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Veronelli da Azione a Milano, ma al tavolo del centrosinistra è un coro di no alla candidatura

Troppo alto il muro di no tra i partiti della coalizione di centrosinistra che sostengono Barbara Minghetti candidata sindaco: Anna Veronelli, lo storico volto di Forza Italia a Como, due volte assessore nelle giunte di Stefano Bruni e fino a venti giorni fa presidente del consiglio comunale, non sarà candidata alle elezioni di giugno. La conferma è arrivata ieri sera, dopo il vertice dell’alleanza e la discussione specifica sulla questione.

Come noto, dopo il clamoroso addio a Forza Italia e a tutto il centrodestra con parole di fuoco (qui l’articolo), Veronelli si è avvicinata al partito guidato da Carlo Calenda, Azione. E non soltanto l’ex forzista ha incontrato direttamente il “capo” in città il 31 marzo scorso, ma ancora ieri – vista la piega negativa che stava prendendo la sua volontà di candidarsi con il centrosinistra – Veronelli si è recata a Milano per discutere della questione con il consigliere regionale di Azione, Niccolò Carretta. Sul Lario, intanto, a perorare il cambio di coalizione è rimasto il referente cittadino di Azione, Andrea Luppi. Ma questa serie di azioni incrociate, alla fine, non sono bastate.

Il tavolo di coalizione riunito ieri sera non ha lasciato scampo, politicamente: troppi i no all’accoglimento dell’ex presidente del consiglio comunale, dal Pd a Como Comune passando per Italia Viva e alla gran parte di tutti gli altri alleati.

Troppo ravvicinati i tempi del “ravvedimento operoso” di Veronelli, troppo calata dall’alto l’operazione mai condivisa personalmente dall’interessata con le varie liste, troppo arduo immettere in una campagna elettorale già tesissima un argomento che sarebbe stato zucchero per gli avversari sul campo. Non è escluso che se ne parli ancora, insomma, ma i tempi sono strettissimi e la serranda appare calata in maniera poderosa e condivida. Magari, lasciando maturare nell’ombra la cosa per qualche tempo, qualche soluzione alternativa alla presentazione in lista potrà emergere in futuro, ma dovrà certamente essere meno di impatto su elettori e segreterie politiche a meno di 60 giorni dal voto.

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5 Commenti

  1. La mia opinione è che a livello comunale sia necessario guardare la qualità delle persone, la loro intelligenza, la capacità di lavorare per la città, indipendentemente dagli schieramenti nazionali che hanno altre finalità. È ovvio che la condivisione di ideali sia fondamentale, ma molto più importante, proprio a Como, è condividere progetti a breve, ma soprattutto a medio/lungo. Qualcuno riesce a pensare alla città tra 5 anni? I cambiamenti sono talmente rapidi che le reazioni devono esserlo altrettanto.

  2. Bruttissimo pensare che chi governa la nostra città non abbia nessuna etica…
    Posso comprendere chi all’interno di una coalizione passa da una componente di partito ad un’altra…
    Ma chi dopo una carriera in una coalizione, visto che la propria candidatura alla carica di Sindaco di Como non è stata considerata, è pronta a saltare in una coalizione opposta non ha più credibilità.

  3. Non si imbarca chi ha attivamente sostenuto e promosso l’amministrazione uscente, oltre a quelle Bruni.

    Prendo atto che abbia lasciato l’attuale maggioranza, ma direi che decisamente non è abbastanza.

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