Prima, era stato direttamente Mario Lucini. Poi è stato il turno della serie di personalità che ha firmato una lunga lettera di solidarietà all’ex sindaco, dopo la condanna a un anno e 6 mesi al termine del processo di primo grado sul caso paratie. Infine è toccato all’ex assessore Lorenzo Spallino. Tutti finiti nel mirino di Alessandro Rapinese per aver espresso solidarietà all’ex sindaco. Una pervicacia, la sua, nel respingere al mittente le attestazioni di vicinanza umana e politica a Lucini, di cui, alla fine, abbiamo chiesto conto in maniera più articolata al consigliere e capogruppo della sua lista.
Rapinese, perché tanto accanimento nei confronti di Lucini e di chi gli si è stretto attorno in queste ore?
Non parlerei affatto di accanimento. Piuttosto, vedo in città una sorta di partito dell’antigiustizia che non capisco. La Giustizia, con la G maiuscola, si è espressa chiaramente e invece vedo una continua mistificazione e confusione. C’è una sentenza, ci sono state 40 udienze dove tutti hanno potuto esprimere le proprie tesi, alla fine i giudici si sono espressi. E questa è l’unica cosa che conta davvero, almeno per me.
Molti di coloro che hanno espresso solidarietà a Mario Lucini, però, si riferivano alla persona, non tanto alla contestazione della sentenza.
Ma dare la massima solidarietà a Lucini significa comunque darla a chi è stato ritenuto responsabile di reati. E questo, secondo me, è un atteggiamente profondamente sbagliato, siamo al tifo da stadio che mina la credibilità stessa della Repubblica e delle sue leggi.
Ma lei davvero non fa alcuna differenza tra la persona e l’amministratore che subisce una condanna?
No, non mi interessa. Anche perché non stiamo parlando di San Sebastiano, non vedo santi. E poi, anche volendo, la persona resta comunque quelle che con la sua linea sulla questione paratie ha fatto perdere 5 anni alla città. Se avessi dovuto emettere io una sentenza, sarebbe stata ancora più dura soltanto per questo motivo. Esprimere solidarietà alla persona Mario Lucini non è una mia priorità, non mi interessa. Se devo dire la verità non mi è nemmeno mai stato troppo simpatico.
Nei suoi commenti sui social se l’è presa anche con l’ex assessore Lorenzo Spallino. Perché?
Ha usato parole inaccettabili, secondo me. Come puoi sostenere che se le norme c’erano andavano rispettate, ma poi affermare che siccome a farne le spese è stato Lucini allora ora bisogna interrogarsi se le norme sono buone? Quelle di Spallino sono state parole per me incomprensibili anche visto il suo ruolo di tecnico del diritto. Quasi che per Lucini si invochi una sorta di immunità papale. Mi chiedo, piuttosto, dov’era Spallino quando si prendevano certe scelte sulle paratie? Non c’era? Scopre la realtà soltanto ora? Biasimevole poi, l’ennesima citazione del padre, che riposi in pace.
Rispetto alla lettera diffusa da numerose personalità del mondo cattolico in vicinanza a Lucini lei si è espresso così: “I cattocomunisti comaschi sono uno spasso. Tribunali della Repubblica condannano i loro capi (in primo grado) a 18 mesi di gattabuia e loro cosa fanno? Li beatificano. Povera Como”. Non è un po’ troppo?
No. Forse i soggetti che in queste ore devono mostrare tutta questa vicinanza al loro ex sindaco si sentono corresponsabili. Ripeto: esprimere solidarietà a chi secondo la Giustizia ha meritato 18 mesi è esprimere solidarietà a chi ha violato le norme e le leggi che sono alla base della nostra convinvenza pacifica. Mi pare fortemente diseducativo, come messaggio. E poi bastava mandare un sms privato, al limite.
Nello stesso processo, un altro dei suoi acerrimi nemici, Stefano Bruni, è uscito senza alcun addebito in virtù della prescrizione. Cosa ne pensa?
Penso che alla fine, Bruni si porterà sempre con sé la grave responsabilità aver iniziato un cantiere inutile e dannoso, ma qui siamo nel campo dell’opportunità della sua azione. Di quella di Lucini, invece, è stata giudicata la regolarità. E’ ben diverso.
14 Commenti
Attenzione :Alla fine anche robespierre fu ghigliottinato
Risposte a Rapinese:
1) E’ vero che non ha mai parlato di sentenza definitiva, ma il senso delle sue parole era quello di considerare Mario Lucini colpevole; ma così non è in base alla Costituzione;
2) Non si capisce perché le sentenze possano essere criticate solo dalle parti del giudizio e non da tutti i cittadini: dove ciò è scritto?
