L’associazione sslamica Assalam di Cantù vince al Tar e può riaprire la moschea in città? La Lega canturina, tramite il suo più alto esponente – il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni – va subito al contrattacco e, annunciando già un altro no, addirittura ipotizza un referendum popolare.
“La sentenza del Tar Lombardia sulla moschea di Cantù tiene aperto un contenzioso che aveva visto in passato il Consiglio di Stato stabilire, con chiarezza e fermezza, che quella canturina era una moschea illegale e abusiva – afferma Molteni in una nota – Sono molto preoccupato per questa nuova posizione della giustizia amministrativa e per le possibili ricadute in termini di gestione e organizzazione della sicurezza sul territorio, ne parlerò subito con Prefetto e Questore. La situazione della sicurezza nel Canturino è già complessa con uno sforzo straordinario delle nostre Forze di polizia, questa vicenda non aiuta”.
“Rimango fermamente convinto che sino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le “intese” con lo Stato Italiano ai sensi dell’articolo 8 della nostra Costituzione, nessuna prerogativa a realizzare luoghi di culto può essere consentita e imposta per legge – prosegue il sottosegretario all’Interno – Senza la sottoscrizione e l’accettazione di intese ufficiali e formali, ovvero senza la dichiarata manifestazione di volontà di rispettare regole, princìpi, valori del nostro ordinamento giuridico come l’uguaglianza e la parità tra uomo e donna nel pieno adempimento dei precetti normativi nazionali, questa decisione rischia di essere insidiosa in tema di sicurezza e contraria ai valori della nostra Carta Fondamentale. Nel bilanciamento tra diritti einteressi generali, quello alla sicurezza dei cittadini, delle comunità e dei luoghi è sempre soccombente tra le giurisdizioni e questo è un enorme problema sottovalutato soprattutto in un contesto di crisi internazionali e di estremismi come quello attuale”.
Poi la conclusione: “Le leggi si applicano e le sentenze seppur discutibili si appellano e si impugnano fino all’ultimo grado di giudizio, nell’esercizio dei diritti di democrazia e di civiltà giuridica. Non escludo infine un grande referendum popolare cittadino per chiedere ai canturini e ai comaschi se vogliono o no la moschea, che diventerebbe il principale luogo religioso di riferimento per un’area vasta e allargata provinciale, non solo canturina. Chi tifa e sostiene ideologicamente la moschea si assume tutta la responsabilità di questa decisione per il futuro della comunità”.
12 Commenti
Unica religione senza concordato con lo stato Italiano, quindi no, il resto chiacchiere…..
Ma una chiesa nei Paesi Arabi quando l’apriamo?.
Una volta costruita a cosa servirebbe?
In alcuni paesi arabi c’è libertà di culto e ci sono chiese.
In alcuni Paesi Arabi c’è una certa libertà di culto, ed è possibile edificare chiese; ciononostante, stiamo parlando comunque di Paesi che certo non hanno la nostra visione democratica, sono monarchie autoritarie e assolute: vogliamo davvero paragonarci a loro?
Guardi che ci sono tranne in Arabia saudita. La libertà di culto esiste anche nelle dittature che nn siamo stati totalitari….
Provo ad andare su Google Maps: può vedere che ci sono molte chiese cristiane nelle principali città nord-sahariane.
Propongo un referendum per l’abolizione del cartello di divieto di sosta, del lunedì lavorativo e dell’obbligo scolastico
Dunque in conclusione per un parlamentare ed esponete dl governo la sede per varare le leggi non deve essere in primis il più il Parlamento che invece si dovrebbe limitare ad avallare il risultato di continui referendum popolari ammantandoli di valore legislativo ….
il valore della liberta’ di pensiero dei cittadini italiani , in primis , ivi residenti che non si sono espressi in una associazione come gli islamici
dopodiché?
e… che valore avrebbe tale referendum, principe del foro?