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Rapinese archivia Lombardi senza motivazioni. Poi sfottò alle minoranze: “Se vi piace Beautiful, abbonatevi a Sky”

Alla fine, il sindaco Alessandro Rapinese ha parlato sulla cacciata dell’ex assessore al Verde Ivan Matteo Lombardi. E ancora una volta non ha voluto dire nulla se non l’ovvio, cioè che era venuta meno la fiducia (e d’altronde, viene da chiedersi, perché mai, altrimenti, avrebbe dovuto silurare un assessore, se non fosse stato così?). Ma vabbè, il muro di gomma sulle reali origini della clamorosa frattura politica resterà tale e la questione va in archivio senza una motivazione. Restano agli atti solo le devastanti parole riservate a sua volta da Lombardi al primo cittadino, nel giorno del “licenziamento”.

Lombardi a Rapinese: “Io ‘cellula tumorale’, le mie amicizie ‘dubbie’, la visione di democrazia. Qual è la mia colpa, Ale? Ingiusto rimuovermi”

Rispetto alle richieste di maggiore chiarezza su quanto avvenuto il 27 dicembre scorso, Rapinese – che ha ribadito di essersi poi parlato e “abbracciato” con Lombardi nelle ore dopo l’addio – ha derubricato il tutto a una presunta “bramosità (testuale, ndr)” da parte di chi chiedeva delucidazioni che andassero oltre l’ovvio venir meno della fiducia.

“Tra me e l’assessore non c’era convergenza sulle modalità con cui perseguire gli obiettivi di governo, era venuto meno il basilare rapporto di fiducia e questo ha determinato la revoca – ha esordito genericamente il sindaco, ricalcando pedissequamente quanto già scritto nel decreto del 27 dicembre – D’altronde già in campagna elettorale ero stato chiaro (probabile riferimento al famoso “La mia volontà sarà legge“, ndr). Ed ero stato ben chiaro anche con gli assessori, anche con lo stesso assessore”.

Rivolto ai partiti di opposizione che hanno più volte chiesto delucidazioni sul siluramento di Lombardi, il sindaco ha poi affermato che “in questa città ci deve essere una questione particolare e morbosa nei confronti di Rapinese ma se guardaste nei comuni dove ci sono i sindaci dei vostri partiti, e guardaste anche le reazioni…Trovo che questa morbosità in altre province e in altri comuni non c’è. Qui a Como c’è qualcosa di particolare e vi invito a riflettere sulle cronache dei vostri sindaci”.

Poi il classico e immancabile sfottò alle minoranze: “Se siete appassionati di Beautiful, lo capisco, ma allora abbonatevi a Sky se vi serve il pettegolezzo e il chiacchiericcio”.

“Spero di essere stato chiaro. Sono stato esaustivo, schietto e diretto e ho chiarito quali fossero le divergenze con Lombardi che a sua volta ha chiarito con una comunicazione alla stampa  – ha poi concluso il sindaco – Io non intendo andare oltre perché quanto specificato è già più che sufficiente per quanto riguarda la norma, premessa la stima personale (verso Lombardi, ndr)”.

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8 Commenti

  1. Qualcuno osa dire che sul rispetto della legge e sulla trasparenza degli atti pubblici non frega niente a nessuno! Viceversa, le basi della convivenza civile e delle relazioni istituzionali vanno tutelate anche rimediando ad errori solo in apparenza irrilevanti. Occorre fare muro contro ogni atto di insipiente e inammissibile ignoranza. La Democrazia è un bene che non può darsi mai per scontato

  2. Non è importante che Rapinese Sindaco ha avvicendato l’Assessore Lombardi. È importante l’imbarazzante fallimento di Natale a Como. È importante l’incapacità di fare sistema con i comuni della provincia e con gli altri capoluoghi lombardi. È importante la scarsa attenzione alle minoranze che comunque rappresentano il 73% degli elettori. È importante l’assenza del Comune di Como sui tavoli che servono per migliorare la mobilità e la sanità. E soprattutto sono importanti tutte le promesse elettorali disattese: dalla proroga di via del Doss alla piscina pronta in tre-sei mesi; dallo skateboard in Piazza Roma alla chiusura del ricovero invernale di via Borgovico. Quello che è importante non sono i capricci di Rapinese Sindaco, quello che è importante sono le storie che Rapinese Candidato ha raccontato per farsi eleggere e la raffica di fallimenti e di inspiegabili assenze che ci sta regalando da quando, grazie alle sue frottole, è diventato Rapinese Sindaco.

  3. Marco C, è veramente interessante questa preferenza per la terza persona singolare quando parla di sé, vero? Almeno da un punto di vista psicologico. In inglese il termine è illeism:

    Illeismo

    A volte le persone che parlano di sé in terza persona possono in realtà mostrare un’aria di alterigia e di grandezza. È il loro modo di affermare che il loro stesso nome o la loro identità sono importanti, hanno un peso sociale significativo e dovrebbero esigere il vostro rispetto.

    Sebbene alcuni abbiano suggerito che le persone illeistiche siano molto probabilmente narcisiste, per un certo periodo di tempo negli ultimi anni è emerso un consenso tra i ricercatori sul fatto che l’uso elevato del pronome personale di prima persona singolare fosse di per sé l’indicatore più affidabile di narcisismo. Di recente, questa nozione ha perso consensi, anche tra i ricercatori originari che l’avevano proposta. Sembra quindi che il modo in cui le persone si riferiscono a se stesse non sia un indicatore affidabile del loro carattere. Fortunatamente, ci sono altri segnali, molto più affidabili, che indicano che potreste avere a che fare con un narcisista: i tipi più “grandiosi” o disturbati dal punto di vista caratteriale, mostreranno il loro disprezzo per voi se non riconoscete ciò che sanno già essere la loro grandezza. Inoltre, quando parlano dei loro affari con gli altri, i narcisisti raramente riconoscono errori o mancanze personali. In qualche modo, hanno sempre ragione e tutti gli altri hanno torto.

    https://counsellingresource.com/features/2016/02/01/illeism-and-narcissism/

    1. Un indizio può essere anche solo una coincidenza.
      Due indizi, non sono una prova ma generano un sospetto.
      Tre fanno supporre che ille abbia bisogno di uno bravo, ma bravo bravo bravo. O no?

  4. Se c’è una cosa del tutto evidente in questa vicenda è questa:
    Parlare di sé in terza persona dovrebbe essere proibito per legge.

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