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Binda: “Traffico selvaggio e movida senza controllo mortificano il centro. Ormai conta solo bere Spritz”

Il suo Piano del traffico è durato 21 anni, appena superato da quello approvato dal consiglio comunale di Como dopo oltre 4 lustri. Ma l’ex assessore alla Mobilità di Palazzo Cernezzi, Nini Binda, continua a essere in prima linea sulle materie che ha gestito ai tempi della seconda Giunta Botta. Questa volta, in particolare sul nodo del traffico soprattutto commerciale in città murata (come da foto rilanciata dallo stesso Binda, con furgone in piazza Duomo, area pedonale).

“La Nostra Ztl comè finita male – sbotta subito l’ex assessore – Scarico Merci in centro, via libera ai furgoni: se è stato fatto e i cittadini non si sono arrabbiati sommergendo di telefonate ed email di protesta chi la deciso vuol dire che l’indignazione a Como ha vinto, non ci si sorprende più di nulla, con l’abolizione di quei divieti voluti dal sindaco Alberto Botta e difesi da l’ex assessore Binda, il traffico cittadino torna selvaggio come era prima del nostro piano”.

E’ un mix di amarezza indignazione quello che esprime Binda.

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“C’è in questo trionfo dell’anarchia viabilistica lo sberleffo a quel sistema delle regole tante volte invocato da chi amministra la città, tra buche pericolose, auto in doppia fila e vigili assenti (come ho già più volte scritto le mansioni degli stessi sono molto cambiate, se si vuole più presenza in strada la Politica deve cambiare le Leggi) – continua Binda – La disciplina del traffico è una precondizione per migliorare la qualità della vita ma così Como ha fatto un altro passo indietro. Di quel che ci aspetta in futuro abbiamo avuto un assaggio negli ultimi mesi, con la città intasata come non mai dalle consegne a domicilio, mezzi pubblici in ritardo e inquinamento alle stelle”.

Inevitabile, in piena campagna elettorale, un appello ai candidati sindaco: “Si interroghino su quello che vogliono i cittadini in primis. Una viabilità decente e scorrevole, un arredo urbano ed un verde degno di una città con il potenziale di Como, più cura e meno sciatteria. Vanno bene i massimi sistemi che verranno dopo e che non siano utopistici ed irrealizzabili mà una vera rivoluzione culturale che metta l’ambiente e la cultura del bello ai primissimi posti nei valori di tutti: deve e può farlo la politica”.

“Anche il fenomeno dell’abbandono del centro storico va monitorato – è il passaggio finale che in parte si riaggancia al caso appena scoppiato riguardo Piazza Mazzini – Argomento che non ho visto all’ordine del giorno. Una delle cause è la movida senza controllo che mortifica i residenti del centro, eppure sembra ormai che l’unica azione dell’essere umano sia bere Spritz e divorare tartine mà non si dica che è la cena dei poveri visti i prezzi”.

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3 Commenti

  1. Purtroppo. a Como i comaschi credono di essere padroni della città, ed ogni singolo individuo, vorrebbe decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato,(proteste per la presentazione dell Alfa Romeo qualche giorno fa) basterebbe un po più di umiltà e soprattutto bisognerebbe rimboccarsi le maniche e capire che i tempi sono cambiati…..

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