Come già accaduto la scorsa estate, l’intenzione – ormai esplicita, come abbiamo raccontato qui – della Giunta Landriscina di realizzare una passerella al Broletto per scacciare “malcostume e disagiati” sta suscitando un’ampia discussione. Giusto ieri sera avevamo dato conto, ad esempio, della posizione contrarissima al progetto della consigliera comunale dem Patrizia Lissi. La quale, però, oltre a esprimere il proprio punto di vista, concludeva l’intervento con un appello: “E gli architetti cosa dicono?”. Mai domanda fu più fertile.
Oggi, infatti, ospitiamo un lungo intervento dell’architetto Lorenza Ceruti che ieri sera ha risposto all’appello, per così dire, tramite la nostra pagina facebook, esprimendo un punto di vista lungo, appassionato, articolato e senza alcun dubbio anche coraggioso e tutt’altro che comodo, nel quale rende pubblico un pensiero personale netto sull’intervento proposto dal Comune per il Broletto. E forse ancor più sulla filosofia che ne sta alla base.
Alleghiamo di seguito in forma integrale il testo di Lorenza Ceruti (per interventi e repliche: redazionecomozero@gmail.com).
Mai stata d’accordo su quella che viene definita “architettura ostile” o “architettura difensiva” o “unpleasant design”. E qua, per il Broletto, si può sicuramente parlare di architettura ostile all’ennesima potenza!
Di solito infatti per architettura ostile si intendono quegli espedienti mascherati da una “bella” estetica (e adesso ormai si definiscono anche come facenti parte di una “nuova arte”) che servono ad allontanare gli indesiderati in nome del decoro.
Indesiderati che possono essere i gruppi di adolescenti, gli skaters, i tossici ma il principale bersaglio sono ormai i senza dimora. E già, perché vedere la povertà che dorme in alcune zone della città non va bene e non è perbene! Così ecco comparire nelle città (di tutto il mondo) panchine scomode, spuntoni sulle pavimentazioni, luci colorate, grate, fioriere ecc. che impediscono comportamenti non decorosi.
QUI LO STUDIO DI FATTIBILITA’
È così che si pensa di poter controllare gli spazi pubblici e di risolvere fenomeni sociali? Perché quello dei senza dimora è un fenomeno sociale e non la situazione dei singoli che se la sono voluta. Como in quanto ad architettura ostile vuole strafare! Non panchine scomode, bensì soluzioni invasive! Dalla subdola decisione di eliminare le panchine, alla completa modifica del portico del Broletto! La motivazione per modificare un tale luogo, non può essere quella di allontanare i “disagiati” e risolvere situazione di “malcostume”!
Anche perché davvero una passerella rende ostile questo spazio? Avrà degli spunzoni? O si arroventerà appena ci si sdraia? O sarà dotata di una tecnologia che riconoscerà se chi la attraversa è o no un senza dimora? Per me è un falso e ipocrita problema e di conseguenza una falsa e ipocrita soluzione!
E mi chiedo: ma con tutte le situazioni non risolte e che presentano reale degrado, abbandono e trascuratezza di questa nostra città, ma è cosi impellente e necessario andare ad occuparsi (e a spendere danaro) proprio di uno spazio che paragonato ad altri è un “gioiello”?!
C’è già stato un intervento, ed è lì da vedere. Sarebbe anche da curare, richiederebbe manutenzione: si vuole davvero aggiungere altro?! Una scarpa e una ciabatta? Oppure quello che c’è già viene smantellato? “L’hortus incoltus” rimane? Se ne vuole creare un altro più grande?
L’architettura ostile rappresenta il fallimento di una società che non riesce a gestire situazioni che spesso sono a livello sociale. Il fallimento ricade poi anche sulle amministrazioni che decidono di adottarla e a Como addirittura di abusarne, andando a sparare una cannonata su una mosca senza nemmeno la sicurezza di far spostare la mosca.
L’ARCHITETTURA È PER LE PERSONE NON CONTRO LE PERSONE!
2 Commenti
Arrivano elezioni…e si moltiplicano le minchiate ahahagaga
Ho già commentato poco fa e velocemente sulla pagina di FB che ripeto anche qua:
“Rilevo che come sempre certi discorsi, certi provvedimenti, certe pensate si “comunicano” solo in momenti o festivi o estivi. Metterei molta attenzione anche al San Martino con studi di fattibilità affidati come? a semplice affidamento come per “la nuova” sistemazione del Broletto”.
Aggiungo e rilevo che siamo anche in periodo pre-elettorale e tanti sono i progetti sbandierati strizzando l’occhio al proprio orto più o meno grande in nome della sicurezza, del decoro, del bello soggettivo, … senza un vero confronto con la città (cittadini_associazioni_…) ascoltandola e dando risposte serie e non solo ad alcune parti, possibilmente facendo tabula rasa su quanto esiste già di studi di progetti e magari anche di risorse individuate ed impegnate.