3) Nell’ultima relazione all’apertura dell’anno giudiziario della Corte di Appello di Milano sono indicati questi dati: le sentenze penali di I grado sono state impugnate nel 37% dei casi e quelle impugnate sono state confermate nella misura del 51%; le sentenze di primo grado impugnate sono quindi state riformate in appello nel 49% dei casi; una percentuale significativa;
4) Anche in caso di condanna definitiva non cambierebbe il mio pensiero sulla sua persona di Mario Lucini;
5) La cronaca, basta guardare in internet, è piena di attestazioni di solidarietà da parte di esponenti politici, di tutte le forse politiche, nei confronti di condannati.
Forse anche Riina trattava bene le autovetture e Craxi probabilmente avrebbe ben curato un bambino in affido. Ciò non toglie che sia fuorviante erigere a modello chi viola la legge e tutto ciò che rappresenta. A prescindere da Lucini.
Concordo con Rapinese. E’ vero che bisognerebbe spettare il terzo grado di giudizio ma questo dovrebbe valere per tutti anche per coloro che si sono ampiamente espressi a fovore di Lucini. Non si può tenere conto solo di opinioni di parte.
Difatti coloro che si sono espressi su Lucini, si esprimono sulla persona, non sulla sentenza dove appunto sarebbe opportuno aspettare i gradi successivi.
Mettiamola più semplice: ritiene Lucini persona disonesta?
Che Lucini abbia commesso un reato, per il momento, lo dice la Repubblica per il tramite dei propri giudici che hanno consumato un giusto processo nel rispetto della Costituzione che ben rispetta la dichiarazione universale dei diritti umani. Sbaglio?
Si, sbagli.
Fino all’ultimo grado di giudizio non è colpevole nemmeno per la “Repubblica per il tramite dei propri giudici bla bla bla…”
Difatti, tra l’altro, non mi risulta che Lucini sia “in gattabuia”.
Cosa c’è di sbagliato nel mio post qui sopra? Non capisco…
Beh, da firmatario dell’appello provo a metterla da un altro punto di vista. Io comprerei una macchina usata da Mario Lucini. Capitasse, gli affiderei la cura e la tutela di un progetto, di una persona, di una cosa a me cara. Nell’indicare alle mie figlie chi vale stima e fiducia lo annovererei tra i tanti politici comaschi onesti, che privilegiano il bene comune agli interessi personali o alla frenesia di apparire contro.
Tanti, non tutti.
E se dovesse essere condannato definitivamente non cambierei nulla di quanto ho scritto.
Giorgio Riccardi, Como
Risposta ai fan:
1) non ho mai parlato di condanna definitiva;
2) Il fatto che parti del giudizio la critichino, ci sta. Il fatto che esponenti politici la critichino, non ci sta. Che poi affermino che vadano cambiate le leggi perché si è toccato il messia…
3) Le sentenze possono essere errate? Sai dirmi la percentuale di sentenze sbagliate in rapporto a quelle “giuste”?
4) Tagliamo la testa al toro: se Lucini dovesse essere condannato in via definitiva confermerai le parole odierne?
5) Caso a Lucini a parte, hai mai visto esprimere solidarietà ad un condannato dalla Repubblica Italiana da esponenti politici della Repubblica? Se sì, dove?
Rapinese deve ricordare che:
1. Come prevede l’art. 27 della Costituzione l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva; quindi il Sindaco Lucini non è ad oggi colpevole di alcun reato;
2. Le sentenze si rispettano, ma si possono criticare; ed è quello che fanno tutti i giorni gli imputati e gli avvocati quando impugnano una sentenza che ritengono errata; è quindi pienamente legittimo, nel rispetto della magistratura, affermare che una sentenza è sbagliata;
3. Peraltro anche le sentenze definitive possono essere errate, come dimostra la storia giudiziaria; e quindi anche di fronte ad una sentenza definitiva sarebbe pienamente legittimo non essere d’accordo.
Ciò premesso, oltre a confermare grande stima nei confronti di Mario Lucini e a manifestare grande solidarietà nei suoi confronti, resto convinto che sia una persona profondamente onesta che non abbia commesso alcun reato.
Si tranquillizzi Rapinese: non c’è a Como alcun partito dell’antigiustizia, ma ci sono tantissime persone, credo la stragrande maggioranza dei cittadini, che condividono quello che penso su Mario Lucini.
Tante belle frasi sulla giustizia e sulle “leggi che sono alla base della nostra convivenza pacifica” per poi dimenticarsi che esistono più gradi di giudizio quindi bisognerebbe aspettare.
Ma pazienza, il nostro eroe Rapinese mica ha tempo da perdere, ha già deciso e sentenziato. Gli manca solo un hashtag tipo #ruspa
“…La Giustizia, con la G maiuscola, si è espressa chiaramente e invece vedo una continua mistificazione e confusione”.
Se al secondo grado di giudizio si ribalterà la sentenza, la giustizia per lo stesso diverrà con la g minuscola…
No.