La rivelazione è arrivata sul numero di oggi de “La Provincia”, che racconta come Regione Lombardia abbia notificato al Comune di Como l’avvio del procedimento di decadenza dei fondi (1,35 milioni su 2,8 totali) per la serie di piste ciclabili note come “Dorsale dei Pellegrini”.
In attesa che Palazzo Cernezzi tenti di emandare ritardi e lacune progettuali con nuove controdeduzioni entro 30 giorni, sperando in una ulteriore dilazione dei termini da parte di Palazzo Lombardia, il gruppo di opposizione “Svolta Civica”, con una nota siglata da Maurizio Traglio, Barbara Minghetti e Vittorio Nessi va subito all’attacco.
“Sarebbe di una gravità inaudita se il Comune andasse a perdere anche il milione e 350mila euro di contributo regionale per la realizzazione delle piste ciclabili progettate dalla precedentemente amministrazione e lasciate a languire per tre anni – scrivono i tre consiglieri – Sarebbe il secondo contributo perso, dopo quello, anch’esso cospicuo, revocato in passato sul progetto del rifacimento dei Gardini a lago”.
Giardini a lago, clamoroso: 380mila euro addio, tornano alla Regione. Galli: “C’è il piano B”
“Qui non si tratta né dell’emergenza Covid (sulla quale abbiamo dichiarato il nostro pieno sostegno all’amministrazione), né di difendere una parte politica. Qui si tratta del bene della città – aggiungono Traglio, Minghetti e Nessi – La giunta si dimostra ancora una volta totalmente inerte, soprattutto in tema di opere pubbliche. Quest’ultimo scandalo si somma a quello delle piscine, del palazzetto dello sport, del Piano del traffico, di Villa Olmo abbandonata”.
“A fronte di tutto ciò – conclude il gruppo di Svolta Civica – ci permettiamo di “dare in prestito” nostri dirigenti al Comune di Erba. Forse dovrebbe accadere il contrario”.
Sulla questione è intervenuto anche il Pd con una nota.
“Non possiamo permetterci di perdere l’ennesima opportunità per rendere Como più vivibile per tutti i nostri concittadini: il Comune di Como si impegni per rispettare le scadenze e a non bruciare gli 1,3 milioni di euro messi a disposizione grazie alla Giunta Lucini da Regione per la dorsale dei Pellegrini e che rischiano di dover essere restituiti” dichiarano Patrizia Lissi, consigliera del Partito Democratico a Palazzo Cernezzi e Tommaso Legnani, segretario cittadino dem di Como.
“Ben prima dell’emergenza Coronavirus sostenevamo la necessità di rendere Como una città aperta alla mobilità sostenibile, in grado di fare spazio a mezzi non inquinanti e attenuare i gravi problemi di smog, traffico e circolazione della Convalle – aggiungo gli esponenti dem – Con l’arrivo della pandemia, l’attenzione deve essere messa sui mezzi di trasporto alternativi a quelli privati e che possano sgravare il trasporto pubblico locale da pesanti e pericolosi assembramenti. Non dimentichiamo poi il potenziale a lungo termine dell’essere collegati alla Dorsale dei Pellegrini che un domani unirà Londra a Brindisi: attrarre cicloturisti italiani ed europei che tanto servirebbero per contribuire al rilancio del nostro territorio dopo la Pandemia”.
“Il Comune di Como aveva e ha – ancora per poco – gli strumenti per realizzare un progetto positivo sotto ogni punto di vista. La pandemia non può essere una scusa per perdere tempo e soldi come è stato fatto per la riqualificazione dei giardini a lago e tanti altri progetti affossati da ritardi e la profonda miopia di un’amministrazione che sa solo viaggiare sull’espletamento delle sue funzioni ordinarie. Landriscina e la Giunta facciano di tutto per non perdere l’ennesima occasione regalata dai loro predecessori per migliorare il presente e il futuro di migliaia di comaschi. O almeno lo facciano per salvare la faccia. La ciclopedonale deve essere completata” concludono i due esponenti del Pd.
6 Commenti
Ormai non ci si stupisce più: non fanno nulla, anzi solo danni.
Perdere soldi già previsti per opere pubbliche significa non solo rinunciare alla pista ciclabile, ma anche al non dare da lavorare alle imprese che l’avrebbero realizzata, soldi in meno sul territorio.
A volte non fare nulla fa comodo non solo a chi non fa ma anche a chi non vuole che si faccia. Una città ferma è una città dove non variano gli equilibri, dove non cambiano i portatori di interessi, dove chi guadagnava ieri continua a guadagnare oggi e continuerà a guadagnare domani. Le città in movimento abbandonano il passato e si proiettano in un futuro che non piace a chi ha tutto da perdere e poco da guadagnare.
Se non si costruisce le ciclabili saranno contenti quelli che le ciclabili non le volevano, se si costruiscono parcheggi saranno contenti quelli che sono disposti a vivere nel traffico e nell’inquinamento pur di riempire le loro botteghe.
I nostri prodi sono lì per difendere gli interessi di chi vuole che nulla cambi. Non sono incapaci. Fanno quello che chi li ha messi là, voleva che facessero. Nulla di speciale. Nulla di nuovo. Nulla di nulla. Ci sorprendiamo?!?
? Come non darle ragione?
Eh già l’elenco delle cose non fatte è davvero lungo… Ci sarebbe anche tangenziale gratuita forno crematorio parcheggio ticosa… E di sicuro molte altre cose certo che questo centrodestra è proprio composto di gente capace!
Troppo legati al detto “se non fai non sbagli”. Almeno Lucini, sbagliandone, faceva…
Incredibile.
Chi governa a Como (ed anche la “macchina” comunale) sono di una pochezza ed incapacità assolute.