Pochi giorni fa era toccato ai colleghi di Espansione Tv: dopo un servizio che aveva ‘osato’ dare voce e immagini anche a chi ipotizzava che il quartiere razionalista a lago non fosse il luogo ideale per un nuovo maxi stadio alto fino a 22.5 metri, ecco puntuali arrivare dagli angoli più beceri di quel sofisticato sistema di raccolta delle acque nere che ogni tanto si rivelano i social network, accuse, contumelie, risibili teorie della cospirazione di cui l’emittente sarebbe il fulcro. La tv di Como: quella che da sempre – per anni tramite un autentico mito come Nino Balducci e nel quotidiano con fior di professionisti – crediamo sia davvero al di sopra di ogni sospetto per la passione e la competenza con cui segue da vicino le vicende del Como 1907.
Ci aveva comunque poi pensato il direttore Andrea Bambace a rimettere le cose a posto, con l’editoriale che pubblichiamo qui sotto per completezza (e che sposiamo integralmente).
Ieri è toccato a noi: stesso trattamento, stesse modalità, stesse assurde accuse inzuppate nella malafede, propagate di post in post, di commento in commento (naturalmente parliamo di una minuscola frangia rispetto a migliaia di tifosi appassionati con cui ci confronteremo e che ospiteremo sempre volentieri: la mail redazionecomozero@gmail.com e gli altri canali sono a disposizione).
La nostra colpa da punire con insulti a raffica, in spregio a ogni dato di fatto reale? Aver anche noi dato spazio, nel corso dei giorni, a opinioni dissonanti rispetto a chi vorrebbe un sì a prescindere, servile e alieno da qualsiasi altra forma di confronto, di obiezione e di riflessione sincera sul nuovo stadio.
In particolare, ieri, a sturare attacchi di ogni genere verso questo giornale, la teoria secondo cui altro qui non si farebbe che pensare a come attaccare il nuovo progetto del Sinigaglia. Ebbene, al netto delle offese a persone e professionisti, di cui alcuni autori renderanno eventualmente conto in altre sedi, l’unica cosa con cui noi possiamo ribattere all’odio, alla malafede e al dileggio gratuito è, come sempre, il nostro lavoro. E allora – proprio nello spirito della massima trasparenza e perché comunque è giusto mettersi in discussione, civilmente – andiamo a verificarlo questo nostro lavoro: può certamente fare bene a tutti.
Veniamo accusati – in termini sovente oltre il confine della decenza – di far parlare dalle nostre pagine soltanto chi demolisce il progetto del nuovo stadio del Como. Dunque siamo andati in archivio a vedere dal giorno della presentazione in Comune a oggi se è stato effettivamente così (controllo che peraltro ognuno di voi può fare, grazie al tag Stadio Sinigaglia che ovviamente potete cliccare anche subito).
Nei giorni subito seguenti all’evento ufficiale a Palazzo Cernezzi, troverete questi articoli:
- Nuovo stadio di Como, inizio quasi perfetto tra serietà e visione (anche se in realtà non si sa quasi nulla)
- Un sogno possibile: con il nuovo stadio a Como può nascere la passeggiata pedonale più bella del mondo
Poi certo, ci sono anche le posizioni pesantissime contrarie dell’architetto Attilio Terragni (al cui intervento poco dopo abbiamo fatto seguire “Le critiche al nuovo stadio di Como solo da chi disprezza il progresso. I veri ecomostri sono i palazzi attorno”) oppure dell’ex assessore provinciale ed ex presidente dello Yacht Club Alberto Frigerio o ancora dell’architetto che sul Sinigaglia lavorò e che ora vedrebbe l’impianto meglio fuori dal centro e infine dei residenti contrari all’autosilo al Pulesin.
Ma in parallelo, nelle stesse ore, abbiamo anche raccolto le opinioni di tifosi e cittadini di ogni sorta elogiando il dibattito pubblico variegato (“Marea di lettere sul nuovo stadio del Como: da “superbo” a “mostro”, che bella la città che si appassiona“).
Abbiamo dato voce a un tifoso particolare come il sindaco di Olgiate Comasco Simone Moretti (“Magia a Como, se non può la politica può uno stadio. Il sindaco di centrosinistra “sta” con Rapinese: “Nuovo Sinigaglia, basta dire no. Io ci credo“).
Abbiamo ospitato la lettera del presidente dell’Acus (“Nuovo stadio, Como non dica subito no. Terragni impose il Novocomum, oggi non si opporrebbe a priori“).
E abbiamo ripreso volentieri le posizioni favorevoli al nuovo impianto dell’architetto Lorenza Ceruti (“Como, il nuovo stadio ‘ecomostro’? L’architetto dice no: “La zona è solo un parcheggio comodo per i Club. Il progetto enorme opportunità”).
Ci siamo permessi di accogliere altre lettere fortemente critiche, naturalmente (“Nata a Como e guida turistica da 25 anni dico: lì, il nuovo stadio sfigura la città e lo spirito del luogo“) oppure riflessioni sullo spostamento altrove dell’impianto)? Certo! E se capitasse ancora di ricevere contributi anche duri ma civili, non esiteremo un secondo a rifarlo.
Forse, però, a chi ieri ha passato la giornata a insultare giornalisti e persone è sfuggito il freschissimo lavoro sugli aspetti tecnici del progetto:
- Boulevard pedonale, via i parcheggi, l’omaggio a Carla Prina: il nuovo stadio di Como rivoluziona l’area a lago
- Autosilo di 5 piani, rotonda a Villa Olmo, navette, Vip e battelli: il nuovo stadio di Como cambia un pezzo di città
Insomma, crediamo che il quadro – ovviamente ancora più ampio – sia rappresentativo dello sforzo di portare ai lettori quante più idee e opinioni possibili. E crediamo anche che questo quadro dica una sola cosa: l’odio, spesso, è davvero soltanto negli occhi di chi guarda. Ed è così forte da travolgere tutto, qualsiasi fattore oggettivo, qualsiasi elemento di realtà, qualsiasi dato di fatto toccabile con mano. Purtroppo quello toccato a noi in queste ore – e lo diciamo con dispiacere, non certo per cantare vittoria – è un caso da manuale. Ad ogni modo, non sarà mai con il fango, con gli insulti e con le minacce che si farà il bene del Como, del futuro stadio del Como e nemmeno della convivenza civile, perché quando ci si benda gli occhi solo per aggredire con la forza cieca della malafede o dei preconcetti, si precipita soltanto nella barbarie.