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Politica

Tra Repubblica Sociale, ‘tortura’ e Como Bar, il sindaco, due assessori e Rossetti archiviano Lombardi

Nella notte fonda di mercoledì scorso, in consiglio comunale a Como è andata in scena l’archiviazione politica definitiva dell’ex assessore al Verde della Giunta Rapinese, Ivan Matteo Lombardi, da parte dei suoi ex compagni di viaggio. Come si ricorderà, Lombardi era stato revocato di botto a fine dicembre dal sindaco perché – unica motivazione ufficiale messa nel decreto e poi ribadita in seguito – “era venuto meno il rapporto fiduciario”. Per quali ragioni puntuali, motivi dettagliati, casi specifici o politici, non è mai stato dato sapere. E nello stesso modo è finita anche mercoledì sera, quando in aula si è discussa l’interrogazione sul caso presentata (in realtà molte settimane fa) dal consigliere di Svolta Civica, Vittorio Nessi. La vedete nell’articolo qui sotto.

‘Cellula tumorale’, ‘sterilizzazione delle amicizie’, ‘rifiuto della minoranza’. Il caso Lombardi e le 7 domande di Svolta Civica a Rapinese

La risposta del sindaco Alessandro Rapinese alle questioni poste nel documento è stata quella ormai nota: “Se avesse voluto ricorrere o opporsi, Lombardi avrebbe potuto farlo. Non l’ha fatto, evidentemente ha ritenuto che le motivazioni scritte nel decreto di revoca fossero più che sufficienti e le ha condivise. A lei non basta, ma l’atto è legittimo e ormai è una questione di percezione individuale. Ora, purché la smetta – ha concluso Rapinese rivolto a Nessi – mi dica cosa vuole sentirsi dire che le invento qualcosa dai scabroso. Mi sento torturato, eppure ci sono un sacco di altri assessori revocati altrove con queste stesse diciture”.

“Quindi nemmeno stasera risponde – ha ribattuto Nessi – Poi per carità, se va bene a Lombardi essere definito una cellula tumorale non posso dire niente, anche se come minimo è una battuta infelice sulla malattia e sulla sofferenza, ma lasciamo perdere”. Poi, però, il consigliere di Svolta Civica ha ricordato alcune frasi messe nero su bianco subito dopo la revoca dall’ex assessore Lombardi, peraltro inserite anche nell’interrogazione in discussione. Le riportiamo di seguito:

– quali sono i fatti che hanno comportato il venir meno della “convergenza in ordine alle modalità di perseguimento degli indirizzi di governo”;
– se è vero e per quali fatti il sindaco ha ritenuto di definire l’assessore Lombardi una cellula tumorale;
– se corrisponde al vero e con riferimento a quale attività istituzionale il sindaco ha ritenuto di affermare che “non ci debba essere alcuna apertura della sua lista e dei suoi membri al dialogo con la minoranza e/o con chi dissenta”;
– se è vero che il sindaco non intenda confrontarsi con le legittime istanze della minoranza;
– se ritenga che rientri nel suo diritto di sindaco di rifiutare, a priori, i contributi della minoranza;
– se è vero che nella sua visione di democrazia il sindaco ritenga “che il successo della sindacatura sia collegato alla perfetta sterilizzazione dell’ambiente di lavoro e della cerchia amicale con compiutissima aderenza del singolo alla sua persona”;
– se è vero che il sindaco pretenda che i consiglieri della sua lista e gli assessori non frequentino persone/amici che non lo abbiano votato

Gli ultimi due punti, quelli sul presunto “divieto” di frequentare persone che non abbiano votato Rapinese, tema inserito sempre da Lombardi nel lungo testo diffuso dopo la revoca (lo trovate integrale qui), hanno fatto balzare sulla sedia due assessori e il capogruppo della lista Rapinese Sindaco, rispettivamente Nicoletta Anselmi, Alberto Fontana e Gianfranco Rossetti (con quest’ultimo, però, che nessuno ha capito a quale titolo sia stato fatto intervenire dal presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo, avendo letto un articolato documento politico scritto in precedenza che è parso cosa ben diversa dal cosiddetto “fatto personale”).

L’assessore Nicoletta Anselmi è voluta intervenire sulla questione del presunto diktat del sindaco sulle frequentazioni personali extrapolitiche, smentendo le tesi di Lombardi e rivolgendosi a Nessi: “Chiedere se il sindaco pretenda che i consiglieri e gli assessori non frequentino gli amici che non l’hanno votato, lo trovo molto offensivo per me. Nemmeno mio papà a 18 anni mi diceva chi frequentare, si immagini se me lo faccio dire adesso. Mio papà veniva dalla Repubblica Sociale, mia mamma era partigiana, quindi figuratevi se in casa mi dicevano persino chi votare. Io sono assolutamente libera di fare quello che la mia coscienza mi impone, punto. Non ho mai subito nessuna coercizione, se non sono d’accordo se ne discute e la cosa finisce qua. Come io offro rispetto, lo pretendo da tutti”.

