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Bufera asili nido, Civitas: “Nessuna garanzia sulle tariffe di quelli privati. Rischio trappola per le famiglie”

Sul caso che continua a suscitare polemiche e proteste della chiusura di due asili nido comunali da parte della giunta di Como, ospitiamo un articolato intervento di Civitas. Per inviare contributi, riflessioni, segnalazioni alla redazione, scrivere a redazionecomozero@gmail.com.

L’Associazione Civitas – Progetto Città, impegnata nell’ offrire approfondimento su temi di cultura e politica che riguardano i diritti di cittadinanza e socialità, intende riprendere e segnalare alla riflessione comune alcuni contenuti espressi nella lettera indirizzata al Sindaco di Como dalla dirigente scolastica Grazia Miccolis e dal Consiglio d’Istituto Comprensivo Borgovico.

Considerazioni che si sono con grande autorevolezza aggiunte nel dibattito pubblico seguito alla decisione assunta da Alessandro Rapinese e dalla sua Giunta di “riorganizzare” un servizio pubblico rivolto ai bambini e alle loro famiglie, attraverso la concentrazione delle educatrici e il ridimensionamento – motivato da risparmio economico – dei punti Asilo del Comune di Como, e in particolare con la chiusura dal prossimo settembre dell’Asilo nido Magnolia di via Passeri e dal 2025 del nido di Monteolimpino.

Per una pedagogia della “Cittadinanza” fin da bambini:
I bambini sono dalla loro nascita detentori di diritti inalienabili e fra questi il diritto alla loro educazione e tutela mette in capo ai genitori e alle famiglie, alle amministrazioni pubbliche e alle scuole pubbliche di vario ordine e grado l’obbligo di assumere le iniziative più idonee per perseguirlo.

Sotto il profilo pedagogico, da anni ormai – con grande attenzione da parte dei vari Plessi e Istituti scolastici comaschi – i concetti di Comunità educante e di Alleanza educativa scuola-famiglia sono stati declinati anche attraverso una stretta relazione fra le scuole di vario ordine e grado (Asilo nido, Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria, Scuola Secondaria di primo grado), relazione ovviamente volta a favorire la continuità e il raccordo pedagogico-didattico fra successivi percorsi educativi.

Tra gli strumenti individuati dal 2023 da parte dell’Amministrazione Comunale di Como (in capo a cui è posta dalla legge la gestione dei nidi e scuole d’infanzia) c’è il Coordinamento Pedagogico Territoriale Zerosei, che riguarda i bambini più piccoli, da zero a sei anni, immaginato come strumento indispensabile dal punto di vista tecnico-pedagogico della governance locale dei servizi, volto a espandere e qualificare i servizi per l’infanzia attraverso il confronto collegiale e costante con le figure professionali operative nel mondo della Scuola comasco di competenza comunale.

La progettazione “Zerosei” – che poggia su una legislazione e linee guida di riferimento ben precise – ha fra i suoi obiettivi la costituzione per ciascun bambino e bambina di un curriculum unitario e coerente insieme a un vocabolario linguistico condiviso e all’acquisizione di strumenti che rinforzino il senso di identità nei piccoli. È evidente a tutti come la serenità nella fruizione del servizio scolastico da parte dei piccoli e delle loro famiglie sia una precondizione e un corollario obbligatorio per perseguire tali obiettivi.

Recependo dunque lo stimolo dell’Amministrazione comunale sul progetto Zerosei, i nidi e le scuole d’infanzia comaschi – in particolare Nido Magnolia e Scuola d’Infanzia Raschi – hanno collaborato nello stendere un progetto che vede coinvolti i bambini dell’ultimo anno del nido e gli alunni dei tre anni della scuola d’infanzia e hanno già delineato le linee guida dei prossimi anni scolastici.

Fra i punti di forza dell’alleanza educativa Scuola-Famiglia-Amministrazione c’è sicuramente il tema dell’ubicazione delle scuole e della prossimità scolastica insieme ad altri elementi logistici come il trasporto pubblico e i suoi costi, la mobilità sostenibile, il contenimento dei tempi di spostamento.

