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Il “pogrom” contro chi ha detto no all’Abbondino a don Roberto, il peggio di questa città

Di peggio, rispetto ai tanti topini che ora emergono “prepotentemente” dal silenzio strepitando seduti sul divano e pestando tasti esclamativi da quella trincea foderata di pancetta chiamata Facebook, ci sono solamente quelli che dicono “lui non l’avrebbe voluto”.

Gente, sovente, che mai ha conosciuto in vita don Roberto Malgesini, che con buona probabilità ignorava completamente chi fosse e cosa facesse, che con altrettanto realismo se il prete avesse sfamato un ultimo davanti a casa sua avrebbe firmato l’immancabile petizione contro, e che pure oggi pretende di ergersi a suo esegeta.

L’unico consiglio che si può dare a costoro – che se mai hanno portato del cibo, è stato ai piccioni di piazza Duomo negli anni 80 – è di smetterla di interpretare le volontà interiori di don Roberto e abbandonarsi a un saggio silenzio.

Ma in questa piccola graduatoria dell’orrido, non è meno trash il “pogrom” che sta andando in scena per i malaugurati consiglieri che hanno detto no all’Abbondino d’Oro per il prete degli ultimi.

La devastante ipocrisia che si sta scatenando a suon di randellate su Fabio Aleotti (M5S), Vittorio Nessi (Svolta Civica), Pierangela Torresani (Gruppo Misto, ex Lega), Andrea Valeri (Lega), Elena Negretti (Assessore alla sicurezza), Anna Veronelli (componente della Commissione in questione in qualità di presidente del Consiglio comunale) e Alessandro Rapinese (che però uscì dall’aula prima della discussione specifica) è qualcosa di veramente indigeribile.

Per due motivi semplici: il primo è che se non fosse arrivata la medaglia del Presidente della Repubblica pochi minuti dopo l’ufficialità che a don Roberto non era stato assegnato l’Abbondino, il fatto sarebbe scivolato probabilmente via senza grandi clamori. Intendiamoci, ci sta tutto – e noi siamo stati gli unici a titolare subito esattamente in questo senso – che venga evidenziato il contrasto tra le due scelte, è naturale.

Como gli nega l’Abbondino, dal presidente Mattarella medaglia d’oro al Merito civile a don Roberto

Non può giustamente lasciare indifferenti il fatto che Sergio Mattarella abbia voluto rimarcare con quel decreto l’opera e il messaggio del sacerdote mentre la gran parte dei consiglieri comunali comaschi non ha avuto alcuna intenzione di ratificarli con una benemerenza. Ma assistere al massacro mediatico, politico e ancor più via social dei contrari in Comune – “pestaggio” ovviamente tutto nato col senno del poi – nei confronti di chi ha espresso in maniera onesta il proprio pensiero è una cosa inaccettabile, vergognosa e anche piuttosto codarda per tempi e modi.

Perché ognuno può ovviamente pensarla come vuole, ma non esiste ancora – almeno a Como – l’obbligo di doverlo fare per legge tutti allo stesso modo. Nemmeno su don Roberto, che infatti la pensava molto diversamente dalla gran maggioranza dei comaschi (o vogliamo credere che il “cittadino tipico” approvasse incondizionatamente l’opera del prete? Non scherziamo, su).

Il secondo motivo è che, andando a spulciare le candidature provenienti da questa Como violentemente indignata per il mancato Abbondino a don Roberto, nemmeno uno dei nomi che ora pesta virtualmente quel gruppo di consiglieri aveva proposto don Roberto per la benemerenza. Non uno. Né ora, né mai.

Ci sono voluti un brutale omicidio e ancor più Mattarella perché costoro si accorgessero di questa assoluta necessità, prima nemmeno immaginata.

E allora sì, questo teatrino postumo è veramente peggio persino del mancato riconoscimento a don Roberto nella sua meschinità cattiva, che non riconosce la facoltà di non essere per forza d’accordo e che si scatena soltanto quando l’applauso della massa è facile e attira like come mosche.

Quanto sa essere svilente, questa città, a volte.

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6 Commenti

  1. Condivido quello che scrive il sig.Gianpaolo Rosso. Ha perfettamente ragione. Queste inutili polemiche nei confronti di chi non ha proposto Don Roberto per l’Abbondino d’Oro servono solo a distrarre dal vero tema. Come è possibile che la votazione della maggioranza del Consiglio Comunale sull’allestimento di un dormitorio comunale sia ancora lettera morta? Come è possibile che il Sindaco e la Giunta non siano ancora riusciti a trovare una sede per il dormitorio votato a maggioranza? Come è possibile che ancora oggi si è sotto ricatto di chi in minoranza ha votato contro il dormitorio?
    L’Abbondino d’Oro per Don Roberto, come del resto per l’Onorevole Forni aggiungo io, è solo un’occasione sprecata. Intitolare il futuro dormitorio a Don Roberto (come richiesto da molti firmatari della petizione di change.org), invece, è un’occasione che non si deve assolutamente sprecare.

  2. Non mi stupisce affatto che la città abbia assegnato questo ridicolo premio ad altre persone. Lo avessero – per dire – assegnato a me, me ne vergognerei come un ladro. Tutto normale, insomma. E bene ha fatto l’articolista a sottolineare questa ipocrisia pelosa e politicamente corretta.

  3. Titengo la questione dell’Abbondino un tema relativamente poco importante. Il tema è come indurre l’amministrazione della città a fare il suo dovere: allestire un dormitorio e centro civico in uno degli spazi a sua disposizione (es. Centro di via Volta).

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