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Silenzio, parla (solo) Rapinese. L’istituzione fusa in un’unica persona, Como è una sindacocrazia

Un Comune capoluogo di provincia, una città con 84mila residenti e migliaia di visitatori al giorno, l’istituzione attorno a cui dovrebbe ruotare l’intero sistema politico, economico, turistico della provincia, può permettersi una comunicazione al confine tra bar di paese o “sindacocrazia”? La risposta, ovviamente, verrebbe da sé: no. Ma “verrebbe”, appunto. Perché la realtà invece dice che nell’anno del Signore 2023, Palazzo Cernezzi intende la comunicazione come un fatto quasi privato del primo cittadino, al cui verbo i cittadini-sudditi devono abbeverarsi soltanto nei modi, nei tempi e, ahinoi, nelle forme sovente istituzionalmente sgrammaticate che il Re Sole decide tramite il proprio profilo Facebook. Forse non bastava l’aver assommato le deleghe a Patrimonio, Sport, Sicurezza, Polizia Locale, Affari generali e istituzionali, Relazioni internazionali, Innovazione tecnologica, Ambiente, Verde, Parchi e Giardini, Finanziamenti pubblici, comunitari e Sponsorizzazioni.

Una situazione abnorme, che in qualunque sana dialettica democratica la stessa maggioranza politica a sostegno del sindaco avrebbe almeno tentato di correggere con qualche suggerimento, indicazione, proposta di correttivo, talmente è evidente la questione. E invece no: perché nella sindacocrazia comasca, una mosca non può volare tra giunta e consiglio. Uno decide e parla per tutti, come e quando vuole lui, punto e basta. E se per tua somma sfortuna non ritieni la bolla autoreferenziale del primo cittadino come l’unico mondo possibile in cui apprendere novità e indicazioni di carattere istituzionale e ufficiale, fatti tuoi. Certo, puoi sempre rivolgerti ai media (non a tutti ovviamente, visto che esiste anche la lista di proscrizione): ma anche lì, il sapere passa unicamente da ciò che il sindaco decide o non decide di divulgare tramite le pagine e le telecamere più affettuose.

Tra il primo luglio e ieri, tre esempi plastici di questo quadro. Sabato, dopo la decisione di liberare piazza Perretta da parcheggi per residenti e auto (provvedimento di dettaglio rispetto a cui ci si è dovuti informare tramite l’ordinanza incastonata all’albo pretorio, non proprio uno strumento intuitivo e popolare, senza un comunicato ufficiale dedicato e specifico dell’amministrazione), con i primi giorni che hanno visto qualche inevitabile occupazione irregolare degli spazi, il Comune non si è affidato a un rilancio della comunicazione istituzionale per ricordare novità, provvedimenti, scadenze, sanzioni. No, il “memo” è stato un video sul profilo Facebook personale di Alessandro Rapinese che in maglietta e zainetto – peraltro senza alcuna preoccupazione sull’inquadrare targhe in barba al tema della privacy – ha ricordato che “hey titolare zona 2 del pass, non puoi più parcheggiare in piazza Perretta”. Questo il tono, con la simpatica espressione iniziale presa in prestito da Happy Days. E se Facebook non lo usi, tanti saluti.

Poi è scoppiato il caso della città invasa dalla spazzatura, dopo il cambiamento che ha interessato il ritiro in particolare dell’indifferenziata. Alla luce dei tanti cittadini che evidentemente non sono riusciti a informarsi correttamente, è per caso seguita una comunicazione ufficiale dettagliata e rilanciata magari più volte alla popolazione, magari anche a beneficio della stampa per aiutarsi a vicenda? Macché: video sul profilo personale del sindaco con tanto di “andate su google e cercate”. E prima dello show, le uniche indicazioni erano state due mail del 22 e 30 giugno (stesso giorno della presentazione ai media dei provvedimenti). Un po’ pochino come sforzo istituzionale, calcolando l’impatto dei cambiamenti e l’estrema vicinanza con l’effettiva entrata in vigore (tralasciando l’eventuale opportunità di un investimento anche economico, magari, per la massima divulgazione delle novità, come accaduto in passato, perché affidarsi solo ai volantini distribuiti con i sacchi evidentemente non basta).

Terzo caso: ieri sono arrivate le strisce blu al posto dei parcheggi per i pullman turistici in zona stadio, tema caldissimo nelle ultime settimane. E’ per caso giunta una comunicazione istituzionale dell’amministrazione? Ovviamente no: video in giacca e cravatta del sindaco che magnifica la novità a beneficio dei suoi soli follower.

Nel mentre, di cosa si occupava il “servizio comunicazione” del Comune, che poi è poco più che una mail sporadica? L’ultima informazione è del 3 luglio, per dare conto del diserbo al cimitero di Camerlata. A seguire, info imprescindibili per la cittadinanza tipo la festa all’asilo Peter Pan, un avviso esplorativo per cercare sedi private da adibire a matrimoni, un’altra info sulla digitalizzazione dei cimiteri, la convocazione di una commissione consiliare e così via.