La collocazione delle scuole, dei Plessi e Circoli didattici vanta un radicamento territoriale storico nei quartieri residenziali urbani di Como che è stato da tutte le Amministrazioni comasche costantemente perseguito, in parallelo alla crescita dei vari quartieri della città, garantendo un valore di prossimità fondamentale per la fruizione del servizio scolastico e della qualità della vita da parte dei bambini e delle loro famiglie.

Da questo punto di vista, la continuità dei servizi offerti da Nido Magnolia e Scuola Infanzia Raschi – che godono addirittura di una felice contiguità essendo situate nello stesso edificio – sono state per anni un punto di forza e di riferimento nella scelta di queste realtà educative da parte di tanti genitori del quartiere Borgovico, una zona della città investita in questi ultimi anni da criticità legate a aumento del traffico, congestione della viabilità, aumento e transito giornaliero di flussi di turismo di massa, insieme alla presenza dello stadio di calcio.

Lo sradicamento ipotizzato dei bambini in età di Nido dal loro quartiere Borgovico dove risiedono (tanto più assurdo se pensiamo ai numeri della frequenza corretti che sono stati indicati nella lettera dalla Dirigente scolastica!) comporterebbe poi conseguenze fortemente negative in termini di qualità della vita di grandi e piccoli.
C’è il rischio reale di complicare ulteriormente la gestione della routine quotidiana delle giovani famiglie coinvolte, in cui anche oggi il lavoro di cura ricade prevalentemente sulle giovani madri che sono al contempo anche lavoratrici che devono raggiungere per tempo il luogo di lavoro, spesso dislocato da Como.

L’alternativa proposta dal Sindaco Rapinese di utilizzare nidi privati convenzionati può rivelarsi per le famiglie una vera trappola sotto il profilo economico e della qualità del servizi educativi scolastici. Infatti l’Isee minimo che darebbe diritto – e solo per il primo anno di frequenza del bambino – all’esenzione o riduzione sostanziale della retta è in realtà appannaggio solo di famiglie in “povertà assoluta”, non certo della maggioranza delle famiglie comasche con bambini piccoli.

Non è poi prevista né indicata dalla Amministrazione Rapinese alcuna garanzia per le tariffe future di questi nidi convenzionati (quali, quanti, dove sarebbero?) e nessuna parola è stata spesa a illustrazione o garanzia della qualità del servizio né in termini di sicura qualificazione degli operatori né della idoneità dei luoghi e dei progetti educativi. Chi sarebbe poi titolato e responsabile del controllo di questi ventilati ma imprecisati Nidi Privati?

Quanto son lontani i tempi in cui si parlava anche nelle Amministrazioni pubbliche di Conciliazione famiglia/lavoro!
Nella scomparsa di presìdi e spazi sociali – ora perfino asili e scuole! – i nostri quartieri cittadini stanno diventando dei “Non luoghi” spopolati di presenze umane e relazioni sociali. L’amministrazione Rapinese dal prossimo mese di Settembre ridimensionerà la fascia oraria di servizio anche nel Nido di via Zezio, in cui il servizio nido terminerà alle ore 16 e non più 18.30! E ci si lamenta del calo demografico…

Altro che città sostenibile! Tempi convulsi per raggiungere scuole, posti di lavoro, supermercati, hanno reso la nostra città quasi invivibile in orari di punta del traffico urbano, complice anche una carenza infrastrutturale viaria e funzionale dei trasporti pubblici, non ultimi quelli ferroviari locali.
I genitori dei bambini sempre più si confrontano oltre che con difficoltà logistiche per il lavoro, anche con difficoltà di gestione della vita familiare, e con la necessità di utilizzare sempre più l’auto con relativi costi, innescando la ben nota spirale dell’ aumento del traffico e dell’inquinamento urbano in periodo scolastico invernale.

Quello che Civitas poi ha trovato imperdonabile è il modo destabilizzante e irrispettoso con cui mamme e papà sono stati raggiunti da questo provvedimento dell’Amministrazione Rapinese: a metà dell’anno scolastico di frequenza dei loro bambini, con la prospettiva di pochi mesi davanti prima del prossimo Settembre per trovare altre soluzioni nell’ambito del servizio pubblico che tuttora – spes contra spem – Civitas si augura condivise dalle famiglie insieme all’ Amministrazione, su sollecitazione dei tanti che su questo tema in questi giorni si sono attivati.

