Pd letteralmente scatenato dopo il doppio flop del centrodestra nel giro di poche ore. Ieri infatti a Cantù la sentenza del Consiglio di Stato ha determinato il pressoché certo addio al ruolo di sindaco del leghista Edgardo Arosio, mentre nella notte in consiglio comunale a Como una clamorosa spaccatura in maggioranza targata Forza Italia ha affossato la delibera di giunta sulla Stazione unica appaltante.
Partendo da quando accaduto nel capoluogo, i tre consiglieri comunali Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco – che hanno votato contro la Stazione unica sebbene l’omologo gruppo consiliare l’avesse approvata in Provincia – spiegano la loro scelta.
“Noi siamo consiglieri del capoluogo e per questo ci siamo chiesti qual è l’interesse della città – spiegano – A noi risulta che l’Ufficio gare del Comune, riorganizzato recentemente poco prima della fine del mandato Lucini, stia lavorando bene, così come l’Ufficio provinciale: la proposta della Giunta Landriscina non interveniva sulla fase dove per noi attualmente si fa più fatica, cioè quella progettuale, e rischiava di privare il Comune di 8 risorse che con i 5 colleghi della Provincia avrebbero dovuto occuparsi di 84 comuni”.
“A fronte dei nostri dubbi argomentati – proseguono Fanetti, Lissi e Guarisco – sindaco e assessore non ci hanno risposto nel merito. Ma questo non ci stupisce più di tanto: tra insipienza e incapacità amministrativa, non otteniamo mai delle spiegazioni alle nostre richieste legittime. Quello che, invece, abbiamo visto è stato un sindaco che si rivolge con tono minaccioso alla sua maggioranza, ma lui, di suo, non prende una decisione, né un’iniziativa. Dice che non vuole tirare a campare, ma poi è nell’immobilismo assoluto”.
“Questa maggioranza non solo non condivide con la città i temi importanti, ma nemmeno al suo interno – chiudono i consiglieri – Le forze di centrodestra sono completamente sfilacciate, non si parlano e all’ultimo pretendono l’aiuto della minoranza su una questione che non risponde agli interessi della città”.
Una stoccata viene anche da Tommaso Legnani, segretario cittadino dei dem, che rilancia: “Il sindaco è incapace di valorizzare il ruolo del Comune capoluogo ed è sempre più evidente la spaccatura nella maggioranza di centrodestra a un anno dalle elezioni”.
All’attacco anche il segretario provinciale Pd e consigliere regionale Angelo Orsenigo, che parla anche di quanto accaduto a Cantù.
“E’ in atto una vera e propria crisi nel centrodestra comasco e questi sono i due casi più eclatanti – afferma – La situazione che si è creata, nella sola giornata di ieri, nel capoluogo e nel comune capofila del canturino, è solo l’apice di una serie di difficoltà nei comuni amministrati da loro”
Se su Cantù, infatti, “si attendeva praticamente dall’insediamento di capire cosa sarebbe successo alla nuova amministrazione comunale, a Como ieri sera, sul voto alla centrale unica degli appalti, si è visto chiaramente che la Giunta scricchiola e i segnali erano già stati tanti. Forse – conclude Orsenigo – è colpa del fatto che a Roma ormai Lega, Forza Italia e Fdi sono contrapposti. Oppure, è proprio un problema locale. Fatto è che due grossi centri della nostra provincia si ritrovano in grandi difficoltà e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”, conclude il segretario Pd”.
Un commento
” A noi risulta che l’Ufficio gare del Comune, riorganizzato recentemente poco prima della fine del mandato Lucini, stia lavorando bene,”: sta lavorando così bene che il Comune di Como non riesce a spendere i soldi perché gli uffici non sono in grado di predisporre le gare di appalto nei tempi previsti…Fa riflettere poi questa inversione a 180° del PD comasco, che in campagna elettorale non citava nemmeno Lucini, rinnegando la sua amministrazione: sembrava che Traglio fosse alla guida di una coalizione dell’opposizione…Adesso invece difendono a spada tratta ogni cosa realizzata dall’amministrazione precedente: che coerenza!