Poi è intervenuto sempre per fatto personale l’assessore Alberto Fontana: “Ci hanno beccato – ha esordito con chiara e dichiarata ironia – oltre a essere marionette nelle mani del puparo, abbiamo anche dovuto sterilizzare le nostre amicizie eliminando chi non ha votato la lista Rapinese Sindaco”. Poi la parte seria del discorso di Fontana: “Ho usato un po’ di ironia ma ritengo veramente offensivo che si possa anche solo pensare che persone ben inserite nella società e alcune anche di una certa età possano subire le angherie del sindaco mettendosi a sua disposizione addirittura nella vita privata. Anche solo pensare questa cosa, di castrare la propria vita privata immolandola sulla vita di un’elezione amministrativa, è veramente pesante. Allora inviterei chiunque a frequentare il venerdì sera un locale che frequentiamo con il sindaco (il Como Bar, ndr) e vedere chi sono le persone che frequentiamo e le mie amicizie personali: io ci scherzo col sindaco, perché quello probabilmente è un covo di elettori della sua controparte (Barbara Minghetti, ndr)”.

Poi, a conclusione della discussione, il capogruppo della lista Rapinese Sindaco, Gianfranco Rossetti, che ha chiesto di intervenire “per fatto personale” ma poi ha subito affermato di intervenire a nome del gruppo, leggendo un testo: “Ha appena fatto capire che siamo delle pecore – ha affermato rivolto a Nessi – Io ringrazio Lombardi per il lavoro fatto in maniera scrupolosa. Ho letto che è stato scaricato, defenestrato, che è stato una vittima sacrificale e l’unico aperto al dialogo. Ho letto commenti dispiaciuti persino da chi prima lo considerava il giullare del sindaco o il buffone del Rapi”.

“Abbiamo un sindaco eletto che governa con una giunta di sua fiducia – ha proseguito Rossetti – Se si interrompe il rapporto fiduciario, la collaborazione non può e non deve continuare per non creare nocumento all’ente, principio valido in tutti i campi. Se il sindaco è arrivato a quella decisione (di revocare Lombardi, ndr) lo ha fatto per il bene dell’ente, non certo per invidia o risentimento personale. Abbiamo fiducia nella sua capacità di esercitare le deleghe che si è assunto. L’importante per il gruppo è il bene della città, da perseguire a costo di scelte impopolari e dolorose”. E fu così che la lista Rapinese Sindaco, tra consiglio, giunta e assessori esterni, archiviò definitivamente l’ex collega con delega al Verde.

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6 Commenti

  1. Quel che più stupisce è l’intervento dei due assessori e del consigliere di maggioranza. Ma, davvero, questa gente ritiene che quanto scritto da Lombardi, non da altri, circa il proprio licenziamento sia una cosa normale? E’ accettabile che il sindaco definisca un proprio assessore “cellula tumorale”? Ma perché questa gente sta avallando in silenzio tutto ciò? Rapinese lo conosciamo, ma chi gli sta intorno è sconcertante.

  2. Grazie per il suo importantissimo parere che spazia su tutto e tutti, una vera risorsa, comunque le elezioni hanno dato questi risultati che si accettino o meno, fatevene una ragione, basta……………………….

  3. Era pensante quindi intollerabile agli occhi di superman che a dire il vero come assessore al verde non sta facendo nulla. Lombardi Faceva bene e probabilmente il suo attivismo oscurava il supereoe che vuole tutti sottomessi e assertivi/asserviti comprevi coloro che dovrebbero essere superpartes come si è visto anche di recente

  4. Interessante. Nessuno dei venti Consiglieri della Lista Rapinese Sindaco si è dissociato dall’espressione, assai infelice, “cellula tumorale”. Nessuno dei venti Consiglieri della Lista Rapinese Sindaco ha manifestato solidarietà a Lombardi. Nessuno ha espresso ulteriori critiche a Lombardi se non quelle già scritte sulle motivazioni alla revoca. Nessuno si è espresso in modo differente rispetto alla versione ufficiale. Tutti si sono associati alla dichiarazione “personale” del proprio Capo Gruppo. Ma tutti e venti si dichiarano assolutamente indipendenti. Ci sta. Anche i membri del Comitato Centrale del PCUS si dichiaravano assolutamente indipendenti dalle opinioni del Segretario del PCUS, sia che fosse Gorbacev sia che fosse Stalin ovviamente. Il trucco è essere indipendenti stando rigorosamente zitti… 😊

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