Infine, una cosa cui tengo.

Certo.
Qualcuno dice che aspetto incarichi. Io non ho crediti o debiti, non attendo nomine, non sono a libro paga di qualcuno. So badare a me e al mio futuro, deve essere molto chiaro.

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Un commento

  1. Non ci sono dubbi. Il nostro Sindaco è una persona per bene e, probabilmente, questa è la causa delle sue difficoltà politiche. La sua candidatura è stata bruciata prima ancora che vincesse le elezioni. La dimostrazione sono stati i vorticosi cambi di casacca che gli eletti della lista civica “non fedeli” hanno operato dopo pochi mesi dall’inizio del mandato, l’uscita dalla Giunta degli Assessori di Forza Italia, i valzer degli assessori con cambi di partito e il tutto condito di una serie di imboscate per tutta la durata del mandato ai danni del Sindaco e degli Assessori a lui più fedeli. Poi, oltre a questo, il comportamento degli stakeholder, in primis le associazioni di categorie, che hanno condizionato la gestione con una serie di richieste che sembravano per il tono e per i contenuti quasi delle estorsioni di credito politico. Come dire, senza di noi non vai da nessuna parte. A questo si aggiungono i problemi della pandemia e le difficoltà che quotidianamente tutti i Sindaci devono affrontare; la mancanza di idee chiare sui temi fondamentali della città e una lentezza e approssimazione burocratica a volte sconcertante. Indubbiamente non è stato facile per lui e di conseguenza per tutti noi.
    Quello che invece non si può che non rimproverare al nostro “buon” Sindaco è l’incapacità di tenere a bada le segreterie dei partiti che hanno appoggiato la sua candidatura. Un altro alla prima trappola li avrebbe mandati tutti a quel paese. Una persona stimata come il Dott.Landriscina che si dimette avrebbe screditato così tanto i politici responsabili delle sue dimissioni da inibirgli la vittoria alle elezioni successive. Partiti che si muovono in ottica di potere politico sarebbero tornati rapidamente nei ranghi. Avrebbero ingoiato molto di più, bastava semplicemente ricordargli che le elezioni le ha vinte principalmente il Dottor Landriscina. L’unico in grado di far dimenticare dopo solo cinque anni il disastro Bruni. Questo è l’errore principale che ha fatto. Non si è accorto di avere un potere politico e una considerazione personale imparagonabile a quella dei segretari provinciali e cittadini dei partiti che lo appoggiavano. Le persone per bene non danno troppo peso al proprio potere ma solo alle proprie responsabilità. È quello che li frega!

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