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Il filo tra la strage in Texas, le lobbies, la massoneria e le elezioni a Como: Bruno Magatti, ritorno e messaggi

A differenze delle tantissime battaglie condotte in prima linea negli anni, Bruno Magatti – l’uomo simbolo di Civitas – ha tenuto in queste settimane un profilo decisamente basso. Poche apparizioni, ancor meno dichiarazioni, scena tutta per la candidata sindaca Adria Bartolich. Oggi, però, un messaggio in vista del voto l’ha lanciato. Ed è destinato a fare rumore. Perché è vero che nomi espliciti non ce ne sono, nello scritto affidato oggi a facebook. Ma è altrettanto sicuro che azzardarne in autonomia è difficile, vista la “gittata” della polemica di Magatti.

Ma è del tutto evidente che sia nel centrosinistra con Barbara Minghetti (spesso additata dagli avversari di rappresentare “i poteri forti” della città), sia nel centrodestra (uscente con Landriscina, più quello nell’assetto attuale da campagna elettorale per Giordano Molteni) qualche bersaglio sentirà qualche orecchio fischiare (con poco piacere, è presumibile).

Di seguito, il testo integrale di Bruno Magatti.

La differenza.

I fatti di questi giorni rendono evidente il peso delle lobbies sul potere politico.
Oggi parlano genitori, familiari e amici dei 19 bambini di quarta elementare e delle due maestre uccisi in una città del Texas.

Dinanzi al loro assurdo e inconsolabile dolore ci sono le parole di un presidente che, come altri prima di lui, “promette” di porre un limite alla lobby delle armi. Ma di quale spazio di autonomia dispone chi è chiamato ad approvare le leggi se è stato eletto col favore, il sostegno o addirittura i soldi di una lobby? Come potrà assumere decisioni in contrasto con gli interessi di coloro che lo hanno sostenuto e magari finanziato la propaganda elettorale?

Le lobbies esistono, dirà qualcuno. Proprio per questo gli appoggi e i sostegni devono essere trasparenti e pubblici e i cittadini ne devono essere informati (e già il fatto che alcuni gruppi non rendano pubblici gli elenchi degli associati, come la massoneria, qualche problema lo pone).

Lobbies, gruppi di interessi o sistemi economici sanno muoversi con intelligenza e potenza, scelgono chi sostenere, mettono in campo le loro reti. Inevitabile.

Per questo solo persone libere da condizionamenti, debiti o ricatti si possono permettere scelte dettate esclusivamente dalla ricerca disinteressata del bene di tutti.

Questo è un buon criterio per accostare ogni momento elettorale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Non vedo l’ora di NON votare. A mio parere non c’è un solo candidato che agisca nell’autentico interesse della città, ma ci troviamo di fronte a volgari manipolatori unicamente interessati ad avvantaggiare i partiti di riferimento. Perché purtroppo l’unica cosa che per la politica attuale conta davvero è il potere fine a se stesso per avvantaggiare le proprie lobby e occupare poltrone per ignobili giochi di potere. Per tale motivo io non andrò a votare e mi auguro lo facciano tanti altri.

  2. NON VEDO L’ORA DI VOTARE! Il mio problema è questo però:
    come utilizzare l’UNICO VOTO che posso depositare nell’urna, che sarà, PER I PROSSIMI CINQUE ANNI a venire, anche l’unica volta che mi si chiederà di mettere nero su bianco, su una scheda, come la penso, per poi confrontare, nello spoglio, la mia opinione con quelle degli altri concittadini?

    In sostanza, se votassi al di là delle coalizioni consuete, fatta eccezione per Rapinese che già fa “coalizione a sé” in termini di percentuale di voto raggiunta in passato, non esprimerei altro che un voto a metà, un voto dimezzato.
    Mi limiterei cioè a sospingere solamente un’ideuzza politica, per vederla rappresentata numericamente il meglio possibile in Consiglio, ma escluderei fin da subito il mio voto (così dimezzandolo) dalla scelta del sindaco, delegandola, ritengo scioccamente, a quegli altri cittadini che esprimessero, loro sì invece, un voto di peso pieno, mantenendolo all’interno di quel perimetro di forze che, con facile previsione, hanno almeno i numeri per aspirare
    al ballottaggio.
    Ed ancora, se decidessi – ma proprio al limite al limite – di esprimere comunque un voto dimezzato, per sostenere liste e listarelle veleggianti tutt’al più tra il 4 e il 8% dei consensi complessivi, e poi i risultati del primo turno elettorale (turno deciso dagli altri) mi mettessero di fronte a due candidati al ballottaggio non di mio gradimento, che potrei ancora fare, oltre che rammaricarmi?
    Non mi resterebbe altro che: o astenermi dal votare, e quindi peggiorerei, passando dal voto a metà alla partecipazione a metà, oppure, dovrei votare, alla montanelli…, con la molletta al naso, che non è proprio quanto ci sia di meglio.

    Ritengo invece, che È UN NOSTRO DIRITTO DI ELETTORI VOTARE PER DECIDERE PIENAMENTE, E QUINDI PERCHÉ DOVREMMO AUTOLIMITARCI E VOTARE A METÀ, per farci del male, e farlo alla cittadinanza?
    E allora, non ci si lasci ammaliare da sirenetti e sirenelle che canticchiano cose strampalate per raccogliere una manciatella di punti percentuali!
    Noi cittadini di certo non abbiamo scelto né le proposte politiche in concorso né le alleanze, ma sono stati loro, i politici, ed in totale autonomia, che hanno deciso l’offerta, ossia: se, con altri o come solisti, e con quale casacca ideologica, vera o millantata, correre la corsa.
    O, per qualcuno, DOVREMMO, COME DEGLI INGENUI, SCOMMETERE SUI CAVALLI PERDENTI?

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