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Rapinese: “Sul punto unico di cottura approccio ideologico. I sindacati si occupino anche dei lavoratori privati”

“Su questo tema c’è un approccio ideologico, non oggettivo”. Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, tira diritto sulla realizzazione di un punto unico di cottura in città per la preparazione dei pasti destinati alle scuole comunali (o almeno per la decina di cucine interne dove ancora si preparano i pasti in loco; in tutte le altre scuole il cibo arrivano già preparato dalla ditta Euroristorazione di Garbagnate Milanese).

“Siamo a una esternalizzazione dei refettori che è praticamente giunta al termine – ha detto il sindaco ospite ieri sera a Etv – Vorrei che qualcuno mi potesse dire se finora qualche dipendente comunale è stato licenziato. Questi sono luoghi comuni basati sul nulla. Zero, anche perché procediamo lentamente mentre le persone vanno in pensione. La prova è che questa amministrazione ha già esternalizzato dei punti cottura e sono stati licenziati zero dipendenti. Non c’è un approccio oggettivo alla questione, ma ideologico”.

Come riportato nei giorni scorsi, l’amministrazione ha anche individuato nei 5mila metri quadrati dell’area comunale di via Somigliana la zona dove dovrebbe sorgere il punto unico di cottura che dovrebbe poi servire tutte le scuole cittadine.

“Il Servizio è già in gran parte esternalizzato – ha proseguito Rapinese – ma probabilmente si preferisce che il cibo arrivi dalla provincia di Milano. Si parla senza cognizione, oggi il cibo sale sul furgone, fa l’autostrada inquinando e arriva a Como. Ma non è cotto a Como, tranne in pochi punti dove ancora viene preparato a scuola. In più, al termine dell’esternalizzazione mi troverò con un immobile nuovo, che per sua natura viene controllato da sei enti continuamente, cosa che ne garantisce il perfetto mantenimento, e dunque faccio anche una capitalizzazione di patrimonio a vantaggio della città”.

Sull’area di via Somigliana, ora partiranno le analisi dei terreni per capire se idonei alla costruzione del nuovo punto unico di cottura. “Verifichiamo il sottosuolo per capire se possiamo costruire lì – ha confermato il primo cittadino – altrimenti abbiamo già i piani B e C. Se invece tutto sarà a posto, andremo in gara per la realizzazione”.

“Il punto unico di cottura, fosse anche l’ultima cosa che faccio, ci sarà – ha concluso il sindaco – Dove lo hanno fatto, e siamo andati a vederne fino ad Aosta, non c’è uno che tornerebbe indietro. I lavoratori che lavorano al punto unico di cottura non vengono schiavizzati con le fruste. E poi i sindacati, oltre che del dipendente pubblico, si preoccupino anche di quello privato, perché se stiamo certificando che il pubblico ha più diritti del privato, allora dovrebbero occuparsi di altro”.

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4 Commenti

  1. Divertente! L’apartitico Rapinese Sindaco accusa di approccio ideologico i Sindacati sul punto di cottura unico. L’approccio ideologico, anche se esistesse, non sarà il problema. Rapinese Sindaco dovrà stare molto attento alla qualità dei pasti del nuovo punto cottura. Se è buona la qualità si supererà qualsiasi obiezione, se la qualità peggiora, diventerà tutto molto più antipatico. L’approccio ideologico è nulla rispetto alle potenziali lagne dei bimbi e dei genitori sulla pasta scotta e la minestra fredda. Rapinese Sindaco dovrebbe saperlo. Per la pappa al pomodoro Gianburrasca ha fatto una rivoluzione….

  2. Ha ragione!

    Peccato lui stesso sia stato il primo ad aver sostenuto lo stesso approccio ideologico sul punto cottura ormai 7 anni fa.

    “Oddio i nostri bambini mangeranno pari cucinati altrove! Dove finiremo?”

    1. Giorgio, hai ragione! Pienamente ragione…dove finiremo! Lo abbiamo anche provato e certificato. E’ vero!
      Hai ragione da vendere…dopo 7 anni non si può cambiare così repentinamente idea! Non è giusto! Anch’io sono rimasto sbalordito. Incredibile!!! Non lo dimenticheremo mai!
      Buona serata!

  3. “stiamo certificando che il pubblico ha più diritti del privato […]”.
    Il “punto” è proprio questo caro Sindaco: lei che ne pensa del ritorno ad una prassi egalitaria in ordine ai diritti dei lavoratori?

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