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La fortezza Bastiani Dem è comasca. Segreto di Guerra: “Parlo dialetto meglio dei leghisti”

La trionfale corazzata leghista non schiaccia gli ultimi baluardi Dem in provincia di Como (e in città dove il Pd è una trincea inaspettatamente solida: qui).

La prima delle molte osservazioni post elettorali è, giocoforza, la più evidente: dove un sindaco è radicato, il risultato locale si sgancia immediatamente da quello nazionale o, come in questo caso, europeo e si salva dal cannibalismo dei grandi movimenti.

L’immensa onda padana non ha risparmiato, per esempio, il comune di Tremezzina dove la Lega ha piantato un solidissimo 55.83%, con il Pd fermo al 14.9 (residuali le altre forze di sinistra).

Eppure. Eppure il sindaco uscente Mauro Guerra (ex parlamentare di Rifondazione Comunista, poi Ulivo, quindi Democratico per un totale 4 legislature) è stato rieletto alla guida del Comune nato dalla maxifusione di quattro amministrazioni. E’ il quinto mandato, non consecutivo per l’ex deputato.

Le chiederei come sta. Ma, visto l’esito, non è una domandona.
Abbiamo vinto in tutti i comuni della fusione (Lenno, Tremezzo, Mezzegra, Ossuccio). Vince meglio chi vince a casa sua. Sono contento. Stiamo costruendo davvero Tremezzina. E’ un voto che spariglia le vecchie appartenenze.

Ha vinto con il 47.29%, 1.519 voti. Considerando i 1.776 voti alla Lega per le europee è evidente che l’elettorato di Tremezzina si è espresso a due livelli diversi.
La gente quando deve decidere per casa propria ci pensa, evidentemente. Ovvio che pure il centrosinistra deve pensare molto. Io intanto ho sempre vinto in terra straniera.

Ultimo bastione o quasi del centrosinistra.
Sono stato il primo negli anni ’90.

Comunque un vecchio comunista votato dai padani fa sorridere.
Marco Luppi (collega del quotidiano La Provincia, Ndr) mi dedicò un titolo: “La sinistra che piace ai laghée”, mi ci riconosco. Dovremmo ragionarci, è una lezione proprio per la sinistra che deve ripensare al rapporto con il territorio: bisogna parlare con le persone. E poi io parlo dialetto meglio dei leghisti.

Adesso?
Molto da fare. Stiamo lavorando sul distretto turistico. Qui avremo la prima vera Zes (Zona Economica Speciale) del territorio. Stiamo riqualificando tante piccole ticose, arriverà un nuovo 5stelle lusso, vediamo crescere uliveti e vigneti. E’ una bella sfida. Vede, è stato riconosciuto il valore di questi anni a dimostrazione che un Comune (che comunque deve migliorare sempre) non è una somma di uffici ma un propulsore per il territorio.

Stesso entusiasmo anche in casa di Federico Broggi. Il sindaco uscente di Solbiate (segretario provinciale Dem) è stato eletto sindaco del neonato comune di Solbiate con Cagno, evidentemente le fusioni fan bene al centrosinistra. “Abbiamo tenuto – dice – la nostra è una lista molto trasversale ma è chiaro che io sono identificabile. E’ un bel risultato che premia il lavoro fatto nei due comuni. Abbiamo avuto una valanga di preferenze, tre consiglieri da soli superano le 400. Straordinario considerando che a Como si fatica ad arrivare alle 100, salvo casi eccezionali”. Vi hanno votato anche i padani: “Certo, evidentemente quando si lavora bene non c’è colore”.

 

 

 

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Un commento

  1. Quando si conoscono le persone si vota per quello che fanno nel territorio, le idee politiche non contano. Purtroppo quando si vota a livello nazionale non si vota le persone, visto che nessuno le conosce, ma idee, che poi purtroppo non vengono realizzate, perché condotte da persone che agiscono per interessi diversi da quelli ideali che li hanno portati ad essere eletti.

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