Da diversi anni i senzatetto residenti nel Comune di Como (così come avviene in centinaia di altre città italiane) possono far recapitare la posta alla “Casa Comunale”, il municipio appunto.
Una possibilità utilissima per creare un canale con le istituzioni (e ricevere, ad esempio, il vecchio Reddito di inclusione, oggi Reddito di cittadinanza con relativa card ), con i propri famigliari e affetti.
Per essere comunque, e nonostante tutto, persone in grado di relazionarsi con il mondo.
D’altronde (e vivaddio) avere una casa, un tetto sulla testa, non è condizione che definisce o modula l’accesso i diritti civici di un cittadino.
Parliamo, peraltro, di un servizio a impatto quasi zero per la struttura amministrativa, di fatto si tratta (anzi, si trattava) di ricevere una lettera, conservarla e consegnarla all’interessato una volta si fosse presentato.
Per ragioni al momento oscure, dunque, il servizio sembra sia stato fermato.
Il primo a porre la questione, verso la fine di luglio è stato l’ex assessore, oggi consigliere d’opposizione (Civitas), Bruno Magatti. Scriveva:
Un altro passo indietro nella cura dei nostri concittadini vulnerabili.
Ci giunge voce, proprio da una di queste persone in difficoltà, che l’amministrazione a trazione leghista avrebbe cancellato un servizio a loro dedicato.
Forse i più non sanno che alcune persone, perso il lavoro e poi la casa e certamente impegnate in un faticoso tentativo di recuperare autonoma e dignità, si sono trovate nella necessità di dover richiedere la “RESIDENZA PRESSO LA CASA COMUNALE”. Ciò vuol dire poter mantenere tutti i diritti del cittadino e poter indicare un recapito postale.
DA ALCUNI GIORNI la possibilità di avere un recapito postale presso il Comune, servizio dal costo pressoché nullo per l’amministrazione , È STATA CANCELLATA.
Che succede ora a queste persone se intendono ricevere posta?
Non potendo più indicare l’indirizzo del comune dovranno trovare qualcuno disposto a ricevere la loro corrispondenza oppure attivare un fermo-posta, che però ha un costo non facile da affrontare per persone in queste condizioni.
L’informazione viene comunicata agli interessati dal personale dell’ufficio, con rammarico.
Ci piacerebbe sapere chi ha assunto questa decisione. I piani alto del palazzo, così come tanti sedicenti paladini dei cittadini fragili, hanno tanta prossimità con costoro da risultare del tutto assenti.
APRANO intanto GLI OCCHI quei nostri concittadini che hanno voluto affidare a questa compagine politica il governo della città avendo creduto a slogan di sicuro effetto (“PRIMA GLI ITALIANI”) e prendano atto della siderale distanza che separa questa maggioranza dalle fatiche di tante persone.
Concetto poi ribadito in una recente preliminare in Consiglio Comunale, qui l’audio:
I condizionali utilizzati da Magatti, del tutto prudenziali, parrebbero però superflui.
Conferma, quantomeno indiretta, di quanto accade arriva dall’assessore ai Servizi Sociali, Angela Corengia, che contattata sul tema ha fatto sapere: “È un problema che devo approfondire, credo con il dirigente dell’anagrafe. Domani verificherò e vi farò sapere”.
Assessore, intanto vorremmo capire se e perché, nel caso, il servizio sia stato cancellato, come denuncia Magatti.
E questo che voglio comprendere, per questo devo approfondire l’argomento. Vi aggiorno presto.
3 Commenti
Prima gli italiani… ma solo se non sono troppo pezzenti
Oggi è già domani. Immagino stia verificando e a breve il nuovo articolo ci farà capire se ci sia stato un malinteso, una scelta legata ad una nuova alternativa o sia un dono della nostra ex vicesindaca ministra lampo o lampa tanto vicina ai bisognosi e ai più deboli
Amministratori della città di Como …. vergognatevi !!