Dopo la manifestazione di protesta di sabato scorso contro la chiusura della scuola primaria di Ponte Chiasso, anche Azione Como va all’attacco del sindaco Alessandro Rapinese e del suo piano di riorganizzazione degli istituti in città.
Nella nota, si attacca il primo cittadino per le “parole e atteggiamenti che, ancora una volta, nascondono la totale incapacità da parte del Sindaco e della sua maggioranza di gestire in modo serio il processo di razionalizzazione delle scuole”, sottolineando anche la “mancata volontà da parte del Sindaco di proporre soluzioni concrete per affrontare il calo delle nascite e le sue conseguenze sulla rete scolastica cittadina”.
Sul punto, Carlo Bordoni, Responsabile Organizzazione di Azione Como e membro della Segreteria Regionale, dichiara: “Noi abbiamo un piano per affrontare il calo delle nascite a Como, un fenomeno che ha evidenti ripercussioni anche sulla gestione delle scuole. Ma il Sindaco Rapinese, come tutti i populisti di questo mondo, si limita a denunciare il problema senza avere idee per risolverlo”.
“I motivi per cui protestiamo contro la chiusura della scuola di Ponte Chiasso sono noti a tutti – prosegue la nota – quel quartiere ha bisogno di un presidio sociale come la scuola. Il piano di razionalizzazione non può prescindere dalla realtà dei tessuti sociali in cui sorgono gli istituti scolastici. Azione Como, al contrario del Sindaco, ha a cuore la risoluzione dei problemi: per questo continuiamo a proporre un confronto pubblico e costruttivo, basato su dati socio-economici inconfutabili. Riteniamo inoltre fondamentale riportare al centro del dibattito le famiglie, che devono essere sostenute, non schernite, in un Paese segnato da un drammatico inverno demografico”.
Poi quella che sembra una vera e propria sfida: “A questo punto chiediamo: Sindaco, se è così convinto della sua idea di scuola, perché non accetta un confronto pubblico? Ha forse timore di discutere nel merito?”
“La razionalizzazione è un tema reale, perché reale è il problema dell’inverno demografico. Ma è un tema complesso, che va affrontato con serietà, competenza e condivisione – aggiunge Lorenzo Pedretti, Segretario Provinciale di Azione Como -L’attacco agli interlocutori non è degno di un Sindaco: chi guida una città deve avere come obiettivo quello di aiutare i cittadini nella vita di tutti i giorni, offrire loro una Como sempre più vivibile e creare senso di comunità. Governare non significa risparmiare soldi come farebbe un’azienda qualunque, ma investire nel capitale umano e sociale che rende una città viva e unita”.