Nell’offrire la nostra fattiva collaborazione al neonato Comitato Genitori Como e la nostra solidarietà alle lavoratrici e lavoratori delle scuole coinvolte, anche noi soci e socie di Civitas – progetto Città ritieneniamo “Che il servizio pubblico dei nidi di quartiere sia un pilastro irrinunciabile, da potenziare anziché svilire, in un Paese dove la natalità è in calo costante”. Invitiamo dunque tutte e tutti ad “Unirci alle varie iniziative per difendere i diritti delle famiglie e dire NO alla chiusura dei nidi comunali a Como!”.

 

 

 

 

 

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5 Commenti

  1. Io ricordo bene la presenza della candidata sindaco di Civitas Adria Bartolich al comizio finale di Rapinese al monumento ai caduti. La mancanza di appoggio ufficiale di Civitas a Barbara Minghetti ha portato alla vittoria di Rapinese, che prendano le proprie responsabilità ora.

    Da Comozero:

    Come noto, ieri ha destato scalpore la sorta di endorsement della candidata sindaco di Civitas e Bene Comune verso Alessandro Rapinese, secondo la versione ufficiale incontrato casualmente dopo una birra esattamente dove teneva il comizio ma a quanto risulta a chi scrive – indagando sul non detto ufficiale e sui dietro le quinte – in realtà una stretta di mano molto meno casuale di come è stata descritta (che non significa apparentamento, ovviamente, ma ignorare il significato di un gesto simile nel momento più caldo e dirimente della campagna elettorale sarebbe come minimo da ingenui). Il male minore: così sarebbe identificato Rapinese rispetto a Minghetti, con la quale – storia ormai arcinota – Bartolich e Civitas (peraltro presente anche Bruno Magatti al comizio del candidato indipendente) ebbero uno scontro ai tempi della scelta della candidata sindaco che poi portò alla spaccatura e alle due corse concorrenti.

    1. Non appartengo politicamente a Civitas, ma qui si leggono dei concetti surreali.
      Al primo turno delle comunali del 2022 la Bartolich raccolse 1137 voti, che anche sommati a quelli raccolti dalla Minghetti al ballottaggio (11345, per un totale ipotetico di 12482) non avrebbero condotto alla vittoria di quest’ultima (Rapinese raccolse 14067 voti).
      In forma del tutto paradossale, anche supponendo che tutti gli elettori della Bartolich abbiano votato Rapinese al ballottaggio (magari una parte sì, ma dubito proprio tutti quanti) e sottraendo dunque tali voti al suo totale (che scenderebbe quindi a 12930), la Minghetti avrebbe perso comunque coi suoi 12482 (voti presi realmente più totale primo turno Bartolich, i cui sostenitori dubito fortemente avrebbero votato in massa per l’altra candidata, visto il trattamento ricevuto dal centrosinistra, o almeno così sostengono costoro).
      Pertanto, il centrosinistra non ha perso causa Bartolich (a più riprese osteggiata e persino derisa da membri di tale schieramento nelle due settimane pre-ballottaggio, evidentemente “gasati” dall’effimero successo del primo turno), bensì per torti propri, primo tra tutti (a mio parere) quello di aver scelto male la candidata a sindaco: da quando esiste il doppio turno alle comunali, mai a Como si è visto un candidato vincente al primo turno che perde al ballottaggio, peraltro perdendo centinaia di voti tra i due turni (cosa successa solo a Botta nel 1994, il quale però vinse comunque).
      Quanto sarebbe interessante assistere a una seria analisi della propria sconfitta da parte del centrosinistra, ma ciò non è avvenuto a suo tempo e dubito avverrà mai in futuro (lo scrivo con grande tristezza personale).

      1. Il punto non è che Bartolich/Civitas abbiano fatto perdere Mighetti, come dici tu la loro rilevanza è minimale.

        Rimane però che il duo Magatti-Bartolich abbia legittimamente preferito Rapinese. Che ora se lo tengano!

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