Si dirà: vabbè, almeno voi cronisti potreste chiamare più spesso l’addetto stampa di Palazzo Cernezzi, la figura chiave della comunicazione in qualsiasi comune ormai, figuriamoci se capoluogo. Certo, si potrebbe. Peccato che in Comune a Como questa interfaccia per i giornalisti nella pratica non esista. Tutto deve sostanzialmente passare da Rapinese, così le informazioni o le dà lui o non ci arrivi, nemmeno se possono essere a beneficio di tutti. Ma ci sarà almeno qualche account social ufficiale dell’amministrazione, slegato dalla persona fisica di Alessandro Rapinese: macché, niente, giusto quello della Polizia locale e dei Musei, del tutto autonomi (benché preziosi, soprattutto il primo).

Insomma, il concetto è chiaro: o sei un giornalista benevolo con Rapinese, o sei un follower di Rapinese su facebook o segui sempre Rapinese ogni venerdì sera nel salottino dedicato di Espansione Tv (quello contro cui l’attuale sindaco ha lanciato strali pesantissimi per anni, per l’assenza di contraltare) o ascolti Rapinese in streaming durante i consigli comunali in cui occupa a spanne il 70-80% dello spazio dialettico di giunta e consiglieri (ma l’ambito è sovente politico, però, con le info pratiche al cittadino quel luogo c’entra poco). La sintesi è: o credi nel Verbo di Rapinese – se ti concede di ascoltarlo alle sue condizioni di tempo, spazio e forma – oppure, “hey, vai su Google” (o districati sull’albo pretorio) e cerca. Se sarai fortunato, vedrai che prima o poi ti imbatterai in un video di Rapinese. E potremo finalmente farla finita con anticaglie tipo la separazione tra politica, amministrazione, ente e istituzione. Tutti “finalmente” fusi assieme appassionatamente nella sindacocrazia alla comasca.

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15 Commenti

  1. Perché non fate parlare anche Bruni, Lucino e Landriscina e cioè PD FDI FI ed altre liste che li hanno sostenuti di cosa hanno fatto per COMO..
    15 ANNI DI PARATTIE PISCINE MARCE
    TICOSA MARCIA ASILI E SCUOLE0 MARCE IMMOBILI COMUNALI MARCI.
    Oppure dite voi tutti cosa hanno fatto.
    Grazie
    Saluti

  2. La cosa che stupisce è che chi sta con lui non ha un minimo, ma davvero un minimo, di coscienza del disastro che sta provocando. Non è soltanto una questione di forma, che pure conta, e la sua è semplicemente inadeguata al ruolo che ricopre, ma è proprio la sostanza che fa rabbrividire. La comunicazione è un pezzo importante dell’amministrare. Un sindaco non può intenderla sempre e soltanto come un prolungamento della propria sfera ludico narcisistica perché così non fa un danno ai media, fa un danno ai suoi cittadini.

  3. Lo dico da anni sarebbe arrivato il NULLA. adesso piangiamo. Spero che sia destinato alla damnatio memoriae.

  4. Niente contro Rapinese, che dopo il secondo bianco al bar potrebbe anche risultarmi simpatico. E comunque di personaggi del genere è piena l’Italia.
    Quello di cui non riesco a capacitarmi è come abbia fatto a diventare sindaco di Como. Davvero dice di più sui comaschi che su Rapinese…

  5. Buongiorno, ne convengo con Robespierre che Lei non è “azzerbinato” ed anche sul trattamento di alcuni giornalisti…desidererei incontraLa per un confronto su una tematica che sta a cuore a molti cittadini di Como.
    saluti

  6. Grazie per aver fornito queste informazioni su come il Re Sole interpreta i media. Poiché non sembra esserci una strategia globale di sviluppo civico, non esiste una strategia di comunicazione aziendale.

    Potrei quasi capire l’approccio di Sun Kings se tutto a Como funzionasse perfettamente. Ma quando ci sono così tanti problemi che falliscono in città, può esserci solo una persona da incolpare.

    1. Meglio Re Sole che i predecessori completamente invisibili.
      Rapinese ha ancora 4 anni per migliorare Como o fallire miseramente.

  7. Grande Lele!!!! Voi non siete azzerbinati come invece altri giornalisti e si vede, Re Sole non è abituato ai dissidenti e non potendovi cacciare dalla Giunta o bloccare sui sociale ( cosa peraltro già fatta) gli toccherà ingoiare controvoglia l’amara pillola di verità.
    Chapeau a te e ai tuoi colleghi di Comozero

  8. Purtroppo questo “fenomeno umano” è frutto della miopia e dell’eterno sonno dei comaschi che non hanno espresso il voto mantenendo il proprio stato di narcotizzati e garantendo a tutta la cittadinanza la convivenza con l’incubo. Purtroppo si può fare ben poco ora se non evidenziare gli errori, le scivolate (mediatiche e non) gli atteggiamenti da signorotto mediovale ed elencando tutto ciò che riesce a distruggere. Il problema reale è che alle prossime elezioni le persone avranno dimenticato, altre penseranno che il lungo lago l’abbia fatto lui, che i turisti li abbia richiamati con le sue doti da pifferaio magico, che il livello del lago è salito grazie al suo intervento, etc. etc., e si tornerà nel sonno o nell’oblio del non voto al grido “tanto non serve a nulla”.

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