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La sconfitta di Molinari: “Determinanti lago e Rovellasca. Tre dirigenti hanno fatto scelte diverse ma il partito è con me”. Salta qualcuno? “Faremo valutazioni”

L’esito delle ultime elezioni regionali lombarde non difetta per niente di notizie e colpi di scena per il centrodestra comasco. Dal clamoroso ritorno alla ribalta politica dell’azzurrissimo Sergio Gaddi (qui l’intervista) alla macchina da preferenze leghista Alessandro Fermi (qui tutti i numeri) fino alla netta affermazione della sindaca di Argegno, la meloniana Anna Dotti (qui l’intervista). Ed è quest’ultimo punto che conferma quanto da settimane, tra il chiaro e lo scuro, ci veniva raccontato dalla casa dei Fratelli comaschi. Una separazione, quando non guerra, intestina che ha portato una fetta del partito a schierarsi contro il coordinatore provinciale Stefano Molinari, sulla carta favorito ma nei fatti sconfitto dall’emergente giovane del lago.

Molinari, come va?
Prima di tutto voglio dire che il risultato, cioè 2.930 preferenze, che non sono poche, è molto soddisfacente. Me lo avessero detto ci avrei messo la firma. Dopodiché qualcuno ne ha prese più di me.

Un bel po’ direi, con 3.422 preferenze Anna Dotti la stacca di 519.
Hanno pesato il lago e Rovellasca.

Dove il sindaco Sergio Zauli non ha preso benissimo l’esclusione dalla corsa regionale (qui i dettagli) e si è schierato con Dotti di fatto dichiarandole guerra.
Nessuno mi ha dichiarato guerra, sono state fatte scelte diverse.

Sì ma si potrebbe dire che avesse una buona fetta del partito contro, risultati alla mano.
No, non direi. C’erano tre persone del partito, c’è il lago che ha fatto la differenze perché punta molto sulla territorialità come evidenziano i numeri per dire di Argegno e Tremezzina. Dotti ha vinto lì. Io ho recuperato in città con oltre 750 preferenze, ho avuto un ottimo risultato anche a Campione d’Italia, ho vinto di poco in quasi tutti gli altri paesi della provincia. Quindi no, non c’è un partito contro.

Mi riferivo alla dirigenza.
Ci sono tre persone che hanno fatto scelte diverse.

Le nominiamo?
Zauli, Tenace e Marcato (rispettivamente: responsabile degli enti locali, supervisore dei coordinatori territoriali e coordinatore territoriale della Bassa, Ndr). Poi uno o due presidenti di circolo in città. Per il resto il partito è con me.

I consiglieri comunali Tufano e Cantaluppi hanno sostenuto apertamente Dotti. Il secondo anche con sponsorizzate sui social.
Sì e con foto abbracciati. Ma la verità, ripeto, è la differenza di approccio dell’elettorato. I cittadini del lago e delle valli rispetto al resto della provincia sono più identitari e uniti.

Per lei un anno bruttarello. Prima è saltata la candidatura a sindaco di Como, poi il quarto posto in lista alle politiche, ora il risultato regionale.
Sì, un anno particolarmente difficile. La delusione più grande è però stata l’aver dovuto fare un passo indietro sulla candidatura a Como.

Resta coordinatore del partito?
Assolutamente sì.

Sarà il caso di fare il punto nel partito?
Assolutamente sì.

Come?
Lo deciderò nelle prossime ore.

Salta qualcuno?
Faremo valutazioni.

Quindi c’è un problema per i Fratelli comaschi.
No, per niente. Diciamo che bisogna ripartire con un partito più organizzato, come richiesto con estrema chiarezza dalla base anche in questi giorni. Mi adopererò perché questo avvenga.

 

 

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9 Commenti

  1. Le nomine dei coordinatori provinciali sono arrivate prima, come in tutte le altre province.I primi manifesti esposti sono stati quelli della Dotti,peraltro prima ancora dell’assegnazione prefettizia degli spazi elettorali

  2. Il Senatore deve capire che a Como c’è ancora un po di democrazia, e che la dittatura non paga. Lui è molto bravo ad immanicarsi, ma quando vuole raccomandare qualcuno dall’alto arriva lo stop.

  3. la prima cosa che deve fare si deve dimettere lui e il senatore, la seconda cosa che devono fare è rinnovare tutto all’interno del partito altrimenti tutti i voti alle prossime elezioni finiscono in cantina, se non rinnovano tutto resterà una faccenda a livello famigliare, è ora di un cambiamento.

  4. Invece di cercare capri espiatori dovrebbe chiedersi come mai gli altri 5 candidati abbiano ricevuto la nomina a meno di un mese dalle elezioni mentre i suoi manifesti circolavano già da prima del nuovo anno.
    Se in un così ristretto periodo c’è chi è riuscito a prendere più preferenze di lui la colpa è solo della sua incapacità politica e dell’organizzazione della sua più lunga campagna. Non eletto alla Camera, non eletto in regione, anno prossimo candidato anche alle europee?

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