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Il flop bonifica Ticosa figlio di nessuno: zero colpevoli. Il sindaco si chiama fuori: “Mai occupato del bando”

“Taglio con il coltello le responsabilità tecniche e quelle politiche. Le seconde le rivendico nelle scelte per l’acquisizione dell’area Ticosa e per la decisione di bonificare la zona e la cella 3. Ma sul fronte del bando andato male, la parte tecnica, non mi sono mai intromesso e non avrei potuto nemmeno volendo”.

Il sindaco di Como, Mario Landriscina, si chiama completamente fuori dal disastroso flop del bando comunale per la bonifica della Ticosa, come noto annullato dalla stessa amministrazione per gli errori che conteneva (dopo che, peraltro, l’azienda originariamente aggiudicataria si era chiamata fuori prima ancora di muovere un solo sassolino).

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In estrema sintesi, durante la Commissione comunale presieduta oggi dal consigliere di Fdi Matteo Ferretti e interamente dedicata proprio alla Ticosa, un responsabile (o più) per l’azzeramento di tutta la procedura della bonifica non è emerso. E nulla fa presagire che possa emergere a breve.

Anche perché Landriscina, che ha rivendicato come scelte politiche proprie la transazione economica con i privati di Multi per far tornare completamente comunale la Ticosa e poi la volontà di riconsegnare l’intero comparto “pulito” ai comaschi, non solo ha ribadito più volte non essere mai entrato nella costruzione del bando per la bonifica poi risultato sbagliato e dunque annullato ma ha anche difeso platealmente e più volte il segretario generale di Palazzo Cernezzi, Andrea Romoli Venturi.

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“Il dottor Romoli Venturi è preparato, è qui per meriti e non per raccomndazioni e questo lo urlo, ha tutta la mia fiducia”, ha affermato Landriscina in Commissione senza addossare alcun errore al dirigente.

Poi, come già detto, la frase clou con cui il primo cittadino si è chiamato fuori dalle responsabilità tecniche del bando azzerato per la bonifica: “Rivendico le scelte politiche, ma io taglio col coltello la parte che tocca alla politica e quella che tocca ai tecnici (ovvero la preparazione del bando di gara e le successive fasi, ndr)”.

Insomma, a oggi per quanto accaduto non esiste alcun responsabile a Palazzo Cernezzi anche se il sindaco ha affermato che “qualora emergessero colpe chiare e provate, allora certamente come amministrazione procederemo per rivalerci”.

Sul fronte dei tempi per la nuova gara d’appalto per la bonifica, il sindaco ha indicato il mese di luglio quando il consiglio approderà anche la necessaria variazione di bilancio per rifinanziare l’operazione.

Infine, per quanto riguarda l’unica area di sosta che dovrebbe vedere la luce in tempi brevi, ossia quella a ridosso della Santarella per 70-100 posti, il sindaco ha indicato “fine anno” come una scadenza attendibile.

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5 Commenti

  1. Lo sbaglio è stato annullare una gara che non aveva avuto nessun ricorso. Forse era utile a rimandare la decisione su cosa fare sulla ticosa una volta bonificata. Excusatio….

  2. A volte mi chiedo che cosa ci stia a fare il sindaco. La Ticosa al palo da decenni, le paratie vanno a rilento, il vecchio Sant’anna è fermo al palo, della Caserma De Cristoforis non se ne parla più, l’Ospedale San Martino è nella nebbia più profonda, il Politeama è un rebus tralasciando di citare tutto l’ordinario che fra viabilità, parchi, giardini e verde pubblico non brillano certo per la qualità.

  3. Se il sindaco dice che lui da solo l’input politico, è chiaro che chi ha sbagliato è colui o coloro che hanno preparato materialmente il combinato disposto della procedura di bonifica, non dovrebbe essere così difficile verificarlo a meno che il documento si sia materializzato da solo per magia…. Ma è mai possibile che nella pubblica amministrazione non si trovi mai il colpevole di qualsivoglia pasticcio?

  4. Si prende le colpe politiche, ma non quelle tecniche.

    Va bene, posso accettarlo, mica che un sindaco deve seguire tutto personalmente. Ma allora dica chi ha quelle tecniche, chi ha fatto uscire un bando sbagliato: l’assessore? il dirigente? gli uffici?

    Qualcuno si sarà preso la responsabilità di validarlo e pubblicarlo.

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