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Centinaia in fila senza servizi, rifiuti traboccanti ovunque: a Como basta incassare per dire turismo?

Dopo un tranquillo 2 Giugno di festa, è legittimo domandarsi se i candidati sindaco di Como davvero non abbiano alcuna ricetta migliore di quelle (sempre al confine tra l’impalpabile e il magnificente, mai calate sulla persona che materialmente cammina per la città) sentite finora sul tema del turismo. Per carità, non che la giornata di ieri sia stata granché differente da decine di altre simili, particolarmente nell’ormai lunghissima primavera-estate comasca. Ma forse il punto è proprio quello: può la città continuare a bearsi delle code chilometriche alla biglietteria della Navigazione, interpretandole soltanto come un segno dell’ormai mitologica “ripresa” e stop (tenendo conto che simili “spettacoli” sono ormai quotidiani da Pasqua a settembre)?

E ancora: ci si può limitare a esultare con il simbolo dei dollari nelle pupille davanti alle file lunghissime sotto il sole, per la strada o a serpentone attorno ai tavolini di piazza De Gasperi, a cui sono costretti gitanti e villeggianti che vogliano imbarcarsi sulla Funicolare per Brunate?

Ci si può limitare a dire “va bene così, il turismo funziona e porta soldi”, quando lasci migliaia di persone senza servizi, in attese estenuanti?

Oppure: è normale considerare “inevitabile” lo spettacolo dei cestini dei rifiuti stracolmi e debordanti, come fossero alberi di Natale fuori stagione, agghindati di spazzatura?

In altri termini, l’appalto per la nettezza urbana può continuare a non essere (ri)calibrato anche sulle ondate turistiche che per mesi invadono la città?

Domande che – senza neppure toccare il tema dei temi, cioè quello delle altre centinaia di persone, residenti inclusi, intrappolate per ore nel traffico – meriterebbero davvero qualche risposta di prospettiva che vada oltre quello che ora assomiglia tanto a uno “spenniamoli e del resto chissenefrega”. Le meriterebbero da tempo, quelle risposte, i comaschi e la città ma vabbè, siamo arrivati a oggi, probabilmente non è ancora troppo tardi: però se non si risponde ora – in piena campagna elettorale – allora quando?

Como turistica senza servizi, invasione record di camper. Martinelli: “Tavernola, 72 mezzi e solo 10 posti regolari”

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15 Commenti

  1. Io mi limiterei solo a ricordare che durante la prima ondata di Covid tutti ci eravamo riempiti la bocca e i pensieri di buoni propositi, sul nostro generale stile di vita. Purtroppo oggi nessuno si ricorda più di questo e andiamo avanti come prima e peggio di prima.

  2. L’incapacità di gestione della città purtroppo è una caratteristica di Como che viene notata subito da chi arriva da fuori. Si va dalla incapacità di gestire i lavori relativi alle opere pubbliche (vedi ticosa, paratie ecc.) Alle telecamere mancanti o non funzionanti, alla viabilità… ecc….E questo è un peccato perché Como merita di più. È incredibile come la città sembra incapace a reagire a questo stato di cose. Forse quel detto “ogni popolo ha il governo che si merita” non vale per Como? Como merita di più non può essere sempre così.

  3. È una vergogna, ma gli aspiranti sindaci perché non vanno a farsi un giro non dico sul lago di Garda, ma è abbastanza sul lago d’Orta per prendere qualche spunto……..

  4. scusate, ma non hanno pensato, tanto per cominciareee, di mettere due bidoni anziché uno dove già li hanno trovati traboccanti??? Mi sembra un minimo…un pensiero lineare. Tanto per incominciare!!!

  5. Per fortuna ci siete voi! Pensate che tutti i candidati x fare il sindaco si preoccupino di queste cose?? Improvvisamente sono tutti sono presenti con progetti da “libro dei sogni” su pronleminormai incancreniti da anni(Ticosa,ex ospedale psichiatrico, caserma, vecchio s. Anna) Tra 30 giorni non ne parlerà più nessuno una volta conquistata la poltrona di sindaco e avremo un ennesima giunta di inetti come quella uscente.
    L impressione è che i sindaci e i candidati sindaco non passeggino mai x le strade di Como per vedere i piccoli e grandi problemi che affliggono la città!
    Una volta eletti svolgono le loro mansioni nelle segreterie dei partiti cittadini, dimenticando di quei poveri lusi che li hanno votati, ottenendo così la completa disaffezione alla politica
    Grazie!

  6. Il tema non è esclusivamente di Como. È un tema nazionale. In Italia c’è da sempre una tendenza diffusa a privatizzare i ricavi e gli utili e a socializzare i costi e le perdite. A Como è più evidente. Per l’emergenza Covid, oltre ai ristori sempre insoddisfacenti per chi li ha ricevuti, si è provveduto ad aumentare la disponibilità di suolo pubblico per gli esercizi privati senza far pagare nulla in più agli esercenti. La riduzione degli incassi degli operatori commerciali è stata tra i pochi problemi affrontati rapidamente dall’attuale Amministrazione. Le stesse categorie che hanno invocato la fine dell’emergenza, per riprendere a regime le loro attività, oggi chiedono la continuazione delle norme emergenziali, per guadagnare di più senza pagare costi aggiuntivi. Tuttavia, il tema non è questo, il vero problema è la visione squisitamente speculativa che si sta facendo del turismo a Como. I turisti che si fanno code chilometriche sotto il sole, che pagano le consumazioni, per un servizio non certo eccezionale, il doppio che altrove, che rimangono bloccati in auto per entrare e uscire dalla città, che trovano sporcizia ovunque alla fine siamo sicuri che non troveranno di meglio per le loro gite domenicali? Siamo sicuri che questo modo di fare turismo durerà all’infinito senza crisi future?

  7. Gli ultimi giorni di questa giuta e della vergogna che esprime. Una domanda andrebbe posta anche ai responsabili del “decoro Urbano” e della raccolta dei rifiuti. Sicuri che questo modo di procedere sia descritto nel “capitolato d’appalto?”. Nessuno rileva la pericolosità sanitaria per questi comportamenti?

  8. BASTA CHE NON SI SCARICHINO – NUOVAMENTE – SUI RESIDENTI GLI AUMENTI DELLE TARIFFE, IN CORSO DA 8 ANNI, PER I COSTI MAGGIORATI DI SPAZZAMENTO E RACCOLTA.

  9. I bidoni cittadini DEVONO consentire la differenziazione dei rifiuti. In alcune zone si potrebbe optare anche per una soluzione interrata, dove non è necessario passare continuamente ad effettuare il cambio di sacco e lo svuotamento. Bagni pubblici da prevedere.

    1. Ricordo che la stessa area (zona stadio) era stata destinata alla fiera e alla festa della birra la quale si era organizzata facendo pagare una piccola cauzione che veniva prontamente restituita con la riconsegna del bicchiere di plastica ed inoltre aveva organizzato una squadra di volenterosi ragazzi che ripuliva la zona e svuotavano i cestini che dato il numero di presenti si riempivano velocemente, il privato che organizza ci pensa evidentemente il comune no

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